IL TARTUFO O DEL PROFUMO DELLA VERA PITTURA
Shane Campbell, artist-in-residence in Via Farini a Milano
L’immaginifico tubero ipogeo era destinato a succulente tagliatelle e a un piatto di carpaccio lieve e intenso come un tramonto di fine primavera. Fosse per me, l’avrei sgranocchiato come stecca di liquirizia o affettato a veli sottilissimi anche sulla torta di mele della padrona di casa.
La sensazione, dalle parole di Shane, è che in America vi sia una “scuola” non accademica, un legame intellettuale, una linea di sangue fortissima che inanella le generazioni di artisti una all’altra e che spinge al frenetico e vivace ricambio come nel resto del mondo non è. Le gallerie sono le braccia materne e severe entro le quali l’artista può avere l’occasione di sfondare davvero.
E ciò perché, a propria volta, esse sono riferimento costante per i Musei e sono da questi incessantemente interrogate sullo stato dell’arte, sollecitate a produrre sempre nomi alternativi e nuove correnti, mischiando e mettendo in relazione fra loro artisti “vecchi” (ovvero quarantenni)
con artisti “giovani” (ossia non più che trentenni).
Ed egli, qui da noi, “obbligato a produrre” per il periodo di residenza, non abbandona gli stilemi che gli sono propri (l’ossessiva ripetizione di patterns sino alla loro scomposizione nelle strutture prime e la resa del concetto attraverso simboli grafici pregnanti: l’iterazione non annulla ma rinvigorisce e assevera l’idea catturando nel cammino altri significati) e abbraccia concettualmente l’aria tutta italiana della Lombardia di Giulio Romano.
Ecco un’interessante nota dell’artista in risposta alla domanda “cosa trovò in Italia con il progetto di Via Farini e in cosa la sua arte può essere cambiata da quest’esperienza”:
<I had a great time here. Viafarini was very helpful. […] There is no replacement for being able to see in person the great art found in Italy. The in-situation paintings in particular are hard to find anywhere in America. The churches, castles, and palaces all with installed painting related to their architecture is pure theatre to me and something you cannot get over a small pick online. […] I don´t know how this changes me in anyway. But usually traveling and learning takes time to sink in. These things emerge (especially in painting) with time. My goal during my time here was to get out and see things and also spend time painting. I had no goal of completing anything or expectations of results>.
nell’uso del colore e nel far pesare (letteralmente) la forma entro lo spazio della tela.
Sembra quindi che dopo aver esperito il tratto libero e coinvolgente della pittura statunitense del XXI secolo, Campbell si riaccenda all’idea che la libertà non esiste in pittura e tutto è costrizione e necessità di perfezionare se stessi.
Che meraviglia! Un pittore colto.
Dipinto durante il progetto “Memories and Encounters” VIR – Via Farini in residence, Via Farini 35, Milano
L’ossessione pop per la ripetizione dei patterns e per la nitidezza del messaggio è tutta del côté pacifico degli Stati Uniti: Wayne Thibaud è un altro nome che compare nella lista dei classici di Shane Campbell, del quale però non vuole cogliere l’apparente freddezza.
<I guess the big picture here is that world is a very cosmopolitan place. The idea of a “school” of art is hard to come by these days. The Internet, cheap publishing + distribution, and cheap transportation… has really intermixed artist. The painters that I look at old, 20th century and contemporary come from all around the world>.
Da una parte l’analisi del movimento di tensione del corpo, isolato nella tela di poco sfondo e terreno sdrucciolevole e trasparente, sino a farlo dimenticare di se stesso: può essere anche simbolo di fallimento o lotta senza vittoria e in solitudine, ma ciò che importa è il segno, l’impronta che il corpo lascia sulla superficie del quadro, la pura linea che divide e separa in aree di forza la struttura dell’opera, mera fisica dei vettori, o geometria euclidea, da quantificare e trasporre visivamente. Dall’altra lo studio del colore, che Shane usa magistralmente e che da solo condiziona il senso dell’opera, anche se l’artista si affretta ad affermare che non permette al colore di dominare “in tutto” la sua poetica.Noi tutti, al tavolo del tartufo, speriamo che Shane Campbell, così compito e attento, e così straordinariamente bravo, torni in Italia presto, prima che il probabile imminente vortice dello star-system americano lo limiti nei movimenti e nelle curiosità. La sfida con l’Antico gli si addice, e vorrei davvero vederlo ancora all’opera qua da noi, alle prese con la misura classica che in Italia viene, soprattutto dai forésti e senza troppo scandalo, riconosciuta come regina (e non si capisce perché dovrebbe essere disconosciuta, dato che l’intelligenza e il talento riescono ancora a renderla genitrice di contemporaneità).Nel frattempo, l’ultima scaglietta noccheruta del biondo olimpico tartufo si è dissolta nelle fauci del più ingordo fra i commensali (chissà chi sarà…). Shane Campbell è come il nostro regale truffle: rarissimo, per palati fini, da cercare con assiduità e ogni volta che si incontra ci si sorprende a riaffermare che è certamente in parte scoperta casuale, ma ci vogliono mille anni per affinare la ricerca e saper goderne dei frutti. E, infine, è però sempre necessario un buon cane da cerca che ti aiuti a trovare il tesoro nelle profondità della terra e fra milioni di inutili frammenti di umanità e vita.
Shane Campbell, Studi diversi, 2009, oli su tela, dimensioni varie
Parte delle opere create durante il progetto “Memories and Encounters” VIR – Via Farini in residence, Via Farini 35, Milano
Scuole:
Yale School of Art, MFA 2007
California State University Long Beach, BFA 2005
Riconoscimenti:
Ralph Mayer Prize, Yale School of Art 2007
Joy of Life Award, CSULB 2005
Fine Arts Affiliate Award, CSULB 2004
Mostre:
“The Recognitions” curata da David Salle, The Fireplace Project, East Hampton, NY 2007.
“Yale Thesis Show”, Yale School of Art Gallery, New Haven, CT 2007.
“A Parade”, The Bluffs, Second Life 2007.
“Wide World of Sports”, Gatov East Gallery, CSULB, Long Beach, CA 2005.
“Snow Show”, Mallards Bay, Big Bear, CA 2005.
“Who Killed Painting”, Gallery 5, CSULB, Long Beach, CA 2004.
“Response to Siqueiros”, Santa Barbara Museum of Art, Santa Barbara, CA 2002.
ARTISTS-IN-RESIDENCE (Jonathan Baldock – Shane Campbell – Julia Staszak)
Dove: VIR: ViaFarini-In-Residence, Via Farini 35 – 20159 Milano
Shane Campbell è in Italia supportato da una borsa di studio offerta da ACACIA (Associazione Amici Arte Contemporanea)
Apertura e orari: settembre- novembre 2009
presentazione degli artisti: 1 ottobre 2009, open day: 18 novembre 2009
Le opere sono visibili su appuntamento.
Informazioni: Tel. 02 66804473, Fax 02 66804473
www.viafarini.org
viafarini@viafarini.org
www.acaciaweb.it