Permangono numerose criticità sulle nuove emissioni filateliche italiane, verso le quali le autorità postali italiane non stanno facendo ancora praticamente nulla. L’emissione speciale per i diciottenni – diciamolo francamente – è stato un fiasco.
Voluta da alcune frange del commercio filatelico per attirare i giovani alla filatelia, approvata in Consulta ministeriale, ci si è accorti che di giovani ne ha attratti ben pochi. Inoltre, la comunicazione e la pubblicità riservata all’emissione è stata pressoché inesistente. Generico il manifesto: “Non è specificato che il francobollo viene dato a titolo gratuito, e non si dice, o meglio non si fa intuire, che sarà comunque un pezzo raro che potrà valorizzarsi nel tempo”. E per di più non ci sono state le promesse cinquecentomila lettere alle famiglie dei diciottenni. Sulla carenza comunicativa il Ministro ha convenuto, “anche se va tenuto presente – ha precisato – che il decreto del Presidente della Repubblica prevede espressamente che l’iniziativa non deve comportare alcun onere aggiuntivo per lo Stato”. La lettera c’è, e viene consegnata assieme al foglietto di lusso. “Spedire 600.000 lettere avrebbe comportato una spesa non indifferente. Senza dimenticare che all’inizio quantomeno si era in par condicio elettorale. Penso invece – ha concluso l’onorevole Landolfi, ex Ministro delle Comunicazioni – si possa, e anzi si debba fare, un manifesto più incisivo”. Da diffondere anche nelle scuole. Nell’ambito magari dell’attuazione del protocollo d’intesa, sul quale il Ministro punta molto. Di sicuro molto più del foglietto destinato ai Diciottenni.
Comunque viene da chiedersi perché promuovere la filatelia con un’emissione “negata” ai collezionisti abituali, i quali sono gli unici appassionati fedeli alla raccolta, mentre si rinuncia al veicolo promozionale più naturale, quello di far circolare le novità commemorative sulla corrispondenza? I normali rivenditori di francobolli per uso postale dovrebbero ricevere dalle poste solo francobolli commemorativi, ed invece ne sono sempre privi. Se si avesse a cuore questa promozione, i francobolli commemorativi dovrebbero graficamente risultare d’impatto, essere capaci di lanciare con pochi tratti il loro messaggio, seguire le regole della comunicazione tramite giuste immagini, innovazione grafica ed originalità. Questo purtroppo in Italia non avviene ancora. Viene da sé che per dare il giusto tempo all’artista per l’elaborazione di un bozzetto la Consulta dovrebbe ridurre drasticamente il numero di emissioni commemorative l’anno (oggi intorno a cinquanta !!!) dedicandole solo ad eventi, luoghi e persone di rilevanza indiscussa ed internazionale, con tirature modeste che si esauriscano in pochi mesi, e non i 3,5 milioni di esemplari per francobollo che non si sa che fine fanno, visto che sulla corrispondenza non se ne vede l’ombra! Nessuno, ricordiamolo, vieta emissioni a tiratura limitata, l’importante che siano disponibili a tutti i collezionisti, come lo è stato il libretto di Montecitorio del 2003!