Riflessione al vetriolo
Cos’è la destra, cos’è la sinistra…
Il dubbio già serpeggiava allora e l’indimenticato Gaber ne faceva canzone.Ad aprire le danze e il dibattito ci pensa Stenio Solinas su Il Giornale con l’articolo “Perché la Destra ha paura della Cultura”. Gli rispondono dar par loro fior di giornalisti ed opinionisti, avanzando ognuno risposte al quesito del perché la destra non riesca ad esprimere un’impronta culturale ed identitaria corrispondente al proprio peso politico e sul perché sussista a tutt’oggi una sorta di complesso nei confronti della supposta egemonia culturale della sinistra.
Io credo che una cultura di destra in realtà non esista più, e temo che il tentativo di rifondarne una sia vano quanto inutile. Se per cultura intendiamo non semplicemente un elenco nobile di nomi di riferimento o la testimoniaza solitaria di grandi penasatori che ancora esistono, ma un ecosistema di valori, aspirazioni, modelli, sentimenti, ebbene tutto questo ecosistema è di “sinistra”, insufflato dal vento del pensiero liberal che ha informato ed informa di sé ogni angolo della mente ed anche del corpo degli umani. Financo il nostro Cavaliere, che Dio ce lo conservi, in questa logica è di “sinistra”, un’icona pop e postmoderna, modello goffamente chiosato e vanamente inseguito dai residui del comunismo che non si sono voluti condannare alla mera testimonianza folkloristica. In realtà la maggioranza al governo esprime già una cultura che non è alternativa ad un altro pensiero, è la stessa declinazione modernista, solo che incontra resistenza nel meritorio intento di razionalizzazione della macchina statale. Pdl e Pd -se riuscisse, quest’ultimo a darsi finalmente una conformazione realmente riformista- sono le due facce della stessa medaglia. Il maldestro tentativo di AN, in ansia da crisi di identità, di crearsi un proprio pantheon fai da te arruolando personalità o brodi culturali di altra appartenenza, testimonia che il post-modernismo sorto sulle macerie delle ideologie non solo è totalmente inadeguato ormai come modello interpretativo della realtà, ma è addirittura il pilastro fondante del pensiero nullista. Credo che se mai qualcuno avesse l’ardire di voler rifondare un pensiero conservatore dovrebbe prendere atto che tutti i nodi che il ‘900 ci ha lasciato in eredità sono lì, e che ancora non riusciamo a crearci una visione che prescinda totalmente da essi.
Se per cultura di destra intendiamo quell’orientamento antimoderno, di solitario ed elitario “eroismo”, che cerca di ricostituire un universo simbolico di radicamento antropologico eurocentrico, ebbene quel mondo si è dissolto nel sangue della seconda guerra mondiale, ed è morto a Berlino nel ‘45. Tutta la storia del secondo dopo guerra è segnato dal definitivo passaggio di testimone alla guida del mondo -e quindi della cultura- dall’Europa agli USA e dalla definitiva consacrazione delle masse nel determinare le moderne democrazie.
La svolta definitiva si produce nei “favolosi” Sixteen dove giungono a maturazione, sulla spinta del benessere diffuso, tutti gli egualitarismi e gli “ismi” possibili propalati dall’avvento e sempre maggior invadenza della comunicazione di massa che ha finito col divenire essa stessa cultura. Tanto invadente da permeare le menti delle élite culturali che in un grottesco e vitalistico-giovanilistico delirio mentale si sono rivelati i migliori interpreti del disfacimento in atto. L’affascinante e suadente novello Eliogabalo che siederà sul trono dell’impero non è forse interprete di quel mondo? Quale cultura di destra può arginare, se non proprio arrestare, la deriva che produce, che so, l’allargamento dei diritti dell’uomo al mondo animale, l’inseminazione artificiale, che porta a dire ai due belli del cinema, Angelina Jolie e Brad Pitt, di preferirla a quella naturale perché meno stressante? Può forse qualcosa l’alto e prezioso magistero delSanto Padre, che riesce a guadagnare consensi (pochi) finché rimane sul piano squisitamente intellettuale. Tradotti nella pratica, da chi possono essere seguiti ed applicati i suoi precetti, così lontani ormai come sono dal comune agire?Cos’è la destra, cos’è la sinistra, la doccia è di sinistra, il bagno di destra… Che il Signore ci aiuti.
Il dubbio già serpeggiava allora e l’indimenticato Gaber ne faceva canzone.Ad aprire le danze e il dibattito ci pensa Stenio Solinas su Il Giornale con l’articolo “Perché la Destra ha paura della Cultura”. Gli rispondono dar par loro fior di giornalisti ed opinionisti, avanzando ognuno risposte al quesito del perché la destra non riesca ad esprimere un’impronta culturale ed identitaria corrispondente al proprio peso politico e sul perché sussista a tutt’oggi una sorta di complesso nei confronti della supposta egemonia culturale della sinistra.
Io credo che una cultura di destra in realtà non esista più, e temo che il tentativo di rifondarne una sia vano quanto inutile. Se per cultura intendiamo non semplicemente un elenco nobile di nomi di riferimento o la testimoniaza solitaria di grandi penasatori che ancora esistono, ma un ecosistema di valori, aspirazioni, modelli, sentimenti, ebbene tutto questo ecosistema è di “sinistra”, insufflato dal vento del pensiero liberal che ha informato ed informa di sé ogni angolo della mente ed anche del corpo degli umani. Financo il nostro Cavaliere, che Dio ce lo conservi, in questa logica è di “sinistra”, un’icona pop e postmoderna, modello goffamente chiosato e vanamente inseguito dai residui del comunismo che non si sono voluti condannare alla mera testimonianza folkloristica. In realtà la maggioranza al governo esprime già una cultura che non è alternativa ad un altro pensiero, è la stessa declinazione modernista, solo che incontra resistenza nel meritorio intento di razionalizzazione della macchina statale. Pdl e Pd -se riuscisse, quest’ultimo a darsi finalmente una conformazione realmente riformista- sono le due facce della stessa medaglia. Il maldestro tentativo di AN, in ansia da crisi di identità, di crearsi un proprio pantheon fai da te arruolando personalità o brodi culturali di altra appartenenza, testimonia che il post-modernismo sorto sulle macerie delle ideologie non solo è totalmente inadeguato ormai come modello interpretativo della realtà, ma è addirittura il pilastro fondante del pensiero nullista. Credo che se mai qualcuno avesse l’ardire di voler rifondare un pensiero conservatore dovrebbe prendere atto che tutti i nodi che il ‘900 ci ha lasciato in eredità sono lì, e che ancora non riusciamo a crearci una visione che prescinda totalmente da essi.
Se per cultura di destra intendiamo quell’orientamento antimoderno, di solitario ed elitario “eroismo”, che cerca di ricostituire un universo simbolico di radicamento antropologico eurocentrico, ebbene quel mondo si è dissolto nel sangue della seconda guerra mondiale, ed è morto a Berlino nel ‘45. Tutta la storia del secondo dopo guerra è segnato dal definitivo passaggio di testimone alla guida del mondo -e quindi della cultura- dall’Europa agli USA e dalla definitiva consacrazione delle masse nel determinare le moderne democrazie.
La svolta definitiva si produce nei “favolosi” Sixteen dove giungono a maturazione, sulla spinta del benessere diffuso, tutti gli egualitarismi e gli “ismi” possibili propalati dall’avvento e sempre maggior invadenza della comunicazione di massa che ha finito col divenire essa stessa cultura. Tanto invadente da permeare le menti delle élite culturali che in un grottesco e vitalistico-giovanilistico delirio mentale si sono rivelati i migliori interpreti del disfacimento in atto. L’affascinante e suadente novello Eliogabalo che siederà sul trono dell’impero non è forse interprete di quel mondo? Quale cultura di destra può arginare, se non proprio arrestare, la deriva che produce, che so, l’allargamento dei diritti dell’uomo al mondo animale, l’inseminazione artificiale, che porta a dire ai due belli del cinema, Angelina Jolie e Brad Pitt, di preferirla a quella naturale perché meno stressante? Può forse qualcosa l’alto e prezioso magistero delSanto Padre, che riesce a guadagnare consensi (pochi) finché rimane sul piano squisitamente intellettuale. Tradotti nella pratica, da chi possono essere seguiti ed applicati i suoi precetti, così lontani ormai come sono dal comune agire?Cos’è la destra, cos’è la sinistra, la doccia è di sinistra, il bagno di destra… Che il Signore ci aiuti.
in punta di pennino
il Vostro LdR
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