Nato a Desio (MI) nel 1970.
Vive e lavora a Milano.
Diplomato nel 1992 all’Accademia delle Belle Arti di Brera, Milano.
Oltre alla pittura, ha realizzato titoli di testa di cortometraggi, le scenografie per spettacoli teatrali e stand al Salone del mobile di Milano. Nel 2001 crea la sigla per la campagna pubblicitaria di TELE+ (animazione). Nel 2003 cura le scenografie e costruisce le marionette del film di Vittorio Moroni, Tu devi essere il lupo. Illustra libri per bambini e collabora con alcune riviste. Nel tempo libero trasforma oggetti comuni (tavoli, sedie, divani) in animali.
– Una domanda sul titolo della tua mostra, in corso alla Angel Art Gallery di Milano. Perchè hai scelto la parola “Still”? Sembra il massimo dellâambiguitĂ : in inglese il termine âstillâ è un sostantivo (calma, tranquillitĂ ), un aggettivo (quieto, placido), un avverbio (nonostante, comunque) ed un verbo (calmare, moderare). A cosa si riferisce tutta questa calma? Chi è fermo e quieto?
I miei lavori sono tutti senza titolo. Credo che il titolo finisca per influenzare chi guarda e in qualche modo riduca le possibili letture e interpretazioni. Ho l’impressione di lasciare chi guarda piĂš libero. La scelta del titolo di una mostra è una cosa diversa. Di solito parto da una parola che ha l’unico scopo di diventare un contenitore. Quindi guardo i miei lavori e scelgo delle parole che potrebbero essere affini….ad esempio “Still” parte dall’idea di sospensione e di calma che si percepisce (almeno in apparenza) guardando il mio lavoro.
La calma potrebbe essere il filo conduttore della mostra. Un filo che è sempre vicino alla rottura.
– I lavori esposti a Milano, sembrano frammenti di storie interrotte però hanno una forte componente geometrica, tanto che ad una rapida occhiata possono sembrare delle composizioni astratte. Che cosa sono questi dipinti? Polaroid che diventano involontari rebus? Oppure si tratta di virtuosismi geometrici creati con lâintento di ingannare lâocchio di chi osserva?
Sicuramente i miei lavori sono delle storie (chi guarda le completa) mi piace “costringere” lo spettatore ad andare oltre il limite del quadro.
Quando dipingo parto da un’idea che mentre lavoro si sviluppa. A volte durante lo sviluppo mi diverte creare qualche piccolo inganno o rebus.
Nel lavoro con il colibrĂŹ, ad esempio, ho cercato un modo perchĂŠ a un primo sguardo il volatile sembrasse dietro le sbarre (in effetti lo è)…ma la
cittĂ sullo sfondo ci chiarisce che il colibrĂŹ vola libero e dietro le sbarre c’è chi guarda. Diciamo che a seconda della storia che voglio raccontare utilizzo mezzi diversi.
Nel quadro del vulcano, la costruzione è molto geometrica. Sono partito da una sensazione e ho cercato di tradurla con forme e colori (ora non credo di riuscire a tradurla anche in parole) in ogni caso volevo fosse un paesaggio assolutamente essenziale e pulito. Ho “costruito” il vulcano partendo da una misura che è diventata l’unitĂ di misura del quadro….e quindi le distanze tra le linee e i bordi sono spesso uguali. Nello stesso quadro c’è una sorta di nevicata di cenere e anche la scelta dei colori è “geometrica”. Il cielo è grigio scuro,il vulcano è grigio chiaro e la cenere è l’unione dei due colori. L’effetto visivo e percettivo fa sembrare la cenere di due colori diversi…nella porzione di quadro scura sembra che per i fiocchi sia stato usato il colore del vulcano e viceversa.
– Il tuo modo di dipingere è assai diverso dallâarte che si vede oggi nelle gallerie italiane. Le tue immagini hanno i contorni marcati: una linea nera che ricorda quella dei ritratti di Julian Opie. Gli animali dei tuoi quadri sembrano provenire dal mondo surreale e infantile di Francesco Tullio Altan, mentre i tagli delle inquadrature, cosĂŹ nette e i tuoi personaggi gialli mi hanno ricordato la âlineaâ di Osvaldo Cavandoli. Ma chi sono i tuoi riferimenti? Quali sono i tuoi maestri?
Cerco di assorbire tutto ciò che mi stimola in modo positivo o negativo….a volte sono attento anche a ciò che non mi stimola. Faccio fatica a dire quali siano i miei modelli di riferimento. Certamente un’influenza di comics e cartoon si avverte in modo forte. Ma devo dire che mi sento
molto piĂš influenzato dal cinema che dalla pittura. Dovendo fare dei nomi: Igmar Bergman, Werner Herzog, Stanley Kubrick, Sam Peckinpah….e molti altri.
– Ivan Quaroni, nel testo introduttivo al catalogo della mostra âStillâ, dice che sei un artista inclassificabile. In una intervista del 2006Â hai detto che tra gli artisti che senti piĂš affini ci sono: Jean Dubuffet, Edvard Munch, Jean-Michel Basquiat, Marc Chagall e Amedeo Modigliani. Cinque outsider, artisti fortemente riconoscibili nella loro specificitĂ e difficilmente assimilabili a gruppi e correnti. Tu come ti vedi? Sei uno fuori dal coro?
Sono sempre stato stonato. Nessun coro mi accetterebbe. Scherzi a parte,tendo a non uscire molto spesso di casa. Il mio lavoro si sviluppa nel mio studio. Non ho molti contatti con il mondo dell’arte e le varie correnti. Naturalmente vivo….a Milano….nel 2008….e quindi potrei essere assimilato a gruppi e correnti artistiche. La cosa mi interessa relativamente ma non mi crea nessun fastidio. Non mi vedo nĂŠ dentro nĂŠ fuori dal coro.
–Â Ti sei diplomato in pittura allâAccademia delle Belle Arti di Brera e hai lavorato come illustratore di libri per lâinfanzia, hai creato fumetti, immagini animate, decorazioni murali e persino dato nuova vita a pezzi di arredamento. In quale ambito ti senti piĂš a tuo agio? E in questo momento quale tecnica espressiva preferisci?
Mi piace cimentarmi in cose che non conosco e non so fare. Fa sempre bene misurare i propri limiti…ogni tanto mi capita ed è molto stimolante (fumetto,animazione,libri per l’infanzia…). Prevalentemente mi sento un pittore…direi che mi sento a mio agio con pennelli, colori, musica e testa che si perde da qualche parte.
– Le immagini che costruisci non sono immediatamente decifrabili anche se i soggetti ritratti sono semplici (oggetti, animali, particolari di questi). Questo stile cosĂŹ sintetico, che spiazza ed inganna lâocchio mi ha fatto pensare alle nature morte (still life, il titolo ritorna) di Patrick Caulfield, artista della Pop Art inglese. Senti qualche affinitĂ con lâarte pop? Pensi di esserne stato influenzato? Apprezzi di piĂš la Pop Art inglese o quella americana?
Cerco di mettere in scena delle idee,delle sensazioni e delle situazioni che per quanto possano sembrare paradossali sono per me molto vicine alla realtĂ . Certo non voglio dire che dipingo la realtĂ in modo realistico. Una pittura semplice con tinte piatte e contorno nero mi sembrava quella piĂš adatta per le cose che voglio dire…..immediata,semplice….ma anche tagliente come un rasoio…qualcosa di pulito e chirurgico.
Per quanto trovi interessante il movimento della Pop Art,e riconosca che ha avuto una qualche influenza sul mio lavoro….mi sento in realtĂ abbastanza distante. La Pop Art inglese la trovo piĂš interessante ma apprezzo anche alcuni artisti Pop Americani come Allan D’Arcangelo, Roy Lichtenstein e Tom Wesselmann.
– In passato hai esposto alla Cueva â No art gallery di Milano, lâopposto delle solite gallerie dâarte. Una vetrina per artisti che difficilmente verrebbero presi in considerazione dalle gallerie. Pensi che a Milano e in Italia ci sia un adeguato numero di luoghi per lâarte dei giovani o di quegli artisti esclusi dal mercato? Pensi che oggi per un giovane artista sia piĂš semplice inserirsi nel circuito dellâarte?
Non ho troppo presente la situazione italiana, ma credo che negli ultimi anni Milano si sia aperta e abbia aperto molti spazi andando a soddisfare ogni tipo di richiesta (gallerie,spazi dismessi,centri sociali,locali vari….). Recentemente la cittĂ ha anche aperto i suoi musei piĂš importanti proprio alla street art che ĂŠ un movimento relativamente giovane e ai margini dei circuiti ufficiali (almeno in Italia).
Comunque credo che sia importante concentrarsi sul proprio lavoro. Nel momento in cui il lavoro c’è….lo spazio si trova.
– Anche tu come molti altri artisti hai un sito internet che presenta il tuo lavoro (www.massimocaccia.it), pensi che ormai avere un portfolio in rete, una finestra sempre aperta, sia imprescindibile? Che vantaggi ti offre il world wide web?
Credo che un sito non sia indispensabile. E’ però il mezzo piĂš semplice e accessibile per far vedere il proprio lavoro al Mondo (o al tuo vicino di casa se ĂŠ rimasto chiuso dentro).– Arslife è un portale che si occupa di arte e mercato e quindi anche di collezionismo. Nel panorama dellâarte contemporanea internazionale quali artisti viventi acquisteresti? Se fossi un collezionista chi ti metteresti in casa?
Prima mi piacerebbe avere una casa đ
Una volta che avessi una casa mi piacerebbe appendere un lavoro di Daniel Johnston,uno di Marcel Dzama e uno di Conrad Botes. Poi appenderei il manifesto di “Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto”.
–Â Fino al 31 ottobre 2008 esporrai alla Angel Art Gallery a Milano, quali sono i tuoi progetti per il futuro?
I miei progetti sono:
Riposo.
Un viaggio.
Una collettiva curata da Ivan Quaroni sempre alla Angel Art Gallery di Milano, dal 2 dicembre 2008 al 14 febbraio 2009 con gli artisti:
Marcel Dzama,
Takashi Murakami,
Aya Takano,
Kukula,
Ana Bagayan,
Xno,
Greg Gossel,
Fulvia Mendini,
Vanni Cuoghi
e
Giuseppe Veneziano
Oltre alla mostra dovrebbe esser pubblicata a breve una filastrocca, “La pecorella” che ho illustrato, pubblicata dalla casa editrice Topipittori.
– Libere considerazioni
Credo di aver detto abbastanza sciocchezze. Quindi mi fermo.Mostre personali:
2008 Still – Angel Art Gallery Milano
2007 Happiness – Kufstein (Austria)
2006 Painkiller – PopSolid Milano
2006 Babel Festival Atene (Grecia)
2005 Cartoon – La Galleria Modena
2004 Tre pulci sulla pancia – LâAffiche Milano
2003 Happiness – LaCueva Milano
2002 Scontri – Studio Ramak Milano
2001 Per te colorerò la luna di rosso – Annotazioni dâarte Milano
2000 Mostri – Milano/Sondrio/Vigevano
Mostre collettive:
2008 Angel Art Gallery Milano
2007 POPinvaderz – Modopop Roma
2007 Lilt.Art – Broletto Novara
2007 Toysinxland – Luccacomics Lucca
2007 Mtv Toys – Milano
Street Art Sweet Art – PAC Milano
Pubblicazioni:
2007 Deep Sleep (Grrrzetic Editrice)
2005 Ruga e Tarta (Hablò Edizioni) testo Ferruccio Giromini, illustrazioni Massimo Caccia
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