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Tori Amos

Ore 20,30. Siamo arrivati nettamente in anticipo per goderci il verde e la bellezza di Villa Arconati (Bollate), ma soprattutto per non rischiare di arrivare tardi ad uno dei live più belli dell’estate. Il concerto della divina Tori Amos. Come una vera diva, la cantautrice canadese si è fatta attendere fino alle 22,10, ora d’inizio del live. Il palco è praticamente vuoto. Su di esso solo il suo inseparabile pianoforte rigorosamente marcato Bösendorfer e una tastiera. Myra Ellen, in arte Tori Amos, sale sul palco vestita con dei leggins d’argento attillatissimi, una maglietta color smeraldo e sandali altissimi anch’essi d’argento. I capelli sono lunghissimi e di color rosso fuoco, suo segno distintivo fin dagli anni ’90. Il concerto si svolge senza l’ausilio della band, ma soltanto piano-voce -cosa che farà scappare alcuni presenti in sala probabilmente annoiati dalla cantante. La Amos ha proposto dal vivo qualche brano tratto dal suo ultimo disco “Midwinter Graces”, nonostante l’album consista in una raccolta di canzoni natalizie. La sua voce è sempre calda, bella, intensa, profonda e di un’estensione tale da far innamorare anche gli individui più cinici e dal cuore freddo. Tori Amos, anche durante questo live, ha confermato di essere un’artista a pieno titolo, capace di bastare a se stessa e in grado di emozionare semplicemente con la sua voce e con la sua musica eterea. Tra i suoi brani più famosi e del passato sono stati eseguiti “Space Dog”, “Northern Lad”, “Yes, Anastasia” e “Jupiter”, quest’ultimo tenuto per un finale da brividi. Prima del bis, la cantante si è ritirata per due minuti dietro il backstage, giusto il tempo di permettere ai suoi fan di accalcarsi sotto il palco per acclamarla più da vicino. Al suo rientro, Tori, ha addirittura eseguito la cover “Personal Jesus” dei Depeche Mode, mandando letteralmente in delirio il pubblico in sala, che ha iniziato a ballare e cantare in piedi sulle sedie delle prime file (tra cui noi naturalmente). Insomma, la Amos non ha fatto altro che ricordarci che è ancora lei la dea indiscussa del rock e del pianoforte, nonostante i suoi quarantesei anni in parte celati da un visibile lifting (purtroppo). La fata dai capelli rossi, ancora una volta, è stata in grado di emozionare, d’incantare, di far commuovere e di farci rivivere sensazioni che solo le sue canzoni sono in grado, da sempre, di scatenare.

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