APPROFONDIMENTI: Da “La gazzetta dell’Antiquariato”, novembre 2006 (Di S. Cosenz)
Il maggior interesse del collezionismo nazionale è ovviamente rivolto verso la raccolta italiana, qui analizzata. Sono comunque oggetto di buona richiesta i francobolli delle Occupazioni e delle ex Colonie, del Vaticano e di San Marino, nonché i pregiati francobolli di posta aerea internazionale e i rari documenti imbarcati sui primi voli pionieristici che saranno analizzate in seguito in appositi capitoli.
Il settore che comprende i francobolli degli antichi stati italiani e dei governi provvisoriinstauratisi dopo la II guerra d’indipendenza nel 1859, prima dell’unificazione al Regno d’Italia, rimane il più ambito dai collezionisti facoltosi. Comprendono le emissioni del Regno di Sardegna (con l’effigie di Vittorio Emanuele II, lo stesso monarca che nel 1861 sarebbe stato eletto primo Re d’Italia ed effigiato nelle successive emissioni italiane), il Lombardo Veneto, il Granducato di Toscana, i Ducati di Modena e di Parma, lo Stato Pontificio, il Regno di Napoli e della Sicilia, nonché i Governi Provvisori di Toscana, Romane, Parma, Modena, Napoli. In termini di rarità, essi sono ancora sottoquotati rispetto, ad esempio, ai francobolli degli antichi stati tedeschi. Quando raccolte di francobolli e affrancature di buona qualità appaiono in asta, risulta il tutto venduto ai più alti prezzi, segno che molti appassionati sono in lista di attesa per riempire le caselle vuote del proprio album. La richiesta non è solo indirizzata verso gli esemplari nuovi di buona qualità (i più pregiati sono introvabili), ma anche verso la storia postale (annullamenti, affrancature multicolori e destinazioni oltreoceano), in particolare di quei Stati ingiustamente e a lungo trascurati, come la Sicilia, la Toscana e il Pontificio. I francobolli più rari possono rimanere assenti dal mercato per diverse generazioni. Ad esempio, il più raro francobollo antico italiano è il ½ Tornese Trinacria azzurro emesso nel 1860, per l’affrancatura dei giornali durante la dittatura di Garibaldi. In questo settore, comunque, “tutto è buono”, sia nuovo che usato: è un elemento importante per chi non può investire grandi somme. Per i francobolli usati di basso valore è comunque importante pretendere la massima qualità, e il loro acquisto darà senz’altro buone soddisfazioni finanziarie.
Giuseppe Vitale di Milano, curatore del catalogo Sassone, sottolinea che un trend ormai diffuso per quegli appassionati dei francobolli degli antichi Stati, che non hanno grandi risorse finanziarie, è quello di puntare sugli esemplari di seconda scelta (con piccoli difetti come un assottigliamento riparato o due margini corti per i non dentellati o con due denti corti), un tempo reperibili al 10% della piena quotazione di catalogo per esemplari perfetti, oggi invece intorno al 12 – 15%.
Da anni il settore del Regno gode di costanti rivalutazioni al di sopra dell’inflazione. Le sue emissioni molto belle e pregiate, con la loro grafica e con il loro contenuto tematico, sono testimoni dell’avvicendarsi di quattro re, di eventi storici che hanno segnato l’Italia e di grandi crociere aeree il cui successo ha contribuito alla nascita dei voli civili sul lungo raggio. Alcuni dei francobolli di posta ordinaria emessi subito dopo l’unificazione del Regno, allo stato di nuovo, sono gemme che personalizzano una raccolta, assegni circolari monetizzabili ovunque e che per questa ragione appaiono ogni tanto sul mercato. Vengono infatti alienati dal collezionista per esigenze finanziarie, senza aver bisogno di smembrare l’intera raccolta. Ogni anno sono ritoccate al rialzo le quotazioni delle lunghe serie commemorative degli anni venti e trenta, sia nuove che usate con annullo genuino, sia le affascinanti serie di posta aerea dedicate alle grandi trasvolate, come gli affascinanti trittici emessi nel 1933 per la Crociera Nord Atlantica Roma – Chicago, comandata da Italo Balbo, che toccò nel volo di andata l’Olanda, l’Irlanda, l’Islanda, il Labrador, e al ritorno da New York l’isola di Terranova, le Azzorre, Lisbona. Sono stampati in fogli di venti, ciascuno con una sovrastampa diversa e relativa a venti dei venticinque idrovolanti partecipanti alla famosa crociera che decollò dalla laguna di Orbetello. La serie è costituita da due valori, da 25 lire (per l’affrancatura degli aerogrammi diretti in Europa) e da 50 lire (per l’affrancatura verso il Nord America). Sono quotati tra 700 e 750 euro (in base alla sovrastampa), con una tiratura di soli 10.000 serie per sovrastampa. Assai ambito dai collezionisti è il trittico da 50 lire stampato in colori diversi e sovrastampato SERVIZIO DI STATO per le affrancature degli aerogrammi destinati alle Autorità. Viene considerato uno “status symbol” per i collezionisti di posta aerea il trittico da 50 lire sovrastampato VOLO DI RITORNO. Questo francobollo, tirato solo in 500 esemplari e preparato per la corrispondenza destinata per il volo da New York verso l’Italia, non poté essere utilizzato per l’affrancatura per una serie di disguidi dovuto al mancato rilascio da parte delle autorità americane della relativa autorizzazione.
La raccolta del Regno custodisce grandi rarità tra i primi francobolli di posta ordinaria dell’Ottocento, allo stato di nuovo. Comunque, ai collezionisti dei francobolli tipo allo stato di nuovo, desiderosi di completare al meglio la raccolta e che non possono permettersi eccessivi esborsi, si consiglia di optare – per i francobolli più pregiati – per ottimi esemplari usati (ben centrati, nitidamente annullati e freschi d’immagine) o per esemplari nuovi di qualità più modesta a prezzi “giusti” rispetto alla piena quotazione di catalogo.
Di grande pregio internazionale, in questa raccolta, sono alcuni “errori di colore” appartenenti alle serie commemorative degli anni venti e trenta. Provengono da fogli stampati in colori cambiati e destinati dopo opportuna sovrastampa alle Colonie i quali, per motivi non noti, non ricevettero la sovrastampa. Così ad esempio dell’esemplare da 20 centesimi del 1930 per le Nozze del Principe Umberto, emesso ufficialmente in colore arancio, esistono 50 esemplari di colore verde.
Intanto, il curatore del Sassone rivela che un raro francobollo, fino a poco tempo fa considerato una varietà, sta decollando: si tratta del valore da 1,25 lire della serie commemorativa di Emanuele Filiberto del 1928, emesso con dentellatura lineare 13 ¾, oltre che con dentellatura 14 a pettine. Una recente ricerca a tappeto sul mercato nazionale ha fruttato il recupero di poche decine di esemplari.
Ugualmente, per i primi francobolli del Regno assai costosi allo stato di nuovo, è trend riempire la casella dell’album con esemplari usati di ottima scelta il che ha reso introvabili alcune voci, malgrado la loro bassa quotazione, come il 2 centesimi De La Rue, alcuni francobolli di servizio sovrastampati nel 1878 e il 60 centesimi Umberto I del 1889. Delle lunghe serie commemorative allo stato di nuovo del periodo fascista, incluse quelle di posta aerea, da anni promosse dall’azienda Bolaffi allo stato di nuovo, non ci sono più stock. I collezionisti di buona risorse, con un budget di 10 – 30 mila € annuo, che abbiano completato la raccolta del Regno, tendono ad affacciarsi nell’esotico settore delle Colonie italiane, che annovera molte rarità. In particolare, Vitale suggerisce tutti i servizi delle Colonie, sottoquotati, come il rarissimo 10 centesimi Pacchi Postali di Eritrea del 1937 quotato 9.000 € nuovo senza traccia di linguella. Il vasto e affascinante settore filatelico relativo ai territori di liberazione ed occupazione italiana, durante le due guerre mondiali, include fra i francobolli più rari e costosi non solo dell’area italiana ma dell’intero comparto del XX secolo (vedi ad esempio gli uffici postali in Cina del 1917 e l’occupazione tedesca di Zara italiana nel 1943). Vitale consiglia tutte le emissioni al di sopra i 5 mila €.
La Repubblica Sociale fu per due anni, durante la seconda guerra mondiale e prima dello sbarco alleato, una realtà politica e storico – postale del centro – nord della nostra penisola. Dal punto di vista collezionistico, rappresenta uno dei settori più ricercati dai collezionisti italiani. Le sue emissioni con sovrastampa GNR (Guardia Nazionale Repubblicana) e fasci, nonché l’intensa storia postale del periodo, annoverano grandi rarità ancora poco conosciute. L’aggiudicazione nell’ottobre 2005, in un’asta della casa romana Italphil, di una rara serie di quattro saggi di sovrastampa sul valore da 50 lire Imperiale del gennaio 1944 (tiratura 200 serie, quotazione 15.000 €) offre un esempio del “giusto” prezzo che deve essere sempre presente all’atto dell’acquisto: la serie era rimasta invenduta per diverse tornate, partendo da una base che era risultata “sovrastimata”; l’uscita della passata edizione del catalogo Sassone che aveva apportato una buona rivalutazione all’emissione e l’abbassamento del prezzo di partenza a 1.750 euro, ha reso possibile la sua vendita a 2.350 euro.
Dopo alcuni anni di crisi, la raccolta italiana più popolare, ovvero la collezione dei francobolli della Repubblica, ha ripreso a marciare. L’insieme dei francobolli che prende il via al termine della 2a guerra mondiale, varcando da poco il terzo millennio, è testimone del nostro ultimo mezzo secolo di storia, dei suoi progressi sociali, tecnologici e politici. Annualmente si arricchisce di una quarantina di emissioni. La passata Finanziaria SpA, creata per alcuni anni dalle forze più solide del commercio nazionale per rastrellare le eccedenze sul mercato di ottima qualità, ha reso possibile una brillante ripresa commerciale della raccolta, anche se di eccedenze se ne sono trovate poche, a dimostrazione che i collezionisti non hanno intenzione di alienare i buoni francobolli. Inoltre le tanto chiacchierate aziende spagnole, Afinsa e Forum Filatelico (per le recenti e ben note indagini giudiziarie sulle loro attività commerciali inerenti alla collocazione di francobolli – molto spesso reperibili in grandi quantitativi – all’esterno del circuito collezionistico, presso 350 mila sottoscrittori, con la promessa di un sicuro investimento) hanno comunque il “merito” di aver riassorbito le “eccedenze filateliche” di francobolli moderni italiani spesso assai comuni.
Soprattutto le emissioni dell’immediato dopoguerra, con filigrana ruota alata, sono pregiate allo stato di nuovo: in quell’epoca, di scarse disponibilità, erano pochi gli appassionati che potevano sborsare grosse cifre per conservare francobolli ad uso collezionistico. In particolare, i due valori da 300 e 1.000 lire della serie Pacchi Postali con filigrana ruota, in perfetto stato di conservazione e centratura, sono introvabili. Ma anche la prima serie di posta ordinaria di 23 valori del 1945, detta “Democratica” e la lunga serie commemorativa del Risorgimento del 1948 sono difficilmente reperibili. È pure introvabile la serie Segnatasse con filigrana ruota alata in condizioni di perfetta centratura (quotazione 750 euro).
Il più celebre francobollo della raccolta rimane il Gronchi rosa. E’ quotato 1.850 €, anche se al dettaglio è reperibile intorno ai 1.000 euro in perfetto stato di conservazione (nelle aste intorno agli 800 / 900). Ancora una volta un esempio di “giusto” prezzo che non corrisponde alla quotazione del catalogo, ma al valore attuale del mercato che si basa su molte componenti: la disponibilità sulla piazza, la domanda dei collezionisti, l’offerta da parte degli stessi sia al dettaglio sia attraverso le aste. Il Gronchi rosa venne emesso il giorno di Pasquetta del 1961 per affrancare la corrispondenza che si sarebbe imbarcata nel volo ufficiale del Presidente Gronchi in Perù. Ci si accorse però che la cartina del paese sudamericano presentava un grave errore politico geografico, ovvero la mancanza del triangolo amazzonico oggetto di contesa con il vicino Ecuador. Venne così ritirato lo stesso giorno dagli sportelli postali, dopo che ne erano stati venduti 70.000 esemplari, e sostituito in soli tre giorni con un esemplare corretto, di colore grigio. Un oggetto contemporaneo galoppante negli ultimi anni è la serie di sette minifogli di 20 esemplari degli alti valori del 1878 / 83. Per il loro alto valore facciale, pochi collezionisti li hanno tesaurizzati e sono oggi irreperibili. Ugualmente le quattro serie per il servizio di posta celere del 1997 – 98, neglette all’epoca dal collezionismo per la loro banale iconografia, oggi sono difficilmente reperibili. La recentissima emissione congiunta in foglietto con San Marino per la Mostra “Le due repubbliche” tenutasi sul Monte Titano è assai richiesta: quella di San Marino, a tiratura ridotta, porta il francobollo italiano in posizione invertita rispetto al foglietto nazionale ed è già quotata 34 euro contro un facciale di 1.24. Infatti anche l’emissione sammarinese sarà ospitata negli album della Repubblica, in quanto non vi è nessun elemento visivo di immediata e sicura distinzione che possa far assegnare uno dei due foglietti alla collezione dell’Italia Repubblica e l’altro a quella di San Marino.
Un’altra emissione del 2006 ha fatto sì che in molte famiglie si comincia a riparlare di filatelia: quest’anno infatti chi ha raggiunto la maggiore età ha ricevuto dal Ministro delle Comunicazioni una lettera che lo invita a recarsi presso gli uffici postali preposti all’incarico per ritirare la speciale emissione filatelica esclusivamente a loro dedicata e offerta in omaggio: un foglietto contenente un francobollo (rosa per le femmine, azzurro per i maschi) commemorativo della loro maggiore età, valido per la corrispondenza. Il particolare foglietto, non distribuito in altro modo (cosa che ha fatto infuriare i collezionisti), potrà essere conservato per ricordo o per iniziare una raccolta della Repubblica italiana, ritornata popolare negli ultimi anni, o per rivenderlo attraverso E bay o ai numerosi commercianti disponibili ad assorbirlo immediatamente per far fronte alla lunga lista d’attesa di appassionati. Solo intorno ai 60 mila giovani, 30 mila maschi e 30 mila femmine, hanno ritirato il foglietto a loro destinato, la restante tiratura è stata distrutta, la coppia dei due foglietti è quotata 1.500 euro sul Sassone 2009. Anche la raccolta della Repubblica, come quella del regno, custodisce “errori filatelici” di interesse museale. Sono anche chiamati “difformi ma non deformi”, i quali – per un errore in fase di stampa – nascono difformi dalla versione ufficiale (mancanza di un colore, spostamento delle scritte, omissioni di particolari dell’immagine). Alcuni errori, non recenti, sono francobolli infatti di grande valore: per la loro naturale difformità sono sfuggiti ai controlli visivi unitari condotti dagli addetti alla Qualità presso l’Officina Carte Valori (molto spesso oberata da pressanti uscite), sono stati confusi coi francobolli ufficiali, venduti agli sportelli postali e perfino usati per affrancare la corrispondenza. Così ad esempio nel 1965 due fogli di un francobollo celebrativo dell’Unione Internazionale delle Telecomunicazioni, con la scritta commemorativa in basso anziché in alto per un’errata interpretazione di registro in fase di stampa, vennero casualmente venduti alla posta centrale di Venezia e alcuni di questi esemplari furono usati per affrancare delle buste primo giorno.