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Il Vangelo secondo Pilato

Dal 25 novembre al 14 dicembre, presso il teatro Valle, Glauco Mauri e Roberto Sturnoportano in scena Il Vangelo secondo Pilato, una delle più interessanti opere di Eric-Emmanuel Schmitt. Lo spettacolo si divide simmetricamente in due parti: la prima, intitolata La notte degli ulivi, immagina Gesù che, poco prima dell’arresto e dunque della morte, ripercorre tutta la sua vita, colto dal dubbio circa la sua natura divina. Questa parte è una sorta di prologo e antefatto del secondo atto, ossia Il Vangelo secondo Pilato vero e proprio, nel quale Pilato per l’appunto, partendo dall’indagine sulla scomparsa del corpo di Gesù e sul suo riapparire poco dopo vivo, compie in realtà un’acuta analisi su se stesso e sul suo essere o meno uomo di fede.
Ma qual è davvero il pregio di questo testo? La magia è tutta nel primo atto, in cui viene narrata la vita di Gesù dall’infanzia alla morte. Ciò che appare qui evidente è il senso di familiarità trasmesso con grande naturalezza al pubblico: il monologo di un’ora che Mauri porta avanti senza il minimo cenno di cedimento espressivo sembra una di quelle storie antiche che il capofamiglia racconta davanti al camino acceso. Ma c’è di più: trascinare Gesù e la sua vita al di fuori dell’iconografia tradizionale non fa altro che accrescere la potenza e il fascino di una vicenda che da tempo immemore continua ad  accompagnare milioni di persone. L’umanità di Gesù, la sua partecipazione al dolore degli altri, la sua rinuncia all’egoismo della felicità e la conseguente scelta dell’amore verso tutti senza distinzione, ci restituiscono finalmente la purezza di una figura troppo spesso strumentalizzata e lontana dalla gente. Ma accanto a questo vediamo la sofferenza del dubbio, il vacillare della fede, e quel senso di impossibilità a contenere tutti i mali del mondo: quando la famosa frase “Padre mio perché mi hai abbandonato?” irrompe e risuona sul palco, quella sembra davvero la domanda universale, il grido di dolore, l’espressione di un senso di inadeguatezza che accomunano ogni essere umano.
E’ superfluo dire che tutto questo non sarebbe stato possibile senza la maestria di un attore straordinario come pochi altri in Italia: Glauco Mauri, ora severo, ora commosso, ora in preda all’ira o alla tenerezza, interpreta Gesù ma anche la nostra coscienza, dando vita a un’ampia gamma di sfumature emozionali soltanto con l’ausilio della propria voce e del proprio corpo. Nemmeno la musica può intervenire ad aiutarlo sul palco, ma solo piccoli cambi di luce: per il resto ci pensa da sé a trascinare il pubblico, sia dal punto di vista logico che sentimentale, nel racconto in prima persona di quella che forse è la storia più sorprendente che sia stata mai narrata.
Il trasporto emotivo lascia posto nel secondo atto alla logica sottile di Pilato, alias Roberto Sturno, impegnato a demolire il miracolo della vita di Gesù a colpi di razionalità stringente e feroce ironia. Il cambio di scenografia accompagna un testo più solenne, e non più naturale come prima: Sturno procede senza sosta, incalzando il pubblico e coinvolgendolo in un’indagine spietata ma necessaria. Eppure, grazie al suo talento interpretativo, le parole apparentemente così distaccate non possono non ricondurre allo straordinario groviglio di emozioni che si agita nelle profondità di ogni essere umano. Pilato è un uomo consumato dal dubbio della fede, come tutti noi. Quindi eccoci di nuovo alla dimensione iniziale, in cui il mistero ci travolge.
In due ore di spettacolo, è davvero facile restare inchiodati alla propria mente, cercando però una soluzione che possa comprendere anche il cuore e i suoi segreti: Il Vangelo secondo Pilato è un’opera aperta, così come è aperta la riflessione, più privata che pubblica, che ogni religione porta inevitabilmente con sé. Da vedere.

Informazioni utili:

Roma, Teatro Valle
dal 25 novembre al 14 dicembre 2008

Compagnia Mauri Sturno
GLAUCO MAURI
ROBERTO STURNO
IL VANGELO SECONDO PILATO
tratto dall’opera di Eric-Emmanuel Schmitt
traduzione Stefania Micheli
con Marco Blanchi
scene Mauro Carosi
costumi Odette Nicoletti
musiche Germano Mazzocchetti
adattamento e regia Glauco Mauri
Per informazioni e prenotazioni biglietteria del teatro tel.    06/68803794 (ore 10/19 – lunedì riposo)

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