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Sgarbi: un visone in Biennale

Riflessione al vetriolo
I’ve a dream , “ho un sogno, una visione in mente”, declamava Luther King.

Il nostro invece ha un visone in testa -come da lui dichiarato- lo charmant sale e pepe che incorona il suo augusto capino.

L’irrefrenabile narcisismo che spinge Vittorio Sgarbi verso queste un poco femminili vanità che ne fanno una Scialba Parietti dell’arte, è lo stesso motore che lo porta poi ad essere nominato curatore del Padiglione Italiano della prossima Biennale di Venezia.

Certo che a Milano le mostre da Lui organizzate in qualità di assessore alla cultura nel nobile tentativo di “riabilitare la pittura”, non hanno lasciato quel che si dice un buon ricordo.

Hanno piuttosto evidenziato una totale mancanza di conoscenza e comprensione di quel che significhi e comporti La Pitturain un contesto linguistico dominato da modernistiche e post-avanguardiste concezioni estetiche, che andrebbero sì ribaltate ma non ignorate, avendo informato di sé ogni declinazione lessicale del frasario artistico. La mostra “Arte Italiana 1968-2007. Pittura”(Palazzo Reale, Milano 13 luglio – 11 novembre 2007) poi ha evidenziato una tal cialtronesca organizzazione uguagliata solo da quella riservata da Milovan Farronatoper “Non voltarti ora/Don’t Look Now”, indimenticata esposizione a Ca’ Pesaro nell’ambito dell’ultima Biennale.

Se poi a queste non secondarie considerazioni aggiungiamo gli aspetti caratteriali che l’Uomo riserva a chi si frappone al suo messianico destino, vedi gli insulti al ministro Urbani e più recentemente le “gentili” parole riservate al sindaco Moratti e le disinvolture intellettuali tipo plagi d’altrui testi (vedi Skira & Ammira), non possiamo esimerci dal rimarcare una certa dose di coraggio e sprezzo del pericolo del ministro Bondi il quale, non pago dell’azzardo, affida anche al nostro Julien Sorel la supervisione per gli acquisti di opere d’arte contemporanea per il Maxxi di Roma.

E qui rinunciamo a qualsivoglia tentativo di comprensione della labirintica mente del Ministro che evidentemente non avverte l’ossimorico stridore tra una concezione modernista di fruizione della cultura sostanziato nel building della Hadid, e la concezione del sapere, peraltro rispettabilissima, espressa da Vittorio Sgarbi.

Va beh, siamo solo all’inizio, aspettiamo. Il nostro dandy potrebbe anche regalarci qualche coup de théatre, come quello lanciato a mo’ di boutade nel suo articolo di oggi pubblicato su Il Giornale, nel quale dichiara di poter immaginare di esporre Il Cristo morto del Mantegna nel rinato “Padiglione Italia”. Se non fosse solo una battuta, ma un progetto, non potremmo, per quel che vale, che essere con lui.

Bon, comunque vada la nomina un qualche risultato a casa lo porterà, vale a dire l’impagabile visione della gueule dei blasonati radical chic del milieu… ci sarà da divertirsi. A presto.

Confermando quella che ormai è diventata una consuetudine vi consigliamo la visione del video dedicato al nostro Vate a Perdere

A commento finale, e per completezza di informazione Vi consigliamo vivamente la visione del video
in punta di pennino
il Vostro LdR

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