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Hole

All’annuncio di un possibile ritorno delle Hole, fino a qualche mese fa, non potevo credere alle mie orecchie. Courtney Love in persona, la donna che è riuscita a sposarsi e ad avere un figlio dal cantante e leader dei Nirvana Kurt Cobain, si sarebbe esibita davanti ai nostri occhi per un concerto esclusivo ai Magazzini Generali di Milano. Devo dire la verità, ho conservato la ricevuta dei biglietti del live fino alla sera del 19 Febbraio, perchè mi aspettavo da un momento all’altro la cancellazione del tour da parte della vedova Cobain. Dopo il ricovero in clinica, durante il quale la cantante sembra avere composto questo suo nuovo album intitolato “Nobody’s daughter”, dopo la perdita della custodia della figlia Frances Bean Cobain, dopo la denuncia da parte degli originali componenti delle Hole (dei quali, per il tour in questione, nessuno è stato chiamato all’appello), mi sarei aspettata un cambio di rotta da parte della Love.  Senza stupore. E invece no, eccola lì, davanti ai nostri stupefatti ed adoranti occhi. In abito Prada, in versione quasi hippy, con una fascia in testa, l’immancabile sigaretta in bocca, delle ballerine e la sua chitarra a tracolla. Il concerto, naturalmente, ha registrato il tutto esaurito. Il pubblico era composto da fan in delirio un po’ punk, un po’ travestiti da Courtney Love, un po’ fashion victim, gay, lesbiche e chi più ne ha più ne metta. Tutti rigorosamente in possesso di telecamere e macchine fotografiche, pronte ad immortalare l’evento dell’anno. Il live è iniziato con un sottofondo di musica classica, proseguendo con un pezzo di bolero spagnolo, sul quale hanno fatto il loro ingresso i nuovi musicisti. E poi lei, eterea, con la faccia rifatta-sfatta da una vita di eccessi dei quali tutti siamo a conoscenza. L’apertura del concerto è stata assegnata ai brani del nuovo album, che sarebbe dovuto uscire come suo album solista, ma che per motivi economici e di marketing è stato invece pubblicato sotto il nome delle eterne Hole. Poco dopo l’inizio del live però, ecco giungere direttamente dagli anni ’90, brani come “Dolls Part”, ”Malibu”, “Celebrity Skin”, “Miss World”, “Northern star”, quest’ultima eseguita in versione acustica e la mitica “Violet” che ha letteralmente fatto impazzire il pubblico, oltre che a commuovere la sottoscritta. L’emozione era a livelli incredibili. Un tuffo nel passato senza precedenti. Senza dimenticare che la donna che stavamo ascoltando fu la donna che conobbe e trascorse parte della sua vita insieme all’artista che cambiò per sempre le nostre vite. Kurt Cobain. Courtney Love è ancora in forma, non c’è che dire, ed è stata in grado di regalarci attimi di “pogo” generale, di commozione, di gioia, di divertimento, di emozioni fortissime, il tutto racchiuso in un live davvero indimenticabile. La sua voce è ancora graffiante come un tempo, le sue grida sono ancora lancinanti ed incredibilmente punk, così come le sue stonature. Ma ad una rock star di tale calibro non si può far altro che perdonarle ogni cosa. E non fa niente se la Love ha quasi improvvisato questo concerto, arrabbiandosi spesso con i suoi tecnici perché -come si è venuti a sapere successivamente- le parole delle sue canzoni non venivano trasmesse per tempo nel monitor che stava ai suoi piedi.  La Love è odiata da molti, anzi, forse da tutti, ma vederla su quel palco, da sola, con la sua musica, ci ha fatto in parte anche riflettere. Come lei stessa ha dichiarato, Courtney sposò semplicemente un ragazzo che poco tempo dopo si uccise e lei si ritrovò ad ereditare tutto. Neanche lei, in fondo, poteva immaginare che i Nirvana ben presto sarebbero diventati un vero e proprio impero. Quello che ci ha impedito di insultarla e di gridarle assassina è stato il vedere una donna che nonostante la sua vita assurda è stata sempre in grado rialzarsi, di crescere da sola una bambina, di provare ad uscire dal tunnel delle droga, di superare la disgrazia del suicidio di suo marito e del suo unico amato. Insomma, davanti a noi c’era una donna che ne ha passate di tutti i colori, una donna con le palle, che non si è fatta mai schiacciare dall’odio della gente e dai pregiudizi. Courtney è stata un’icona del grunge, del rock e del punk, un mito che è riuscito a rimanere tale pur senza morire. La Love è viva e vegeta ed ha pagato cari i suoi errori. Non potevamo fare altro che applaudirla ed accoglierla a braccia aperte. Brava Courtney.

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