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Street Art. Bros a processo

bros att PEREGO FARAVELLI CATTANEO STELLA - IL WRITHER DANIELE BROS DIPINGE I MURI DEGLI UFFICI DI SECONDAMANO ag. FOTOGRAMMA ph. © ALBERTO CATTANEO; luogo: MILANO; data: 20071230 p.s. la foto è utilizzabile nel rispetto del contesto in cui è stata scattata, e senza intento diffamatorio del decoro delle persone rappresentate - Fotografo: FOTOGRAMMA
Bros –  ph. © ALBERTO CATTANEO

Il tribunale dell’assurdo: Milano si appresta a “celebrare” il processo al giovane artista di strada Daniele Nicolosi, sui muri “bros“, imputato del reato d’imbrattamento, o meglio, colpevole di abbellire e colorare una città sempre più grigia – dalla cultura al cemento, dagli orizzonti artistici allo smog, al degrado urbano. Mercoledì 7 aprile 2010 è fissata l’udienza.

Il fatto criminoso risale al 29 novembre 2007 quando l’erede milanese , o quanto meno presunto, di Haring e Basquiat firmò un graffito su uno stabile di proprietà della rivista “Secondamano” in Via De Angeli. L’azienda ritirò ogni tipo di azione legale facendosi realizzare un’opera il cui ricavato fu dato in beneficenza ad una associazione di volontariato. Sembrava fosse finita qui, invece ora il Comune intende costituirsi parte civile, provando ad attribuirgli altre “arlecchinate” – così definite dal vicesindaco De Corato – sparse per la città.

Che Bros si fregi del titolo di artista poco importa al Comune” afferma sempre De Corato. 
Quindi Bros è un pericoloso – e presunto – artista da condannare e la Giunta milanese vuole dare un segno forte alla lotta agli street artists facendola pagare all'”imbrattattore” seriale più famoso della città. Bros si difenderà in Aula chiedendo una perizia da affidare ad un critico d’arte, magari proprio all’ex Assessore alla Cultura di Milano Vittorio Sgarbi, colui che lo definì provocatoriamente “il nuovo Giotto” – “vantarsi della cattura di Bros è come fregiarsi dell’arresto di Giotto“. Proprio il vulcanico critico fu il primo in Italia nel 2007 al PAC, Padiglione d’arte contemporanea, di Milano a portare l’arte dalla strada ai musei. Street art sweet art fu un grande successo, collezionò 60.000 visitatori, attenzione mediatica e il riconoscimento trasversale di tutti.

Ora stop alla felice parentesi di Street Art istituzionale, prosegue la persecuzione nelle strade.

Milano e la mania per il finto ordine: scaricare i problemi di degrado della città colpevolizzando i più “deboli”: in questo caso i writers, utilizzando Bros come capro espiatorio – oppure i lavavetri, i barboni e le prostitute – per mascherare la propria incompetenza professionale e la mancanza di una politica socio-culturale. Spostare l’attenzione mediatica e i problemi reali su sciocchezze incolpando chi devia dai binari della conformità, dal potere e dal gioco del mercato: quello che non diventa merce diventa devianza da criminalizzare. Bisogna integrarsi nella “gabbia d’acciaio“, diceva bene Weber, della società per non essere considerati degli sbandati, degli emarginati sociali o dei colorati “arlecchini“.

Creare, sperimentare, fare arte, operare la propria creatività nel cantiere urbano, esprimersi senza omologarsi ai soliti schemi culturali, nel museo a cielo aperto del mondo, nelle “sale” della città: la classe di potere meneghina non lo può accettare, certo che no. Cementificazione selvaggia e speculazione edilizia: questo invece sì. Se c’è da sventrare piazza S.Ambrogio per un “artistico parcheggio”, seppellire scavi archeologici, riempire di manifesti politici abusivi le strade, coprire di “arte pubblicitaria” le Porte di Milano e le Mura Spagnole, abbandonare al suo destino la darsena e ridurre a discarica a cielo aperto i Navigli di Leonardo oppure costruire “scempi architettonici d’avanguardia” in giro per la città non c’è alcun problema. Il “bello“, il “vero“, il “giusto“: termini soppiantati dal “ciò che è utile“, dal “ciò che fa profitto“, dal “ciò che è vantaggioso“.

Affrontare le cause del degrado delle nostre città, non reprimerne le conseguenze, ancor di più se son edificanti come murales e graffiti nella loro vena artistica. La repressione è istigazione a delinquere. I writers sono in continua sfida con le autorità e se stessi, l’adrenalina di compiere un atto illegale è un forte propellente. Finchè ci sarà repressione ci sarà il writing: criminalizzare il fenomeno non fa che aumentare il fascino della Street Art, “Ciò che è lecito non dà piacere, ciò che è è proibito infiamma il desiderio” diceva Ovidio. 

L’inutile accanimento nei confronti di Bros potrebbe avere effetto contrario: pubblicità e ancor più visibilità sul panorama nazionale per il writer. Che si consideri arte o no non è importante, le opere di Bros sono una forma di decoro urbano e un tentativo di recupero dell’inestetismo della città.

Viene da chiedersi come mai nel mondo la Street Art sia uno dei fenomeni oggi più seguiti dal collezionismo e dalla critica e qua in Italia sia perseguitata dalle istituzioni che nei casi più felici accontenta e tende a marginare il fenomeno mettendo a disposizione qualche inutile muro di periferia. All’estero i musei le dedicano mostre ed esposizioni, nel 2008 l’arte di strada si è affacciata sulle rive del Tamigi alla Tate Modern di Londra, “Né dans la rue – Born in the street” ha riunito i big della street art di Parigi, “Exit through the gift shop” è il film del writer inglese Banksy che sarà proiettato al Festival di Berlino, “How Many Billboards? Art In Stead” fino al 23 aprile espone in giro per la città di Los Angeles i lavori di 21 artisti della scena underground americana al posto dei cartelloni pubblicitari.

L’aria del Contemporaneo nel mondo odora di vernice acrilica e come al solito noi siamo sempre in ritardo…

Norme anti-writer

Codice penale (art. 639):
Deturpamento e imbrattamento di cose altrui (su querela del proprietario dell’immobile).

Decreto Sicurezza (8 agosto 2009):
Pene previste per chi imbratta: multa da 300 a 1000 euro, carcere da 1 a 6 mesi.
Pene per chi imbratta monumenti o opere d’interesse artistico: multa da 1000 euro a 3000 euro, carcere fino a 1 anno.
A Milano dal 2007 è attiva una task force di 18 agenti.

Il processo è stato rinviato al 19 maggio 2010

Il processo proseguirà il 12 luglio 2010

12 luglio 2010 – Prosciolto Bros. Il giudice: “I suoi graffiti non sono punibili”

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