In arrivo a Roma la patinata irriverenza di uno dei più grandi maestri della fotografia del secondo Novecento e simbolo della controcultura americana.
In occasione del trentesimo anniversario della sua morte, il Guggenheim di New York dedicherà a Robert Mapplethorpe (1946 -1989) una retrospettiva lunga un anno mentre proprio in questi giorni, un’altra esposizione dedicata al controverso artista americano allestita presso il Museo Madre di Napoli sta registrando un notevole interesse da parte della critica e del pubblico.
Ora la raffinata irriverenza di uno dei più grandi maestri della fotografia del XX secolo sbarcherà anche a Roma per la mostra che la Galleria Corsini gli dedicherà dal 15 marzo al 30 giugno 2019.
Se la rassegna di New York mette in luce la grande collezione del Guggnheim proveniente dalla donazione fatta al museo dalla Robert Mapplethorpe Foundation nel 1993 e il Museo Madre di Napoli sperimenta un interessante dialogo performativo tra antichità e contemporaneità, la mostra che le raffinate sale della Galleria Corsini ospiteranno a marzo, prendendo spunto dalla pratica collezionista dell’artista – appassionato di foto storiche così come il suo compagno Sam Wagstaff, – enfatizzerà gli aspetti del lavoro di Mapplethorpe che risuonano in modo particolare con la sede museale intesa come spazio fisico e concettuale al tempo stesso. La mostra, a cura a di Flaminia Gennari Santori, prosegue il dialogo tra antico e contemporaneo inaugurata con l’esposizione di Parade di Picasso nel 2017 e proseguita con Eco e Narciso dello scorso anno.
Del resto il dialogo tra la fotografia contemporanea di Mapplethorpe e l’ideale della bellezza classica non finisce mai di suscitare nuove vibrazioni e spunti di riflessione. Protagonista della controcultura americana degli ambienti underground newyorkesi della fine degli anni settanta, la fotografia dell’artista, nell’astratta bellezza delle sue composizioni, sopravvive al contesto storico della sua creazione. Se i soggetti delle sue rappresentazioni sono i protagonisti della New York disinibita della liberazione sessuale, attraverso l’elegante tecnica compositiva che potremmo definire di stampo neoclassico, i corpi nudi (così come i fiori rappresentati nella loro sensualità) evocano una bellezza classica, un ideale di perfezione.
Mapplerthorpe maneggia sapientemente il gioco delle luci come se fosse uno scalpello:
“Se fossi nato cento o duecento anni fa, sarei stato sicuramente scultore, ma la fotografia è un modo rapido di vedere e di scolpire” afferma in un’intervista degli anni ottanta.
Il lato oscuro della società americana, il bondage e le scene sadomaso, le notti dove tutto poteva accadere ed effettivamente accadeva, rappresentate in pose plastiche e sinuose che evocano la bellezza eterea della statutaria classica. Un geniale cortocircuito tra contenuto e forma, che rende l’opera di Mapplethorpe in grado di raccontare il suo tempo e aspirare all’eternità.
Informazioni
Robert Mapplethorpe. L’obiettivo sensibile
Galleria Corsini, via della Lungara 10
Dal 15 marzo al 30 giugno 2019
Orari: dal mercoledì al lunedì dalle 8.30 alle 19.00. La biglietteria chiude alle 18.00.
Giorni di chiusura: martedì, 25 dicembre, 1° gennaio
Biglietto Barberini Corsini: Intero 12 € – Ridotto 6 €
Il biglietto è valido dal momento della timbratura per 10 giorni in entrambe le sedi del Museo: Palazzo Barberini e Galleria Corsini. Gratuito: minori di 18 anni, scolaresche e insegnanti accompagnatori dell’Unione Europea (previa prenotazione), studenti e docenti di Architettura, Lettere (indirizzo archeologico o storico-artistico), Conservazione dei Beni Culturali e Scienze della Formazione, Accademie di Belle Arti, dipendenti del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, membri ICOM, guide ed interpreti turistici in servizio, giornalisti con tesserino dell’ordine, portatori di handicap con accompagnatore, personale docente della scuola, di ruolo o con contratto a termine, dietro esibizione di idonea attestazione sul modello predisposto dal Miur.