Si tratta dell’ennesimo episodio di censura all’arte contemporanea: la “Madonna del Terzo Reich” di Giuseppe Veneziano esposta alla fiera ArtVerona presso la Galleria Carini &Donatini è stata venduta e subito ritirata dall’esposizione. Il quadro ritrae la Vergine mentre stringe tra le braccia un Hitler bambino nello stile di Raffaello. L’opera ritenuta indesiderata dalla politica, dal clero e dalla comunità ebraica, è stata prontamente censurata. Pesanti pressioni e minacce sono arrivate al gallerista (Piergiuseppe Carini), il quale ha dovuto cederla a un fantomatico “Collezionista”, che l’ha pagata profumatamente (si vocifera per diciottomila euro), pur di portarsela via subito. La libertà d’espressione viene spesso negata in questo Paese.
La dichiarazione dell’autore: «I lavori che faccio non nascono con un significato preciso. Il senso si definisce a poco a poco. Questo di Verona è nato come riflessione sulla crisi religiosa che caratterizza la nostra epoca, ma ognuno può darne la lettura che crede. Resta il fatto che anche Hitler era un figlio di Dio, e che il mostro è potenzialmente in tutti noi». Dalla parte di Veneziano anche il critico Ivan Quaroni: «L’iconografia nazista – spiega – è sempre stata usata e lo sarà ancora, proprio perché disturba, proprio perché la figura di Hitler non è ancora risolta. In quanto simbolo assoluto del male crea un forte stridore con ciò che rappresenta il suo opposto. Ma non credo che sia un’opera offensiva: il suo valore sta nella sensazione di spaesamento che crea questo accostamento tra due opposti, non è su Hitler che bisogna concentrarsi, quello è solo un amo a cui non si deve abboccare».