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Intervista a Siva

 

Federico Zandomeneghi, Il tè – particolare (Foto: Luca Zuccala © ArsLife)

Nato a Milano nel 1982, dove vive e lavora

Cosa ne pensi del panorama dell’arte contemporanea italiana? Una tua opinione anche sul panorama dell’arte  internazionale?
Penso che in Italia l’arte contemporanea soffra di un’eccessiva attenzione ad una pittura tradizionalista e ad un’arte bon-ton senza slanci vitali.
 Un’arte spesso premiata dal piccolo e bigotto mercato italiano, ma che non riesce ad entrare nel discorso dell’arte contemporanea internazionale, dove invece sono premiati gli artisti più coraggiosi. Il conformismo dell’arte italiana ha trovato piena espressione nella censura della mostra “Arte e Omosessualità” e nelle sempre più numerose e noiose fiere d’arte contemporanea. I migliori fermenti nell’arte italiana li si trova nei giovanissimi, ancora liberi dal bigottismo del mercato dell’arte italiano e quindi più vicini alle tematiche del contemporaneo internazionale.

Quali artisti e pittori viventi ti piacciono?
Per quanto riguarda il panorama internazionale, mi piacciono Ryan McGinnes, Takashi Murakami, Jeff Koons, Matthew Barney, Bjork e Damien Hirst. Mentre per quanto riguarda l’Italia mi piacciono i giovanissimi artisti dall’impronta new pop o gotica-onirica: Daniele Giunta, Massimo Gurnari, Umberto Chiodi, Daniela Cavallo, Giuseppe Veneziano, Gabriele Arruzzo.

Quali sono i tuoi punti fermi, i tuoi maestri, gli artisti che per te sono una continua fonte d’ispirazione?
Da quando ho cominciato a dipingere ho guardato come dei maestri tutti gli artisti che non si sono limitati ad operare nell’arte come artigiani  ma che hanno saputo interpretare nella loro stessa persona lo spirito del proprio tempo: Salvador Dalì, Andy Warhol, Damien Hirst… tutti grandi comunicatori.

Quali sono i materiali che impieghi nelle tue creazioni artistiche? Quali sono i materiali che più ti piacciono?
Dipingo con colori acrilici su un tessuto particolare, dall’effetto metallico, che si chiama “carta caramella”. In seguito contorno con il pennarello nero o blu tutti gli elementi del dipinto. In generale mi piacciono i materiali che attirano l’attenzione, ho una passione per i materiali che riflettono la luce.

Le tue composizioni sembrano una stratificazione di immagini. Ci puoi descrivere il processo pratico attraverso cui arrivi al risultato finale? Puoi descrivici le sperimentazioni a cui ti sei dedicato di recente?
I miei lavori recenti nascono dall’accostamento di pattern grafici sovrapposti, così che si creino  delle quinte sceniche bidimensionali, fra cui inserisco anche degli animali resi in modo tridimensionale. Nel dipinto viene a crearsi una duplice ambiguità tra spazio bidimensionale e tridimensionale a questo si aggiunge poi una sorta di quarta dimensione dovuta al fondo traslucido della “carta caramella” (particolare tessuto metallico sul quale dipingo che ha un effetto simile alla carta dei cioccolatini).

Siva è il nome di una divinità indiana (anglicizzato Shiva) fa parte della Trinità Indù ed è conosciuto come il Distruttore? Come mai questo pseudonimo? Cosa significa?
Il mio pseudonimo “Siva” deriva da una mia passione di qualche anno fa per la mitologia indiana. Siva è una divinità che ha a che fare con la rigenerazione, concetto molto diverso dalla semplice distruzione. Ho deciso di mantenere questo pseudonimo che sento come una sorta di logo… di marchio di fabbrica, con un’ambiguità maschile-femminile che mi piace molto. Mi faccio chiamare Siva anche nella vita privata, dato che interpreto il mio personaggio 24 ore su 24 (credo che solo chi recita se stesso dica la verità). Intendo la mia vita come un’opera d’arte.

Quest’anno hai curato le collettive “Fase Rem” presso Artificio LAB e “REMIX” alla Galleria Bianca Maria Rizzi di Milano. Come ti sei sentito nel ruolo di curatore, a stare dall’altra parte?
Sono sempre stato curioso di conoscere tutti gli aspetti del “sistema dell’arte”, per questo ho accettato la proposta di organizzare una mostra collettiva presso Artificio Lab, e successivamente una collettiva presso la Galleria Bianca Maria Rizzi. In queste mostre ho raccolto dei giovani artisti accomunati da una tendenza all’evasione dalla realtà contingente. Oltre ad invitare artisti già affermati come Daniela Cavallo e Daniele Giunta, ho invitato anche giovani promesse alla loro prima mostra, come Mirko Canesi e Nunzia Cardone. Nel fare il curatore ho scoperto che in Italia le vere star non sono gli artisti ma sono i curatori.

Hai partecipato alle attività di Artificio LAB, un nuovo spazio culturale nella realtà dell’arte contemporanea milanese. Pensi che ci siano spazi adeguati per l’arte dei giovani artisti a Milano e in generale delle città italiane? Per un giovane oggi è più facile inserirsi nel circuito artistico?
Credo che un giovane artista a Milano può trovare facilmente una vetrina, più che in altre città.

L’inserimento reale nel circuito artistico però dipende dalla qualità del lavoro, dal carattere dell’artista, che deve sostenere delle tensioni molto forti e dalla validità del lavoro in relazione al contesto culturale.

Siva (1982), Eloisa Gobbo (1969), Gabriele Arruzzo (1976). Tre artisti trentenni o quasi, che nella loro produzione più recente, utilizzano linguaggi grafici che includono simboli, illustrazioni e un forte decorativismo. Pensi che questo interesse per immagini irreali e “fantastiche” corrisponda ad una fase storica che i  trentenni di oggi stanno attraversando?
Sì. Credo che la tendenza all’escapismo dei più interessanti artisti delle ultime generazioni sia il riflesso di una condizione generale di reazione alla pesantezza della situazione politica internazionale. Gli artisti oggi non denunciano più gli orrori del mondo, ma trovano nuove soluzioni di felicità e piacere nello spazio onirico, in una nuova realtà. Piena espressione di questa tendenza è il fenomeno di MySpace, sorta di realtà parallela nel web, dove spesso trova rifugio l’arte più underground, che è anche l’arte più vitale.

Le scene dei tuoi quadri sembrano ambientate in un Eden-acquario dove tutto è meraviglioso e sospeso. Cosa rappresenta questo Paradiso per te? E’ un mondo ideale in cui rifugiarsi per fuggire ad una realtà poco ospitale? Oppure sono paradisi mentali, sogni più veri della stessa vita?
Nei miei dipinti voglio creare uno spazio immaginifico dove cadono le gerarchie e le differenziazioni dettate dalla società, dove gli uccelli nuotano e i pesci volano, dove i cartelli stradali perdono la loro connotazione simbolica originaria per diventare solo dei segni. Questo secondo me è il Paradiso.

A cosa stai lavorando in questo momento? Hai in programma mostre o partecipazioni a fiere?
In questo periodo sto lavorando molto, passo molte ore al lavoro, soprattutto su dipinti di grandi dimensioni.
Dopo il successo della collettiva “Eterofilie” a cura di Ivan Quaroni alla Galleria Annovi a Sassuolo mi sto preparando alle future mostre: una collettiva alla Galleria Antonio Battaglia, di Milano, una collettiva sempre a Milano alla Angel Art Gallery, una grande esposizione collettiva a cura di Ivan Quaroni in uno spazio pubblico a Valmadrera (Lecco) intitolata “Overwiew” ed una pressola Galleria Fioretti a Treviolo (Bergamo), a cura di Ivan Quaroni, in programma per il prossimo febbraio.

Mostre personali:

2006   Paradiseion, a cura di Ivan Quaroni, Galleria Novato, Fano

          Media Ludo, Studio Artese Opening Arts, Milano

          Giardino cosmico, a cura di Alessandro Riva e Chiara Canali, Galleria Bianca Maria Rizzi,  Milano
2005   A due anni ne aveva già venti, a cura di Cecilia Antolini, Galleria Bianca Maria Rizzi, Milano

Mostre collettive:

2008  Overview, a cura di Ivan Quaroni, Centro civico culturale Fatebenefratelli, Valmadrera (Lc)2007  La nuova figurazione, to be continued…, a cura di Chiara Canali, Fabbrica Borroni, Bollate  (Milano)         Eterofilie, a cura di Ivan Quaroni, Galleria Annovi, Sassuolo         OUT, a cura di E. Saccardi e E. Scuto, in collaborazione con Unione Europea, Ministero del Lavoro e la Regione Liguria, Complesso Monumentale di Santa          Caterina, Finale Ligure (SV)         Allarmi 3, a cura di Ivan Quaroni, Cecilia Antolini, Alessandro Trabucco e Alberto Zanchetta, Caserma de Cristoforis, Como   
         Bazaar pop up (dentro Street art sweet art), a cura di Alessandro Riva, P.A.C., Milano                   60 opere di arte contemporanea (asta per ADISCO), a cura di Ivan Quaroni, Sotheby’s, Milano2006  Premio Italian Factory 2006 (fuori concorso), a cura di Alessandro Riva, Casello Ovest di Pta Venezia (Casa del Pane), Milano
         Human@rt, a cura di Lucio Barbera, Le Ciminiere, Catania2005 Kiss 4 Africa, in collaborazione con Galleria Cà di Frà, Galleria Bonelli e Galleria Il Torchio, Spazio Cultural In, Milano        Caro Babbo Natale, a cura di Chiara Canali e Cecilia Antolini, Galleria Aus18, Milano
        Altre voci altre stanze, a cura di Alessandro Riva, Le Ciminiere, Catania        Premio Parati (secondo classificato), società cooperativa Rinascita, Vittuone        I giovani talenti delle Accademie di Belle Arti italiane, Galleria Previtali, Milano        4 proposte di pittura under 30, Galleria Antonio Battaglia, Milano        Premio Ghiggini arte giovani 2005, Galleria Ghiggini, Varese2004 14/500, Galleria Bianca Maria Rizzi, Milano        Kermesse – Premio Italian Factory 2004, a cura di Alessandro Riva, Superstudiopiù, Milano

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