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Mala (templa) currunt

Riflessione al vetriolo

I Temp(l)i cambiano ma Lui no. Il vero Michelangelo, Pistoletto of course, si evolve ma rimane fedele alla sua dolce immagine riflessa negli infiniti specchi che la riverberano, come magistralmente ci racconta il suo profeta Germano Celant su L’Espresso del 17 settembre scorso a commento del lavoro realizzato dall’artista nell’ambito dell’ultima Biennale di Venezia.

Sì perché il grande critico tautologicamente ci narra che gli specchi riflettono le cose e le persone poste loro innanzi (gasp!) e qualora vengano colpiti con robuste mazze, in questo caso governate da sapienti e artistiche mani, gli stessi vadano magicamente in frantumi, cosicché le opere (gli specchi) e l’azione (le mazzate) “registrano il crollo di una visione univoca e di un riflesso controllato, a favore di una realtà caotica e plurima, dove i mondi, le civiltà e gli esseri sono differenti (sic!), ma ognuno contribuisce al tutto…”

Così dopo l’eracliteo pànta rei e le profonde presocratiche riflessioni (gulp! sempre ‘sti specchi) circa l’uno ed il molteplice che la performance veneziana ci suggeriva, arriviamo ad il “Terzo paradiso: cioè l’Ambiente”, un’opera esposta alla Triennale di Milano a chiusura del Festival Internazionale dell’Ambiente.

Infatti, come ci suggerisce il Vate, in questo caso ecologicamente non a perdere: “L’arte, la scienza e la tecnologia sono gli strumenti necessari per attivare un cambiamento a livello sociale nei confronti della salvaguardia ambientale. Questo mondo artificiale inquina e corrode il pianeta naturale, ingenerando processi irreversibili di estinzione. Il Terzo Paradiso è il nuovo mito che porta ognuno ad assumere una personale responsabilità in questo frangente epocale”.

E’ questo il sound che ha ispirato il maestro nel realizzare l’opera, commissionata da Ecodom (Consorzio Italiano Recupero e riciclaggio Eletrodomestici), costituita da rifiuti elettrici ed elettronici che formano un tempio costruito da cestelli di lavatrici e serpentine di frigoriferi.

Certo che per cambiare i Temp(l)i cambiano, eccome! prima i templi si sono distrutti con le Veneri degli Stracci, ora si costruiscono con gli stracci delle veneri per edificare i monumenti della moderna cultura di massa le cui fondamenta poggiano nel postmoderno vuoto pneumatico nel quale galleggiano i nuovi idoli dell’alteromondismo e di un retorico ambientalismo che vede nell’uomo (quello occidentale) la ferita che deturpa il mondo.

Bene, giusto! assaporiamo questa emozione come una pietanza preparata da Ferran Adrià, il grande chef di elBulli, per intercessione di Maurizio Cattelan che lo ha da poco intervistato per Flash Art: una bella portata di A(d)ria ecologicamente fritta.

Mala templa currunt…

 

in punta di pennino
il Vostro LdR

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