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Arte Fiera – Art First 2010

TERMINA LA FIERA DI BOLOGNA
 ECCO IL VIDEO ArsLife

E’ finita domenica 31 gennaio la XXXIV edizione della fiera internazionale d’arte contemporanea.

CLICCA SULL’IMMAGINE PER VEDERE IL FILMATO
  

 

   

Robert Gligorov - fotografato nello stand della galleria Pack ad "ArteFiera" 2010 (foto M. Robino-ArsLife)

29 – 31 gennaio 2010, Bologna, 34a edizione

 


LEGGI L’ARTICOLO DI CRISTIANA CURTI, 
VIVERE D’ARTE(FIERA)

Breve profilo del collezionismo bolognese all’alba del terzo millennio

CLICCA QUI
sotto puoi leggere il commento della Curti
a questa edizione 2010 di “Arte Fiera u
na breve riflessione sulla logistica e la filosofia  di “ArteFiera”

Chi tra voi si ricorda le edizioni di ArteFiera passate, quelle per intenderci tra il 1997 e il 2004, non può non avere rimpianti. E’ vero che l’amore per l’arte anche da noi si è massificato, il pubblico è in crescita e anche gli affari non vanno poi malaccio. Rispetto all’edizione scorsa questa del 2010 ha suonato le campane di una possibile riscossa oculata specie per l’arte italiana del Novecento e contemporanea. Da sempre marginalizzata nei circuiti internazionali. Ma insieme alla rivincita dei contenuti “ArteFiera” appare -anno dopo anno-  ome una débacle dei contenenti. Allestimenti anonimi. Nei rari casi di personalizzazione lasciati alla bizzaria personale. Ad personam come va di moda dire ora. Servizi scadenti. La VIP Lounge, un tempo ritrovo di illuminati e colti industriali collezionisti con noi della stampa pronti a orecchiare le loro opinioni e intenzioni d’acquisto, oggi assomiglia più a una bottega provinciale di qualche fast-food. Code per entrare, code alla cassa, bottiglie d’acqua calde, tavoli sporchissimi, personale scontroso e insofferente. L’ufficio stampa è un disastro. Noi italiani ci mettiamo 30/40 minuti per trovarlo. Posso immaginarmi un collega straniero. Arrivati al desk ti trattano con impazienza. Manco fossi lì a recare disturbo. Se chiedi un bicchiere d’acqua ti rispondono (testuale) “non c’è, se vuole là in fondo c’è il bagno”. Insomma quel che penso personalmente è che una sana lezione di realismo alla spocchia di alcuni colleghi non fa certo male. Ma qui si esagera. E’ una questione anche di stile italiano che poi inevitabilmente viene riportato nel mondo dell’arte durante le fiere e le manifestazioni internazionali. Come più volte ho sentito. Che ci vuole a fare un semplicissimo e piccolo, umile, ufficio stampa, all’entrata della manifestazione? Facilmente rintracciabile. E magari con i computer che non si chiudono improvvisamente e (o esagero?) un telefono a disposizione. Ma quello che ancor più colpisce del contenete mal improvvisato non è tanto l’aspetto dei servizi, che in fondo uno è qui per vedere una fiera non per pranzare, ma in qualche modo la stessa struttura concettuale dell’esposizione. Perchè se è vero che l’arte classica è immediatamente riconosciuta e godibilissima nella sua fruizione, quella dei contemporanei già apprezzati -più o meno- anche, mentre quella delle nuove gallerie che propongono ricerche nel territorio inedito delle forme molto più complicata da osservare e cercare di capire…se è così (come sembra naturalmente logico) allora uno si aspetterebbe un percorso esattamente inverso a quello che c’è a Bologna. Ossia prima l’incontro con le nuove ricerche, poi i contemporanei semistoricizzati e infine l’arte classica e super celebrata. Il cervello non solo resisterebbe meglio ma troverebbe riposo al termine di un percorso impegnativo. E invece al contrario ci si trova spossati e stanchi dopo ore di camminata e incontri davanti a stand con lavori complicati da giudicare. Al cui confronto per onestà intellettuale dovremmo porre il massimo della nostra attenzione e impegno. Ma forse agli organizzatori non interessa l’attenzione intellettuale ma quella economica. Chissà. Resta che di anno in anno divento sempre più un seguace del grande Getulio Alviani il quel con disarmante ma lucidissima semplicità è solito ripetere: “le fiere? non le sopporto! ma vi immaginate se vi costringessero a entrare in un teatro dove contemporaneamente suonano 200 orchestre con altrettante partiture? chi non si sentirebbe male?”. Ahah. E’ proprio vero.
il direttore

 


ARTE FIERA ART FIRST 2010
Stasera si recita a soggetto…
(commento a caldo del 29.01.2010)

 

di Cristiana Curti

 

C’è un’aria rilassata in giro, anche nei vip lounges, anche nei corridoi dove – di nascosto uno dall’altro – i mercanti conducono trattative spietate per ricomprarsi opere a vicenda, anche nei baretti ben allestiti (per una volta: Bologna non scherza…).

Meno vips più visps . Direi.

A dirla tutta e subito, non ho visto, nei due giorni di visita in fiera, meraviglie vere, pezzi da novanta: niente Afro, niente Morandi, scomparso Fontana (qualcosa trovi nei piccoli séparé-magazzini all’interno degli stand). Incredibilmente niente Burri, dopo l’abbuffata strappavisceri degli anni scorsi. Ma neppure Warhol, Richter, Judd un solo sparuto Cragg, solo Carrol per iminimals, Jason Martin impera quasi dovunque (che sarà successo? Nessuno lo voleva, il “pettinatore” di pigmenti), nessun vero “nome”. La fotografia avanza…

Piuttosto tante opportunità intermedie per collezionisti che hanno tutto e cercano di approfondire o per neofiti che non si sentono schiacciati dalla presenza, talvolta congelante, dei big. Il più bel pezzo in fiera? Il grande Tancredi da Matteo Lampertico di vorticosa composizione per il quale un Museo dovrebbe aprire una sottoscrizione collettiva e imporre l’acquisto allo Stato (se fossimo in Inghilterra o in Francia, ma non lo siamo…). Il più brutto? In verità non c’è. Non ci sono opere davvero squalificanti, infatti, non cercatele.

 A Bologna manca un télos intellettualistico come ad Artissima, non c’è attenzione propriamente critica alla struttura della manifestazione. Silvia Evangelisti, che corre senza fiato, ma sorridendo, dentro le ordinate corsie della sua bella produzione, non ha impostato questa fiera come una prova d’orchestra per curatori in cerca di fortune e bisognosi di farsi le ossa fra le polemiche.

Questa fiera è una fiera, perbacco! Torna il mercato . Cauto e preciso, moderato ma solido nelle scelte, abbastanza invogliante, senza eccessive illusioni o inutili fanfaronate: nuovidealers non ce ne sono all’orizzonte (c’è anzi qualche squillante assenza accompagnata dal solito codazzo di controversie), meno confusione e più criterio. E anche i nuovi compratori sono rari, ci sono i vecchi clienti piuttosto, e sono corsi in gran quantità. Meno tacchi 18, piùsneakers anche se nobilitate dalle firme dei nostri stilisti.

Una presenza straniera di qualità davvero notevole bilancia la quantità un poco limitata di gallerie. Segnalo all’attenzione dei visitatori le gallerie spagnole in genere (gli artisti spagnoli riservano sorprese per chi volesse approfondire uno studio dell’arte del ‘900 europeo) e la galleria Oriol di Barcellona in particolare, con i più bei Music visti a Bologna (e anche da un po’ di tempo a questa parte, fatto salvo per la mostra veneziana in corso a Palazzo Franchetti presso il Ponte dell’Accademia). Ma lo “straniero” si distingue per le raffinatezze: Peithner-Lichtenfels di Vienna presenta le suggestive video installazioni dell’artista svizzero Marck. Il più bel Giuseppe Gallo (“Il tempo dell’Amore” del 2000) è da Vidal-Saint Phalle di Parigi.

Dalla impellicciato in suite primaverile non esprime pareri sulla manifestazione, ma mi dice che Artefiera è l’unica occasione che Bologna – per lui, città morta – ha per internazionalizzarsi, poi fugge prima dell’orda. Pozzati entra dalle porte per gli addetti ai lavori perché presenterà il III tomo dell’archivio generale delle sue opere ed è felice come una Pasqua (per il Nostro è decisamente un periodo di rinascenza e Artefiera, casa sua, ne è la prova); incontro Spagnulo che si dipana festoso (tolto il granito dal volto) fra le “sue” gallerie dalle quali da alcuni anni, con nuovi lavori su carta, ottiene un’acclamazione più vasta rispetto all’eco composta e nobile della scultura; un giovane Samorì accoglie i suoi molti fans in due diverse postazioni perché il fascino che esercita è irresistibile. Frangi passeggia soddisfatto e condivide cautele padane e allegrie lombarde con i suoi molti amici.

Poi arrivano i maggiorenti bolognesi per acquisti che prendono forma nelle primissime ore di fiera (come sempre accade: tutto si gioca il primo e parte del secondo giorno): per le istituzioni si muovono Sassoli De Bianchi, Roversi Monaco che puntano sicuri dove devono, mentre Maraniello (direttore del MamBo) fa gli onori di casa nelle conferenze sui collezionisti allestite nell’Art Café (ma il signore francese, invitato al primo colloquio, che ha costruito in poco meno di cinque anni una collezione di arte cinese “per i cinesi” non riesce a trasmettere l’entusiasmo che dimostra per la sua esperienza, troppo lontana dai nostri standards), indi giungono il policromo Golinelli e tutti miei intervistati pre-fiera a farsi adorare dai garruli galleristi.

E poi, a scalare, gli Sgarbi (sarà qui per avere qualche consiglio su come muoversi nei prossimi 18 mesi?), i Daverio e via via i meno-noti-ma-onnipresenti (come è giusto che sia) la cui importanza pubblica si misura nel numero di pesci-pilota video-muniti che li circondano. Chissà perché i veri visps sono sempre soli, o, al massimo, in coppia.

La mattina di venerdi 29 già drappelli di coscienziosi art-victims si addensano intorno alle “guide” approntate per ascoltare ciò che esprime Sissi con le sue belle (bellissime!) opere che fanno senz’altro dimenticare la sua scarsa performance in Biennale (laddove una Fiera puote maggiormente rispetto all’Ente…): aspettando Faenza.

I prezzi sono sostenutissimi (c’è chi dice, con un filo di birignao: compri in fiera? Ma non si fa…), ma la contrattazione è serrata e fruttuosa per tutti. Del resto, a detta di un mercante di palato fino come Austin Desmond, il collezionista italiano è di gran lunga il più colto, il più curioso, il più aperto, il migliore d’Europa, insomma, rispetto alle chiusure preconcette degli anglosassoni e l’insipienza “dell’altro” dei francesi.

Ma aldilà dei dettagli di colore, la realtà che sembra profilarsi all’orizzonte è quella della certezza del risultato: Bologna è la prima fiera d’arte in Italia, non c’è più nessun dubbio, se mai ne restava qualcuno, ed è ormai asseverato che si preferisce investire molto (il “gettone” per far parte del novero dei galleristi è salatissimo per quattro giorni di lavoro) in quest’unica occasione che disperdere in mille rivoli la propria presenza nello stivale. Molti mercanti hanno abbandonato anche Milano pur di concentrarsi appropriatamente e non perdere questa succulenta occasione che darà l’avvio all’anno di vendite e scambi.

E, a sentire i primissimi commenti e quelli di venerdi 29, l’investimento è proficuo. Anche se non compaiono in parete i bollini rossi del venduto, si fa in fretta a capire che le prime vendite ci sono e neppur troppo scarse. Spariscono in sordina le opere dai muri, in una nuova gara diunderstatement che impedisce la tracciatura esplicita del “come andò a finire” ma, per un occhio appena un po’ vigile, è chiaro che qualcosa (di buono) si sta muovendo.

per chi fosse interessato ad approfondire le ricerche ecco i

CONSIGLI PER GLI ACQUISTI

di Cristiana Curti

  

He Sen -not yetitled- olio su tela cm 250x200-galleria Primo Marella Milano (foto M. Robino-ArsLife)


Presentazione (pubblicato il 21.01.2010)
Arte Fiera Art First, giunge alla sua trentaquattresima edizione, la prima fiera d’arte in Italia ha ormai consolidato il suo ruolo internazionale nell’arte moderna e contemporanea, attraverso un sempre più forte coinvolgimento delle gallerie italiane, scelte tra le più significative, sia dal punto di vista storicoartistico che da quello della ricerca più cutting edge.

Nell’ambito del panorama artistico internazionale Arte Fiera Art First conferma la sua costante attenzione per la promozione dell’arte italiana dall’inizio del Novecento, agli anni ’50 fino ai movimenti contemporanei, con artisti riconosciuti nello scenario mondiale. Un parterre unico per scoprire maestri storici come Carlo Carrà, Felice Casorati, Giorgio de Chirico, Gino Severini, accanto all’arte concettuale di Enrico Castellani, Agostino Bonalumi e Vincenzo Agnetti, o ai movimenti di arte informale di Giuseppe Capogrossi, Alberto Burri e Emilio Vedova; lo Spazialismo di Lucio Fontana fino ai poveristi Giovanni Anselmo, Alighiero Boetti, Pier Paolo Calzolari, Giuseppe Penone, Michelangelo Pistoletto e Gilberto Zorio – al quale il Museo d’Arte Moderna di Bologna dedica un’importante antologica fino al 17 febbraio 2010 – accanto ai rappresentanti della Transavanguardia italiana.

Molti lavori in fiera che propongono un’articolata visione del panorama artistico internazionale, con opere tra gli altri di Antony Gormley, Wym Delvoye, Per Barclay, Tony Ousler, Hans Peter Feldmann, Alfredo Jaar fino ai più noti esponenti del movimento artistico inglese come David Hockney, Gilbert&George e Tony Cragg, o ai maestri della fotografia come Thomas Ruff, AntonCorbijn o Luigi Ghirri. Presente anche una selezione di opere di artisti che provengono da aree geografiche diverse e indagano la contemporaneità attraverso l’uso dei più svariati mezzi artistici come quelle del performer americano Nick Cave, le installazioni del russo Peter Belyi o le composizioni materiche del cinese Zhang Huan.

Alle nuove tendenze, proposte dagli artisti emergenti italiani e internazionali, è  dedicata la sezione Giovani Gallerie, nella quale gallerie di ricerca con non più di 5 anni di attività espongono opere con un range di prezzi dai 500 ai 10.000 euro, per i collezionisti che si avvicinano all’arte o per chi vuole scoprire i futuri talenti. Le gallerie che partecipano all’edizione 2010 sono: le italiane AMT/Torri&Geminian, Federico Luger, N.O. Gallery, Riccardo Crespi, (Milano), 1/9 unosunove, Federica Schiavo, Z20 Galleria Sara Zanin, The Gallery Apart(Roma), Paolo Maria Deanesi (Rovereto), Federico Bianchi (Lecco), Fabio Tiboni (Bologna), Galleria 42 (Modena), For Gallery (Firenze), SpazioA (Pistoia), Glance (Torino), Not Gallery (Napoli), Tiziana Di Caro (Salerno), La Veronica (Modica), Francesco Pantaleone (Palermo) e ilgruppo G.L.O.W. Platform (Allegra Ravizza – Milano, Jarach Gallery – Venezia, Mas Art- Barcellona, Nina Lumer – Milano, Novalis Contemporary Art – Torino, Sandunga – Granada); tra le straniere ADN Galeria (Barcellona), Fu Xin Gallery (Shanghai), Davide Gallo e Mario Mazzoli (Berlino). 

In un anno di vacche magre come questo appena passato i veri protagonisti della nuova edizione di Arte Fiera sono i collezionisti. A loro è dedicato un ciclo di incontri pubblici che tenteranno di analizzare nel corretto contesto non solo le pulsioni ma anche le aspettative del collezionista nei confronti del mercato. 

 

 

Andrea Mastrovito, Enciclopedia dei Fiori da giardino Mondadori, courtesy Galleria 1000eventi, Milano con Galleria Biagiotti, Firenze


In Fiera
Ogni giorno nello spazio Art Café presentazioni di libri e cataloghi per scoprire le ultime novità di editori e gallerie che espongono ad Arte Fiera. Un luogo di incontro e dibattito per artisti, curatori, critici e protagonisti del mondo dell’arte e della cultura contemporanee. Lo spazio Art Talks ospita i convegni sul collezionismo, analizzato e discusso in tutti i suoi molteplici aspetti.

Il palinsesto prevede tre momenti centrali dedicati rispettivamente al museo privato, alle collezioni d’azienda e al tema del rapporto tra arte e mercato dell’arte, realizzati in collaborazione con Gruppo 24Ore.

La quarta edizione del Premio Euromobil Under 30 – main sponsor di Arte Fiera Art First – èrivolto ad artisti italiani e stranieri le cui opere sono esposte in fiera. Il vincitore sarà annunciato in fiera sabato 30 gennaio alle ore 16.00 presso lo spazio del Gruppo Euromobil HALL20 e verrà invitato a realizzare un’opera che si relazioni con le collezioni Euromobil esposte ad Arte Fiera nello spazio ‘I luoghi dell’arte. I luoghi del design’.

La giuria selezionatrice è composta da:
Gaspare, Antonio, Fiorenzo e Giancarlo Lucchetta – titolari Gruppo Euromobil e collezionisti d’arte
Silvia Evangelisti – direttore artistico di Artefiera Art First
Beatrice Buscaroli – critico d’arte
Walter Guadagnini – critico d’arte
Aldo Colonetti – direttore scientifico IED
Cleto Munari – designer
Roberto Gobbo – architetto (segretario della giuria)

Il premio consiste nell’acquisto di un’opera di un artista presentato dalle gallerie che partecipano ad Arte Fiera. La prima edizione del Premio ha avuto come vincitore l’artista Jakub Nepras della Repubblica Ceka, la seconda edizione ha premiato l’italiano Paolo Maggis, la terza edizione ha invece premiato l’artista tedesco Lars Teichmann.

Le attività culturali promosse o sostenute dal Gruppo Euromobil saranno al centro dell’installazione nello “Spazio Gruppo Euromobil” che anche quest’anno sarà luogo dell’arte e del design. Ideato da Roberto Gobbo nel Padiglione 20, si pone come un luogo di pausa e riflessione all’interno del vorticoso percorso di Artefiera. Un documentario proiettato su grande schermo traccerà un profilo del Gruppo, leader mondiale nel settore della produzione di sistemi e complementi di arredo sottolineandone gli aspetti caratterizzanti e illustrando le iniziative che lo vedono impegnato su diversi fronti, dalla ricerca nel campo del design alla promozione dell’arte e dello sport. In questa occasione sarà anche presentata la monografia edita da Skira “Gruppo Euromobil. Un’impresa di design tra arte e sport”. Un’importante testimonianza che sottolinea i momenti chiave dello sviluppo del Gruppo. Arricchiscono lo Spazio Gruppo Euromobil, oltre alle poltrone KARA e LACOON, entrambe di désirée, disegnate rispettivamente dal noto designer Marc Sadler e dal giovane Indiano Jai Jalan, quattro autentici prodotti d’arte: due tavoli e due tappeti, disegnati da Sandro Chia e da Mimmo Paladino e realizzati da Cleto Munari.
Informazioni: Gruppo Euromobil – Eleonora Antoniazzi tel. 0438.9861 HYPERLINK “mailto:euroacq@euromobil.it” euroacq@euromobil.it

 

In città
Continua la proficua collaborazione tra Arte Fiera Art First e Bologna con un ricco programma di eventi collaterali che animeranno la città durante i quattro giorni della manifestazione e proseguiranno per un mese. Bologna diventa una venue per l’arte contemporanea, con esposizioni in musei, cortili, edifici e strade del centro storico. Bologna Art First, un itinerario esclusivo in città, giunge alla sua quinta edizione e diventa per il primo anno un progetto curatoriale realizzato in collaborazione con Julia Draganovic. Il progetto é concepito come un’unica grande mostra collettiva che sviluppa nella città un percorso per immagini tra arte e storia e presenta dal 29 gennaio a fine febbraio 2010 una serie di installazioni di artisti che avorano con le gallerie partecipanti, per creare un dialogo tra l’arte contemporanea e location inusuali del centro storico della città e dei suoi dintorni.

Per la quinta edizione di Bologna Art First – dice la curatrice Julia Draganovic – la città di Bologna si presenta di nuovo nella sua veste multi sfaccettata, un palcoscenico che fra antico e moderno offre ai visitatori la possibilità di vedere e sperimentare opere d’arte contemporanea in contesti ben diversi dai soliti luoghi dell’arte noti come “white cube”… per far riflettere sul mondo di oggi costruendo delle visioni per quello di domani’.

Per il terzo anno Arte Fiera OFF sarà il contenitore dei numerosi appuntamenti tra mostre, concerti, festival che si tengono in città e in Emilia Romagna durante la Fiera. Tra gli eventi nei musei al MAMbo, il Museo d’Arte Moderna di Bologna Gilberto Zorio (15 ottobre 2009 – 7 febbraio 2010), al Museo Morandi la Mostra permanente dedicata alle opere dell’artista e alla Collezione Maramotti di Reggio Emilia (Pattern Room) Gert & Uwe Tobias (15 novembre 2009 – 14 febbraio 2010); tra gli eventi in città la presentazione alla Cineteca di Bologna del doppio DVD contenente tutti i film d’arte realizzati tra il 1941 e il 2009 dal regista italiano Luciano Emmer (Edizioni Cineteca) e la XII edizione del Future Film Festival (26 – 31 gennaio 2010) uno dei più importanti appuntamenti italiani dedicati all’animazione e agli effetti speciali nel cinema.

Sabato 30 gennaio Art White Night trasforma il centro storico di Bologna in una grande vetrina dell’arte contemporanea con apertura straordinaria di musei, gallerie, palazzi, concerti e mostre. 

 

ELENCO ESPOSITORI 2010 >

PROGRAMMA DEGLI EVENTI 2010

 

Eventi in fiera, clicca qui

 

BOLOGNA Art First, clicca qui per il pieghevole

Un itinerario nella città curato da Julia Draganovic. Una serie di installazioni di artisti che lavorano con le gallerie partecipanti. Un’unica grande mostra collettiva nella città.

 

Arte Fiera OFF, clicca qui per saperne di più
Mostre, film, festival di arti, performance d’artista che coinvolgeranno una molteplicità di luoghi a Bologna e in Emilia Romagna.

Art White Night, clicca qui per la mappa dei luoghi coinvolti

La notte di Sabato 30 gennaio il centro storico di Bologna diventa una grande vetrina dell’arte contemporanea con apertura serale straordinaria di musei, gallerie, palazzi, concerti e mostre. 

INFORMAZIONI UTILI:
ARTE FIERA Art First
Bologna
Quartiere Fieristico 
29 – 31 gennaio 2010

Giovedì 28 gennaio ore 12.00 Preview ad invito

Orario d’apertura: Da venerdì 29 a sabato 30 gennaio 11.00 – 19.00
Domenica 31 gennaio 11.00 – 21.00

Settori: Arte moderna e contemporanea; giovani gallerie; editoria; librerie; istituzioni

Ingressi: Ingresso Ovest Costituzione e Ingresso Nord (direttamente dal Parcheggio Michelino, uscita tangenziale n.8)

Biglietti: Giornaliero: €18,00 Abbonamento (dal 29 al 31): €30,00

Catalogo: € 32,00 presso gli Info point in fiera

www.artefiera.bolognafiere.it

 

Prenotazioni alberghiere
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P.zza Costituzione, 5/E – 40128 Bologna
Tel. +39 051 6375111 – Fax +39 051 6375149
Email: info@hellobologna.it
www.hellobologna.it

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