Puntuale dopo le feste si è svolta “Arte Fiera” a Bologna, una rassegna “nauseale” nella sua bulimica pletoricità. Nonostante gli snobistici e ambiziosi intenti dell’organizzazione d’essere l’Art Basel de noartri, l’istinto di venditori di metri quadri prevale. Bene invece la nuova disposizione su un unico piano dei padiglioni, pessima la segnaletica che, se incautamente seguita, conduce anche ad uscite diverse dalla principale, trovandosi così in lande deserte prive di qualsiasi servizio. Cronica la mancanza di panchine, la cui assenza mette a dura prova i visitatori tutti, peraltro numerosissimi, e soprattutto quelli âgés che anche nel milieau cominciano ad abbondare. Velo pietoso poi su bar e self di bassa qualità. Per quel che concerne il business, ci pare -ma è solo una sensazione, non siamo al momento in possesso di nessun dato oggettivo- molte parole e poco arrosto.
Merita qualche nota il convegno “Wunderkammer per due: il collezionismo privato”. Coordinati da Gianfranco Maraniello il collezionismo di coppia si racconta. Dato che il morbo dell’esibizionismo, la fregola di raccontare le proprie intimità e passioni contagia, come inevitabile, pure l’ambiance, organizzassero un bel reality, che so “il grande collezionista” dove, chiusi in un’ideale galleria, i concorrenti potrebbero dare sfogo alle loro ambizioni e rivalità. Ci sarebbe da divertirsi.