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L’angoscia di un’epoca nella pittura di Gustav Klimt al Leopold Museum di Vienna

Nel centenario della scomparsa, il Leopold Museum di Vienna celebra Gustav Klimt, il fondatore dell’arte moderna austriaca

Un’ampia retrospettiva in 35 dipinti e 90 disegni, oltre a documenti e fotografie, a cura di Hans-Peter Wipplinger racconta la pittura di  Klimt. Il ritratto di un’epoca attraverso un’arte angosciosa ma vitale, elegante e sensuale. Fino al 4 novembre 2018.

Nel crepuscolo dell’era asburgica, Vienna visse una stagione culturale particolarmente splendida, che la vide rivaleggiare con Parigi in fatto di pittura, letteratura, musica, psicanalisi; qui infatti vivevano, creavano e pensavano, fra gli altri, Gustav Klimt, Egon Schiele, Paul Wittgenstein, Arthur Schnitzler, Sigmund Freud, ognuno nel suo campo portando un contributo fondamentale allo sviluppo culturale europeo ma non solo.

Gustav Klimt - Ragazza seduta, 1894 © Leopold Museum, Vienna
Gustav Klimt – Ragazza seduta, 1894 © Leopold Museum, Vienna

Da parte sua, Klimt innovò il paradigma dell’arte austriaca, superando l’ormai accademica pittura storica e classicista, e dedicandosi assiduamente allo studio psicologico della figura umana, anche respirando il clima introdotto da Freud con i suoi studi in materia, e assorbendo quelle atmosfere descritte da Schnitzler nei suoi romanzi, a dimostrazione dell’osmosi culturale che caratterizzava la Vienna dell’epoca.

Nato nel 1862, frequentò dal ’76 la Scuola di Arti e Mestieri, e i suoi esordi pittorici nella compassata capitale asburgica furono d’impianto accademico, anche se già si intravedono quelle atmosfere e quei simboli che pochi anni più tardi caratterizzeranno il suo stile e lo porranno al centro dell’arte europea dell’epoca. Klimt è essenzialmente pittore dell’individuo, e non del paesaggio, che infatti ricorre per appena un quarto della sua produzione. Pur inseriti, come detto, in un contesto accademico, i suoi primi ritratti femminili si distinguono per una pensosa sensualità, per il momento legata alla sfera fisica, ma che poco dopo toccherà anche quella psicologica. Ad esempio, lo Studio di una ragazza dell’Hanà (1883), che ritrae una ragazza di quella regione morava, ha nello sguardo, di sbieco (e non rivolto a chi guarda il quadro), il suo elemento più mirabile, che apporta un carattere spontaneo, ma anche di inquietudine.  Stilisticamente, il volto è dettagliato, e contrasta con le pennellate indefinite dell’abito, di un grigio chiaro che si distacca appena dallo sfondo del medesimo colore.

Gustav Klimt - Ritratto di donna, 1893 © Belvedere, Vienna
Gustav Klimt – Ritratto di donna, 1893 © Belvedere, Vienna

L’indefinito come caratteristica concettuale comincia a profilarsi nella pittura klimtiana, così come si raffina l’attenzione per i soggetti femminili: Ritratto di donna (1893), rivela accuratezza fotografica, attenzione alla moda viennese dell’epoca, con l’elegante abito dell’atelier delle sorelle Flöge, e i raffinati gioielli; accanto all’impianto classico, gli elementi di novità sono l’incarnato al limite del diafano e lo sguardo pensoso e angosciato. La ragione di una pittura del genere, la si spiega con il clima sociale di quegli anni: alla Belle Époque era succeduta una certa stanchezza, e l’arte cercava un modo per raccontare il nuovo sentire. La pittura quindi si distacca dal naturalismo che aveva caratterizzati, ad esempio, i Macchiaioli e gli Impressionisti, e si ammanta d’inquieto simbolismo, di metafore intellettuali e di ragionamento filosofico (un eccesso di autoreferenzialità sarà l’accusa che espressionisti come Richard Gerstl muoveranno ai “secessionisti”).

Ma in quegli anni si avvertiva la necessità di una riflessione interiore, di un ripensamento di valori, o semplicemente di un modo per esternare inquietudini che erano familiari anche agli artisti stessi.

Gustav Klimt - Sorelle, 1907 © Klimt-Foundation, Vienna
Gustav Klimt – Sorelle, 1907 © Klimt-Foundation, Vienna

La Secessione, come spiega il nome, fu un movimento di rottura che non ebbe tuttavia carattere omogeneo, al contrario ebbe varie identità, adeguandosi, in un certo senso alle atmosfere culturali dei centri in cui sorse. La prima costola del movimento nacque a Monaco di Baviera nel 1892, e quattro anni più tardi giunse ufficialmente anche a Vienna, dove ebbe caratteri di astrattismo e razionalismo uniti a una frequentazione degli stilemi e delle atmosfere orientali, in particolare la pittura bizantina, con il largo uso della foglia oro per gli sfondi, e della tecnica del mosaico ravennate, molto apprezzati dallo stesso Klimt. Che, da “secessionista, fu cantore di un’umanità tanto affascinante quanto disperata; Cieco (1896) è uno dei primi esempi del nuovo corso: immerso in un fondale nero, indefinito, senza tempo, quest’uomo appare come un moderno Tiresia che dal buio fisico scruta un avvenire fosco e angoscioso; del profeta possiede infatti l’espressione solenne.

Gustav Klimt - Ragazza tra il fogliame, 1896 © Klimt-Foundation, Vienna
Gustav Klimt – Ragazza tra il fogliame, 1896 © Klimt-Foundation, Vienna

La pittura secessionista, in Klimt, ricorda il tardo Impressionismo e l’Espressionismo di van Gogh, e con quest’ultimo ha anche un’affinità concettuale: la pennellata sfuggente e indefinita non serve a studiare la luce, bensì lo stato d’animo. Mentre però van Gogh si concentra sulla natura, Klimt ha come oggetto d’indagine la persona, in particolare la donna, immergendola in un’atmosfera di attesa, di inquietudine per il clima che si respirava in Europa e che avrebbe portato alla Grande Guerra. Ragazza tra il fogliame (1896), la si può considerare una Gioconda della modernità, per quell’espressione enigmatica e ineffabile sospesa fra sogno e angoscia, le labbra serrate ma pronte ad aprirsi in un sorriso di speranza.

Diametralmente opposto, Donna con cappello su sfondo rosso (1897); gli abiti sono impeccabili, e come nelle pitture degli esordi, sono legati alla moda viennese dell’epoca; ma quelle stoffe morbide, sensuali e preziosi, avvolgono corpi e anime in piena decadenza. Il volto della donna è emaciato, pallido, dallo sguardo febbrile, con echi dei Trionfi della morte medievali. L’interesse per la donna rientra in un sentire europeo che vede anche altri artisti, come Previati e Segantini, farne oggetto d’indagine nella pittura d’avanguardia. Quelle di Klimt sono fortemente erotiche, cariche di simbolismo, estasi e sensualità. La mostra del Leopold approfondisce questa tematica, attraverso un corpus di disegni e studi su carta di corpi nudi, i cui tratti scheletrici influenzarono molto Egon Schiele.

Gustav Klimt - Donna seminuda accovacciata, studio per Leda, 1913-14 © Leopold Museum, Vienna
Gustav Klimt – Donna seminuda accovacciata, studio per Leda, 1913-14 © Leopold Museum, Vienna

Tuttavia Klimt non ne possiede la medesima disperazione: se all’apparenza sembrano raccontare la donna come oggetto del desiderio maschile, in realtà testimoniano l’affermazione dell’autonomia e della coscienza femminili, in un momento in cui, a causa della guerra, le donne stanno prendendo i posti degli uomini al fronte, a casa come nel mondo del lavoro. Si tratta di donna che hanno il controllo del loro corpo e della loro sessualità: erotico-feticista, femme fatale, creatura mitico-allegorica, donna di società.

Da lineamenti curvilinei carichi di tensione, a corpi riccamente definiti, che emanano atmosfere spirituali e sensuali e rivelano stati mentali, lotte interne, pulsioni ferine, desideri. Da questo punto di vista, le opere di Klimt contribuiscono a rafforzare l’immagine della donna nella società, a creare per le donne stesse un loro immaginario psicologico in cui (ri)scoprirsi.

Come accennato, il paesaggio costituisce appena un quarto dell’opera di Klimt; non vi si trovano elementi narrativi come persone, strade, palazzi, scene urbane in genere, bensì la protagonista è soltanto la natura, attraverso gli elementi dell’acqua e del bosco, scelti per la loro potenza simbolica sacrale e introspettiva. Klimt rappresenta la natura nell’eternità dei suoi cicli, e vi trovava motivo di quiete e ispirazione, ne amava il silenzio e la possibilità d’introspezione che offriva.

Gustav Klimt - Frutteto di sera, 1898 © Leopold Museum, Vienna
Gustav Klimt – Frutteto di sera, 1898 © Leopold Museum, Vienna

Negli anni Dieci, la sua carriera, che purtroppo conosceva gli ultimi anni, entrò in una nuova fase prospettica, con l’adozione della composizione circolare per i quadri di grandi dimensioni, un’allusione alla citata circolarità della natura. La morte, la vita (1910), La vergine (1913) sono opere dense di simbolismo, alle quali si aggiunge l’incompiuto La sposa (1917-18), che la mostra propone insieme per la prima volta, corredate dei bozzetti. La composizione prospettica segue la linea circolare, un richiamo allegorico ai cicli della natura; si tratta dei grandi capolavori di Klimt, quelli in cui il suo respiro pittorico si allarga lungo la china dell’eternità; l’essere umano è inserito nell’umanità del connubio vita-morte, che adesso, negli anni a ridosso della Grande Guerra, si fa metafora dell’abisso esistenziale teorizzato da Nietzsche pochi anni prima.

Gustav Klimt - La morte, la vita, 1910 © Leopold Museum, Vienna
Gustav Klimt – La morte, la vita, 1910 © Leopold Museum, Vienna

Fu in questa fase che l’attenzione per l’arte bizantina in Klimt ebbe un ruolo primario, con affascinanti richiami al mosaico, i cui splendidi colori contrastano con lo sfondo nero in maniera quasi disturbante. L’incompiuto La sposa, che probabilmente ha ispirato anche Arthur Schnitzler, è l’ultimo dei capolavori di Klimt, e in vista della fine della guerra (ci lavorò anche nell’ottobre del 1918), sembra lanciare un messaggio di rinascita per l’umanità. Purtroppo, le vicende degli anni 1920-1940 avrebbero deluso l’auspicio.

Gustav Klimt - La Sposa, 1917-18 © Klimt-Foundation, Vienna
Gustav Klimt – La Sposa, 1917-18 © Klimt-Foundation, Vienna

Completano la mostra documenti d’epoca, fotografie, lettere autografe, manifesti e cataloghi delle mostre della Secessione. A cento anni dalla scomparsa, Vienna rende quindi omaggio a Klimt con il racconto di una stagione importante per la storia dell’arte europea, che ancora non smette di affascinare per la sua modernità.

Gustav Klimt - Bozzetto del gruppo di sinistra de La Sposa, 1917 © Klimt-Foundation, Vienna
Gustav Klimt – Bozzetto del gruppo di sinistra de La Sposa, 1917 © Klimt-Foundation, Vienna

GUSTAV KLIMT. Artist of the Century

22.06.2018 – 04.11.2018

Leopold Museum
at the Museums Quartier

www.leopoldmuseum.org

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