Print Friendly and PDF

Il programma d’autunno del centro Lee Ufan Arles, con Pat Steir e una grande mostra sul Costruttivismo

Portrait of Pat Steir, photo by: Grace Roselli, Pandora’s BoxX Project, © Pat Steir Courtesy the artist and Hauser & Wirth
Portrait of Pat Steir, photo by: Grace Roselli, Pandora’s BoxX Project, © Pat Steir Courtesy the artist and Hauser & Wirth

Fondato da Lee Ufan nel 2022, Lee Ufan Arles è un centro per l’arte contemporanea situato nell’Hôtel Vernon, un edificio del XVI secolo nel cuore di Arles, con una superficie di 1.350 metri quadrati distribuita su tre piani, che ospitano opere dell’artista e mostre temporanee. Dal primo ottobre 2024 al 12 gennaio 2025 l’istituzione offrirà al pubblico una mostra che indaga aspetti meno del costruttivismo e una personale di Pat Steir. Eccole nelle anticipazioni del centro.

La prima mostra storica “Shape-Space-Form-Faktura. Non-Objective Visions in Central and Eastern Europe 1910-1935“, a cura di Matthew Drutt, «illustra sia l’interesse e l’ispirazione di Lee Ufan per Malevich e gli artisti d’avanguardia, sia il desiderio di Lee Ufan Arles di presentare nella città in cui ha sede opere di alto livello dei movimenti suprematista e costruttivista.

Sia i membri celebri che quelli meno noti dell’avanguardia europea condividevano il desiderio di creare un linguaggio visivo universale, elementare e legato all’etica dell’estetica dell’età della macchina che si stava radicando nell’architettura e nel design. “Shape-Space-Form-Faktura” riunisce opere importanti di artisti come Kasimir Malevich – che continua a ispirare Lee Ufan – El Lissitzky, Sergei Senkin, Władysław Strzemiński, Gustav Klutsis, Henryk Berlewi, László Moholy-Nagy, Lajos Kassak e Peter László Péri.

Nel percorso espositivo più di trenta opere importanti, prese in prestito da importanti istituzioni europee come lo Sprengel Museum di Hannover, il Van Abbemuseum di Eindhoven, il Museo Nazionale d’Arte Lettone di Riga, il Museo Sztuki di Lodz, il Museo di Belle Arti di Budapest, il Museo Letterario Petofi di Budapest, la Berlinische Galerie di Berlino e il MOMus-Museo d’Arte Moderna di Salonicco, Grecia. Per la prima volta vengono presentate come un insieme ad Arles. La mostra racconta in piccolo una grande storia; rivela che l’avanguardia russa era popolata e ispirata da artisti di altri Paesi; c’era una contaminazione incrociata di idee tra un piccolo gruppo di artisti che trascendeva l’identità nazionale e politica; e nonostante la richiesta di forme di espressione razionali e pratiche, gran parte del loro lavoro si esprimeva ancora attraverso le convenzioni della pittura, del disegno e della stampa».

Lajos Kassák, « Dinamikus konstrukció, [Dynamic construction] », 1922–24, © Petőfi Literary Museum – Kassák Museum, Budapest

Per la mostra “Pat Steir: Light on Water” Lee Ufan Arles «ha invitato la grande artista americana Pat Steir (1938, Newark, New Jersey) a occupare un nuovo spazio espositivo intimo – l’Atelier MA – situato proprio di fronte all’Hôtel Vernon. La mostra riunisce due serie di opere su carta, rare e mai viste prima, della celebre artista.
Ampiamente riconosciuta per i suoi dipinti, la Steir ha mantenuto fin dai primi anni Settanta una pratica attiva del disegno. Nel 1989 l’artista ha iniziato la sua acclamata serie Waterfall (cascata), in cui fa scendere la pittura a cascata lungo la tela, abbandonando deliberatamente il suo processo alla gravità e al caso e lasciando che la pittura crei la propria immagine. In questo momento, Steir ha prodotto i sei disegni che compongono la serie Light on Water, versando e accumulando colori a olio e acquerello su carta fatta a mano. Prendendo come punto di partenza un fenomeno della natura, questi disegni sono indice del crescente interesse concettuale dell’artista nell’utilizzare la dinamica fluida della pittura per esplorare la relazione circolare tra astrazione e rappresentazione in un momento di transizione cruciale della sua carriera.
I disegni di Light on Water saranno presentati insieme a una serie di opere adolio e acrilico su carta senza titolo del 2005, ognuna delle quali presenta un singolo segno o schizzo gestuale intensamente applicato. Riducendo il suo processo pittorico al momento consequenziale del contatto con la carta, questi disegni evidenziano l’apertura di Steir al caso nel suo lavoro, lasciando che la pittura prenda la sua forma. Nel loro moderato massimalismo, fanno eco all’osservazione di Lee Ufan: “Un’opera d’arte è un luogo in cui i luoghi del fare e del non fare, della pittura e del non dipingere, sono collegati in modo da riverberare l’uno con l’altro”».


– Pat Steir, Light on Water VI, 1990, Mixed media on handmake Indian paper, © Pat Steir, Courtesy the artist and Hauser & Wirth

 

 

Commenta con Facebook

Altri articoli