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L’arte guida l’architettura. Intervista al mitico architetto Steven Holl

A sinistra Mino Caggiula a destra Diego Mingarelli (sponsor dell'evento e Ceo di Diasen). Al centro Steven Holl

 

A sinistra Mino Caggiula a destra Diego Mingarelli (sponsor dell’evento e Ceo di Diasen). Al centro Steven Holl

All’Acquario romano un dibattito con due grandi protagonisti del mondo dell’architettura. Steven Holl, mentore del giovane architetto italo-svizzero Mino Caggiula. Noi c’eravamo e abbiamo in esclusiva posto delle domande a entrambi.

 Il 27 giugno si è svolto, nella capitale,  l’evento “Sguardi sulla Materia: la verità del fare tra architettura e arte”,. Un momento di dibattito sul futuro dell’edilizia e sulle nuove sfide ambientali. La serata è stata ospitata all’interno dell’Acquario Romano, sede dell’Ordine degli Architetti di Roma.

La conferenza esclusiva di Steven Holl intitolata “Arte drives architecture” è stata il momento centrale dell’evento. Coprotagonista della serata l’architetto italo svizzero Mino Caggiula, fondatore dello studio Mino Gaggiula Architects. L’incontro è stato moderato e condotto dal Direttore Editoriale della rivista Domus, Walter Mariotti. Promotore dell’iniziativa Diego Mingarelli CEO di Diasen, azienda leader nella produzione di componenti in sughero per l’edilizia.

Un momento di discussione sul passato e dunque sul futuro dell’architettura. La sinergia tra la natura di un luogo e la mano dell’uomo è la quinta essenza della creatività ha detto l’architetto Mino Caggiula. Il momento attuale, così sconvolto dalla crisi climatica e sociale, ci ha messo di fronte a sfide inedite per la storia dell’uomo. Ritrovare una dimensione umana dell’edilizia è un’urgenza non più rinviabile. Steven Holl ha le idee chiare sui prossimi sviluppi dell’architettura- Ecco cosa ci ha detto.

Maestro, soprattutto in Europa si parla molto di consumo di suolo. Nel futuro sarà sempre più necessario restaurare e riqualificare piuttosto che costruire ex novo. Quale sarà il ruolo dell’architettura?

 Senza dubbio il consumo di suolo è un problema di rilievo. Io credo che questo processo debba essere integrato. Non credo che una soluzione escluda l’altra, devono avvenire in modo sinergico. Gli architetti avranno un ruolo fondamentale in un processo combinato. La costruzione di edifici non svanirà mai del tutto ma è necessario che ci sia un approccio nuovo all’architettura.

 Qui a Roma c’è una chiesa ad ogni angolo. Nella sua lunga carriera si è dedicato anche all’architettura sacra. Che tipo di rapporto ha con la religione?

Si, ho realizzato la facciata della chiesa di Sant’Ignazio a Seattle nel 1997. Sono una persona spirituale anche se non mi definisco credente. Credo che tutte le religioni siano valide. Penso che la spiritualità sia una dimensione fondamentale per ogni essere umano, l’architettura ha il potere di dare forma a questo sentimento misterioso.

La giovane promessa dell’architettura, Mino Caggiula

Allievo di Holl, Mino Caggiula ha raccolto nel libro Open Being le teorie e i principi alla base del metodo progettuale. Potremmo definirlo un architetto filantropo, un uomo che fa del suo mestiere uno strumento per quello che gli antichi definivano “il pubblico bene”.

Genesi, luogo, concetto e benessere, sono i 3+1 del suo “modus operandi”. Cosa significa?

Costruire un edificio vuol dire mettersi in relazione con tanti fattori, materiali e immateriali. Un luogo non è solo uno spazio fisico ma è anche un contenitore di memorie, di concetti, di idee. Noi siamo il prodotto dell’interazione con gli elementi che ci circondano.  L’architettura in questo senso è il direttore d’orchestra di questa sinfonia di elementi. Oggi Il vero lusso oggi è la salute ma questa è data soprattutto dal rapporto fra l’individuo e l’ambiente di cui si nutre. Un’architettura che rispetta lo spazio naturale produce un ambiente favorevole al benessere umano.

Secondo lei parlare di ecocompatibilità equivale a discutere “dell’immenso valore dell’ovvio”. Come si traduce dunque, nel concreto, questa salvaguardia della convivenza fra uomo e natura?

Viviamo un momento in cui la tecnologia ha assunto dei connotati sinistri. In realtà è proprio la tecnologia ad essere la nostra alleata in questo processo di ricerca del benessere umano. Stiamo studiando un sistema che permetta di valutare i parametri vitali in relazione allo spazio che abitiamo. Presto Non cambieremo la luce o la temperatura in base alle necessità, ma anche lo spazio stesso si modificherà in base alle nostre necessità. Non serve aver paura della tecnologia, la natura è insuperabile.

 

 

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