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Klimt di Raul Ruiz

“KLIMT” DI  RAUL RUIZ  

Non ancora uscito sui grandi schermi italiani la pellicola del regista cileno dedicata agli ultimi anni di Gustav Klimt

TRAMA: Il film racconta del periodo più “caldo” della vita del grande artista austriaco Gustav Klimt come uomo a causa della passione lancinante provata nei confronti di Lea De Castro, come artista, dato il momento storico delicato, il passaggio tra la fine dell’ Ottocento e gli inizi del Novecento.

RECENSIONE:  Non è ancora uscito sul grande schermo italiano l’ultimo film del regista cileno Raùl Ruiz. Non so perché. La burocrazia spesso ha ucciso l’immagine. La pellicola si svolge all’inizio nell’anno 1918 quando Klimt (John Malkovich) era malato in ospedale all’ultimo stadio della sifilide. Iniziando da qui e per tutto un lungo cammino narrativo a ritroso (flashback) si racconta un pezzo della sua Vita attraverso i suoi occhi in una visione caleidoscopica della realtà. Raúl Ruiz ha un preciso incambiabile stile, è figlio del Surrealismo. Ci sono tratti di pura realtà come ad esempio la profonda relazione che unisce l’artista con il pittore Egon Schiele, alla quale è dedicata molto spazio nella pellicola. La opera stessa di Klimt, quanto la pellicola di Ruiz, sono un pezzo di Storia di un passaggio di secolo molto delicato, una “narrazione visuale delirante” sulla Vienna della fine dell’Ottocento caratterizzato dalla Belle Époque, sfondo alle vicende intricate e passionali dell’artista dal momento unico e preciso dall’incontro all’Esposizione Universale di Parigi del 1900 con Lea de Castro (Saffron Burrows). E’ bella. Emozionante, viva, sensuale, potentemente erotica, irresistibile. È innegabile che Klimt non ne rimanga fulminato e metta da quel momento un’impronta di colori accesi nelle tele, i rossi e gli ori. La realtà diviene un po’ distorta ma più umile a causa del forte sentimento provato da un uomo che ha vissuto superbo, altero più che apprezzato, riconosciuto e stimato nelle vesti d’artista. Raùl Ruiz unisce le figure reali a quelle immaginarie esattamente come Klimt fa nei suoi quadri scegliendo, nel pieno del suo stile, prima l’immagine trasfigurata. Così nasce “il balletto” di una disinibita di Les De Castro totalmente nuda innanzi al pittore che freme per Lei, la sua grande musa ispiratrice. Nulla è lineare nella caleidoscopica pellicola e lo stesso Ruiz in un’intervista recente a Roma definisce il film “una fantasmagoria”. Nonostante tutto questo il film riesce ad essere statico, tranne in due sequenze in cui la linea del cardiogramma che scandisce il battito del cuore minimamente si alza, quando Klimt tira una torta in faccia a ungentiluomo in una cena sociale e subito dopo pochi secondi, pentito, cerca di pulirlo con le sue stesse mani, e quando incontra una delle sue figlie sparse per il mondo e freddamente riconosciute (non se ne sa il numero preciso) in un bordello. Ma che fine ha fatto poi l’autore? E il film? Perché non è uscito sul grande schermo? Ruiz continua ad avere dalla sua parte la partecipazione di attori famosi e ricche coproduzioni internazionali (Klimt è stato coprodotto da Francia, Germania, Austria e Gran Bretagna) ma con l’Italia forse non ha mai avuto un buon rapporto. Peccato .

SCHEDA “KLIMT” di RAUL RIUZ

TITOLO ORIGINALE:

 

Klimt

ANNO:

2006

GENERE:

Biografico, Storico

REGISTA:

Raoul Ruiz

SCENEGGIATORE:

Raoul Ruiz, Gilbert Adair, Herbert Vesely

MUSICA:

Jorge Arriagada

DURATA:

97 Minuti

NAZIONE:

Austria, Francia, Germania, UK

CAST:

John Malkovich (Gustav Klimt)

Veronica Ferres (Emilie Flöge)

Saffron Burrows (Lea de Castro)

Stephen Dillane (Sekretär)

Paul Hilton (Octave Herzog)

Sandra Ceccarelli (Serena Lederer)

Karl Fischer (August Lederer)

Irina Wanka (Berta Zuckerkandl)

Nikolai Kinski (Egon Schiele)

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