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Lenny Kravitz

La ricerca del divino non è rock


Nuovo grandissimo appuntamento al Milano Jazzin festival con la rock star Lenny Kravitz. In assoluto il più amato sex symbol degli anni ’90, Lenny ha dato il via alla sua carriera con l’album “Let love rule”, uscito nel lontano ’89. Prima del concerto, nello stesso pomeriggio Lenny ha ricevuto il sigillo della città di Milano da parte di Giovanni Terzi, assessore allo sport e al tempo libero di Milano. Kravitz è salito sul palco in splendida forma (a parte forse il viso un pò ingrassato a causa dell’età) e quasi in perfetto orario, completamente vestito di nero, giacca di pelle, occhiali da sole e stivaletto, accompagnato dalla sua inseparabile chitarra. Degno di nota il pubblico in delirio, per la maggior parte composto, non a caso, da migliaia di donne ‘dall’ormone libero e scatenato’ che ogni tanto gli gridavano “nudo!”. L’uscita del nuovo album ha dato il via al tour ufficiale ‘Love Revolution’ che prende proprio il nome dal disco intitolato ‘It’s time for a love revolution’. Molti i brani eseguiti appartenenti all’appena citato cd, tra cui la strappa lacrime ‘I’ll be waiting’ e la simpatica “Love, love, love” oltre a vecchi cavalli di battaglia come “Fly away”, “American woman” e “Let love rule” che dà il nome al suo primo album. Bisogna dirlo però, Kravitz non è più quello di una volta. Tagliati i dreadlocks se ne è andata via anche una parte della possente anima rock del cantante. Circondato da musicisti di altissimo livello, i momenti più entusiasmanti del live, durato per ben due ore, sono stati proprio quelli regalati dagli assoli del batterista (un vero talento), dell chitarrista (quasi ai livelli dell’amico Slash, quasi), dai sassofonisti e dai trombettisti. Improvvisazione, sperimentazione, ispirazione intrisa di verve, di libertà e di vero amore per la musica. Lenny è un gran compositore. Agli inizi della sua carriera era lui a suonare tutti gli strumenti nei suoi dischi, perchè Kravitz la musica ce l’ha veramente nel sangue. E’ diventao un personaggio famoso e forse in parte si è un pò venduto al mercato discografico per arrivare anche a fans non amanti del genere. Kravitz non ha mai fatto niente di trascendentale, suonava semplicemente vero, puro e sano rock and roll. Oggi è un pò più vicino al pop, ma solo in alcuni brani. Anche nell’ultimo disco il mito ci regala grandi schitarrate e groove da competizione, ma non esistono più brani come ‘Are you gonna go my way’, pezzo storico con il quale si è anche concluso il concerto naturalmente. Lenny, in una delle ultime interviste rilasciate, ha confessato di aver rivolto la sua attenzione non più verso le donne (sua grande passione), ma verso Dio e l’infinito. Che sia stato anche questo a togliere un po’ di ispirazione e di grinta ai suoi brani? In God he trust..

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