PANDOLFINI. Firenze, 5/6 ottobre 2009
Grande successo per le due tornate d’asta del 5 e del 6 ottobre, dedicate all’Antiquariato, con le quali la Casa d’Aste Pandolfini ha riaperto la stagione dopo la pausa estiva. All’incanto andavano Arredi, dipinti, ceramiche, argenti e oggetti d’arte provenienti principalmente dalle proprietà di due storiche famiglie fiorentine, Casa Gamba Ghiselli e i Pasquali da Cepperello, insieme ad altre importanti collezioni private. Su un totale di 393 lotti, la percentuale del venduto è stata del 75%, corrispondente a 1.358.000 euro, comprensivi dei diritti d’asta.
In assoluto il titolo di top lot lo conquista lo splendido dipinto di Domenico Mancini, lotto 364 in catalogo, raffigurante una “Madonna in trono col bambino, San Pietro e San Giovanni Battista”, battuto nella sessione del 6 ottobre, che da una stima base di 50.000/70.000 euro è stato aggiudicato per ben 281.300 euro. L’opera, una delle poche certe e reperibile del pittore, attivo a Venezia all’inizio del XVI secolo, prima di far parte, dal 1893, della collezione del Conte Carlo Gamba, era appartenuto alla collezione Gonzaga di Mantova. Questo dipinto venne studiato da Carlo Gamba che ne certificò la paternità in un articolo, dedicato a Domenico Mancini, pubblicato nel 1949 su Critica d’Arte. Lo stesso venne riconosciuto anche da Bernard Berenson, amico di Ghiselli, che lo pubblicò invece nel 1957 in Italian Pictures of The Renaissance. Venetian School. Sul dipinto è stato attualmente emesso il procedimento di notifica da parte della Soprintendenza di Firenze.
Un altro dipinto che ha ottenuto una discreta aggiudicazione è “Venere e Amore” di Leonardo Grazia (Pistoia 1505 – Napoli), corredato da expertise scritta di Carlo Falciani, che è stato venduto a 49.600 euro. Tra i mobili segnaliamo invece il lotto 71 in catalogo, una coppia di consoles veneta della fine del sec. XVIII che è stato aggiudicata a 76.880 euro. Molto buoni i risultati relativi all’oggettistica, come ad esempio la scultura in terraglia invetriata di manifattura romana della fine del XVIII secolo raffigurante il ritratto equestre di Pio VI, Giovan Battista Braschi, lotto 288 in catalogo, che da una stima base di 6.000/8.000 euro ha raggiunto 44.600 euro mentre il lotto 287, una deliziosa scultura in avorio intagliato, probabilmente tedesca della fine del XVII secolo/inizio XVIII, raffigurante “Cupido” su una sfera, partendo da 3.500/4.000 euro ha ottenuto 24.800 euro.
Info: www.pandolfini.it