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A piedi nudi

Tre storie, tre vite. Un sentiero comune costituito dalla fragilità dell’essere donna; ruoli imprigionati nelle consuetudini ma che tentano di sfuggire alle catalogazioni, regalando epiloghi dal risvolto imprevedibile. Dacia Maraini porta in scena il suo ultimo spettacolo, A Piedi Nudi, per la regia di Pietro Carriglio, indagando con sguardo attento e puntuale su la vie al femminile, sul significato più intimo del ruolo di madre, di moglie e di amante. Lo fa con ironia, presentando allo spettatore le sue Carmelina, Lia e Giulia, attraverso la narrazione di tre delicate miniature che mantengono, tuttavia, la coesione e la compattezza di una pièce unitaria. Personalità distinte, interpretate da una splendida Liliana Paganini che non si risparmia in nessuna delle protagoniste.

I tic di un’ornitologa alle prese con un uomo recidivo, l’ingenuità di una madre, illusa e disillusa, le pene di colei che va a chiedere perdono sulla tomba del figlio, pentito di mafia. Ad allentare i toni l’intermezzo filosofico di Aurora, ragazza che, pur facendo il facchino nei dietro le quinte di un teatro, continua a sognare e a vagheggiare su Kant, le legge morale ed etica, il fine ultimo dell’esistenza terrena.
Non annoia, non stanca ma, semplicemente, porta nuova luce sui rapporti interfamiliari. Legami complessi, incatenati, aggrovigliati in una sorta di climax che culmina, con l’ultimo racconto, in un’alta tensione drammatica. L’uomo ne esce pesantemente sconfitto, ridicolizzato, quasi, da quella sua forza presunta ma non effettiva: manie ipocondriache, tendenza all’infedeltà e alla menzogna, propensione ad atti di bassa statura morale, lo condannano inevitabilmente ad un riso pirandelliano, amaro e malinconico. L’insondabile complicazione dei rapporti fra consanguinei, lascia impotenti, e si rimane nell’incertezza di poter definire la casa un rifugio protetto o, al contrario, una dimensione dal carattere alienante. E’, dunque, solo a piedi nudi, che ci i può avventurare per quel cammino, affascinante e misterioso, che ha la pretesa di indagare sui contenuti più veri ed autentici dell’anima.

INFO: www.teatrobiondo.it

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