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Turner e lo spettacolo della Natura



Ferrara, Palazzo dei Diamanti
16 novembre 2008 – 22 febbraio 2009

TURNER E L’ITALIA  è una mostra dedicata al pittore inglese Joseph Mallord William Turner e al suo rapporto con l’Italia allestita al Palazzo dei Diamanti di Ferrara.

 

Curata da James Hamilton  e organizzata da Ferrara Arte in collaborazione con la National Gallery of Scotland di Edimburgo.

William Turner, Pescatrici napoletane sorprese mentre fanno il bagno al chiaro di luna, 1840 olio su tela, 65,7 x 81 cm, The Huntington Library, Art Collections and Botanical Gardens, San Marino (CA)


William Turner è stato artefice di una autentica rivoluzione pittorica, superando i limiti della raffigurazione prospettica per restituire gli aspetti più segreti del sublime spettacolo della natura. Creò uno spazio del tutto nuovo, intriso di luce e di colore, che aprì la strada alle correnti moderne di fine Ottocento. 
Nella formazione della sua poetica l’Italia ha avuto un ruolo fondamentale. Il pittore inglese fu infatti profondamente affascinato dal nostro paese e dalla sua tradizione artistica tanto che, durante tutta la sua vita, non smise mai di studiare le opere dei maestri antichi e moderni e si recò in Italia molte volte trovandovi l’ispirazione per alcuni dei suoi più celebri capolavori.

 

Per comprendere a fondo l’importanza del rapporto che legò Turner al nostro paese, Ferrara Arte, in collaborazione con la National Gallery of Scotland di Edimburgo, organizza una mostra che, per la prima volta in maniera esaustiva, affronta questo nodo cruciale nella produzione del grande artista. Un’ampia selezione di olii, acquerelli, disegni, incisioni e taccuini, provenienti da importanti musei e collezioni di tutto il mondo, ripercorre l’intero arco della carriera di Turner, dai quadri giovanili fino agli straordinari capolavori dell’ultimo periodo, ricostruendo i suoi viaggi e spostamenti nella nostra penisola.

Ad accogliere il visitatore sono olii e acquerelli che ritraggono “sublimi” scenari montuosi della Gran Bretagna e fresche vedute di paesaggi italiani dipinti dal giovane artista prima di recarsi in Italia. Queste opere mostrano come egli fosse attento a cogliere la lezione dei maestri del passato e, ad un tempo, guardasse la pittura di paesaggio inglese contemporanea di Robert Cozens e Richard Wilson. 

William Turner, Castello di Dolbadern, 1800 olio su tela, 119,4 x 90,2 cm Royal Academy of Arts, Londra

William Turner, Passo del San Gottardo dal centro del ponte del Diavolo, 1804 acquerello e raschiature su carta, 1010 x 680 mm Abbot Hall Art Gallery, Kendal

Il percorso prosegue con una serie di quadri e opere su carta in cui Turner trascrive magistralmente le emozioni provate lungo il cammino che nel 1802, attraverso la Francia prima e le Alpi poi, lo porta per la prima volta in Italia.

 

William Turner, Bonneville, Savoia, c. 1812 olio su tela, 92,9 x 123,8 cm, Philadelphia Museum of Art, John G. Johnson Collection, 1917

William Turner, Il lago d'Averno. Enea e la Sibilla Cumana, c. 1814-15 olio su tela, 71,8 x 97,2 cm, Yale Center for British Art, Paul Mellon Collection, New Haven

Una volta tornato in patria, è lo studio delle opere dei grandi maestri conservate a Londra a permettere al giovane artista di mantenere vivo il ricordo delle vedute italiane. I paesaggi classici, in particolare quelli di Claude Lorrain, attraggono la sua attenzione e gli ispirano un gruppo di dipinti caratterizzati da una calda e morbida luminosità.

Claude Lorrain, Paesaggio con Apollo e le Muse, 1652 Olio su tela, 186 x 290 cm National Gallery of Scotland, Edimburgo

Nel 1819 Turner visita l’Italia per la seconda volta e soggiorna a Venezia, Roma e Napoli. Questo secondo e più approfondito incontro con il nostro paese segna l’immaginazione dell’artista e imprime una svolta decisiva al suo stile. Dall’esperienza di questo viaggio nascono gli splendidi acquerelli che raccontano la traversata delle Alpi ma anche alcune spettacolari e maestose vedute di Roma dalle quali traspare l’emozione provata dall’artista di fronte alle bellezze della città eterna. 

 

Napoli. Castel dell’Ovo con Sorrento e Capri in lontananza, mattina presto, 1819, acquerello su carta, 257 x 404 mm Londra, Tate, lascito dell'artista, 1856


 

Anche quando negli anni Venti si dedica al paesaggio inglese, Turner dà vita ad opere pervase dalle atmosfere respirate in Italia. L’artista, infatti, attinge spesso ai ricordi e agli schizzi eseguiti durante l’ultimo viaggio per comporre in atelier i suoi dipinti e per realizzare gli acquerelli destinati all’edizione del pregiato volume di Samuel Rogers, Italy.

 

William Turner, Ponte con capre, c.1806-07 acquaforte, acquatinta e mezzatinta, prova d’artista, 183 x 252 mm, Royal Academy of Arts, Londra

William Turner, Apullia in cerca di Appulo, 1811-19 (?) acquaforte e mezzatinta, 186 x 266 mm, Royal Academy of Arts, Londra

Turner torna in Italia nel 1828-29 e soggiorna soprattutto a Roma. È un periodo fecondo per l’artista che realizza alcune delle più ambiziose creazioni della maturità: grandi e scenografiche vedute realizzate in punta di pennello, ma anche originali olii in cui l’artista dà vita a composizioni dai tratti pittorici quasi “astratti”, veri e propri studi sulla luce e sul colore che preannunciano i futuri sviluppi della sua maniera. 

William Turner, Il ramo d'oro, 1834 olio su tela, 104,1 x 163,8 cm, Londra, Tate. Dono di Robert Vernon, 1847

 

La mostra si chiude con due spettacolari sezioni dedicate agli ultimi anni del maestro quando il suo stile raggiunge esiti di una sorprendente modernità. Si tratta delle vedute veneziane e dei maestosi paesaggiimmateriali che caratterizzano l’ultima, radicale fase della sua pittura.

William Turner, Arrivo a Venezia, 1844, olio su tela, 62 x 94 cm Washington, National Gallery of Art, Andrew W. Mellon Collection, 1937



L’impatto che l’arte, l’architettura e soprattutto la luce di Venezia hanno su di lui, plasma in maniera decisiva l’arte di Turner. Venezia ispira alcuni dei suoi più straordinari dipinti e acquerelli, vedute in cui i confini tra acqua, aria e terra si annullano e il paesaggio lagunare è dissolto in liriche sinfonie di luce e colore.

William Turner, Venezia. La Piazzetta con il doge che celebra la cerimonia dello sposalizio del mare, c. 1835, olio su tela, 91,4 x 121,9 cm Londra, Tate. Lascito dell’artista, 1856

William Turner, Tra i comignoli di Venezia. Il tetto dell’albergo Europa con il campanile di San Marco, 1840 gouache, matita e acquerello su carta, 245 x 306 mm, Londra, Tate. Lascito dell’artista, 1856

L’esperienza veneziana segna per l’artista un punto di non ritorno. L’aspetto narrativo affiora quasi esclusivamente dai titoli delle opere che spesso richiamano ancora i soggetti italiani. Nei paesaggi degli ultimi anni, più che al mondo sensibile Turner sembra ora rivolgere il proprio sguardo all’universo interiore, un territorio immateriale che non conosce limiti. A chiudere il percorso di mostra sono proprio queste opere meravigliose e commoventi in cui «l’immagine si isola o si diffonde in un cosmo di profondità sconfinata, non misurabile». 

Cenni Biografici di Joseph Mallord William Turner 

Turner è considerato uno dei massimi pittori inglesi e uno tra i più importanti esponenti del Romanticismo. Nei 76 anni della sua vita, che coincisero con un’epoca di grandi trasformazioni politiche, sociali e culturali – basti pensare alle guerre napoleoniche e alla rivoluzione industriale –  egli ha sempre guardato con curiosità e interesse alla realtà del suo tempo, reinterpretandola con una vena visionaria e radicale. 
Una personalità così geniale crebbe, sorprendentemente, in un ambiente relativamente modesto. Turner nacque nel 1775 a Londra, nel quartiere popolare di Covent Garden, e, in seguito alla grave malattia della madre, venne affidato ad uno zio materno residente a Brentford, il quale lo iscrisse alla scuola locale, dove il ragazzo ebbe la sua unica istruzione regolare. All’età di quattordici anni  Turner scoprì la propria vocazione artistica, trovando un sostegno nel padre, barbiere a Covent Garden, e si iscrisse alla Royal Academy School, lavorando contemporaneamente nello studio dell’architetto e topografo Thomas Malton. Inoltre, il giovane e ambizioso talento non perdeva occasione per estendere la propria cultura letteraria e visiva, studiando gli autori classici e visitando mostre, aste e importanti collezioni private, grazie ai precoci contatti stabiliti con grandi mecenati favoriti dalle conoscenze del padre. In questo periodo egli iniziò a viaggiare durante il periodo estivo per realizzare studi di paesaggio dal vero, un’abitudine che avrebbe mantenuto sino in età avanzata: le sue prime destinazioni furono l’Inghilterra, il Galles e la Scozia. 
Turner esordì con un acquerello all’esposizione della Royal Academy del 1790 e, nel 1796, vi presentò il suo primo dipinto ad olio. A partire da questa data egli mancò raramente questo prestigioso appuntamento, che gli consentì di ottenere importanti riconoscimenti pubblici, primo fra tutti l’elezione a membro della Royal Academy, nel 1802, all’età di soli ventisette anni. Un altro fondamentale riconoscimento gli venne nel 1811, quando fu nominato professore di prospettiva presso la stessa istituzione, incarico che gli offrì l’opportunità di approfondire i diversi problemi teorici legati alla pittura di paesaggio. 
Nel frattempo, nel 1802, Turner viaggiò per la prima volta nel continente. La pace di Amiens tra Inghilterra e Francia gli permise, infatti, di attraversare la Manica, di visitare Parigi e di studiare i maestri del passato al Louvre. Di qui egli si diresse verso le Alpi e la Valle d’Aosta, dove ebbe il suo primo contatto diretto con l’Italia. I disegni abbozzati nei suoi taccuini gli offrirono, al rientro a Londra, una preziosa fonte di ispirazione per dipinti ed acquerelli, per merito dei quali raccolse i primi importanti successi alle esposizioni londinesi. Dal 1804 Turner poté inoltre moltiplicare le occasioni per esporre il proprio lavoro, grazie all’apertura di una propria galleria.
Con la fine delle guerre napoleoniche ebbe finalmente la possibilità di organizzare un lungo viaggio in Italia. Partito da Londra nell’estate del 1819, Turner visitò diverse località italiane, tra cui Torino, Milano, i laghi, Brescia, Verona, Padova, Venezia, Bologna, Rimini, Ancona, Loreto, Spoleto, Civita Castellana, Roma, Napoli, Paestum, Firenze. Questo secondo e più approfondito soggiorno nella penisola lasciò un’impronta profonda nella sua pittura, che di qui in avanti si arricchì della luce e dei colori conosciuti in Italia, suscitando talvolta sconcerto nei cronisti contemporanei.
A partire dagli anni Venti Turner dedicò molte energie alla realizzazione di illustrazioni per prestigiosi progetti editoriali, un’attività che lo aveva impegnato sin dalla fine del Settecento, e che ora si era notevolmente intensificata, contribuendo enormemente a diffondere la sua notorietà.
Nel 1828 Turner compì un terzo viaggio in Italia, fermandosi soprattutto a Roma. Qui egli trascorse uno dei periodi più felici della sua esistenza: nominato membro dell’Accademia di San Luca, egli condusse un’intensa vita sociale, a contatto con l’ambiente artistico romano e con la pittoresca comunità di stranieri qui residenti, senza per questo trascurare il lavoro, di cui rimane testimonianza in un importante nucleo di dipinti e bozzetti. Altrettanto fondamentali furono gli ultimi due soggiorni italiani, durante i quali si concentrò soprattutto su Venezia e sul paesaggio lagunare. Questi produssero degli effetti duraturi e irreversibili nell’opera di Turner, che di qui in avanti appare concentrata sullo studio della luce e dei fenomeni atmosferici e sulla sperimentazione di gamme brillanti di colore puro, con esiti magici e quasi astratti. Sono le opere decantate da John Ruskin nel volume sui pittori moderni pubblicato nel 1843, nel quale Turner viene celebrato come il più grande esponente dell’arte moderna. 
Insignito delle più alte onorificenze, nominato presidente della Royal Academy nel 1845, nella tarda maturità Turner godette di una fama straordinaria, che, dopo la sua morte, non avrebbe cessato di crescere.
In questa fase estrema della sua vita la scomparsa del padre e degli amici più stretti contribuì a sviluppare in lui una vena di pessimismo, che lo indusse ad isolarsi nella villa di Cheyne Walk, senza tuttavia soffocare il suo desiderio di viaggiare attraverso il continente – fino al 1845 – e di dedicarsi alla pittura.
Turner si spense nel 1851 e venne sepolto nella cripta della cattedrale di St Paul.

CATALOGO                                         
Turner e l’Italia a cura di James Hamilton.
Saggi di James Hamilton, Christopher Baker, Nicola Moorby, Jacqueline Ridge.
Introduzioni di sezione e Cronologia di James Hamilton 
Editore: Ferrara Arte Editore
Formato: cm 23 x 30
Pagine: 256 a colori
Prezzo di copertina: in mostra e ordinandolo online prezzo scontato
euro 28,00. Prezzo in libreria euro 47,00

 

INFORMAZIONI UTILI:

TURNER E L’ITALIA
a cura di James Hamilton
Ferrara, Palazzo dei Diamanti

Orario: aperto tutti i giorni, feriali e festivi, lunedì incluso, dalle 9.00 alle 19.00; 
Aperto anche: il 1 novembre, 8, 25 e 26 dicembre, 1 e 6 gennaio

Ingresso: intero € 10.00, ridotto € 8.00, scuole € 4.00.

Call Center Ferrara Mostre e Musei: tel. 0532.244949, fax 0532.203064, 
e-mail: diamanti@comune.fe.it, WS: www.palazzodiamanti.it

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