“Please don’t use me I’m an artist”
10 – 30 settembre 2010, Palazzo Bagatti Valsecchi – Milano
Nothing to Understand… Niente da capire: questo il titolo provocatorio scelto per la personale dell’artista materana Ciriaca+Erre fino al 30 settembre visitabile presso le sale dell’ottocentesca Casa-Museo Bagatti Valsecchi di Milano in Via Gesù 5.
Le opere selezionate completano le stanze del Palazzo esplorando diverse tipologie di linguaggi espressivi, dalla video-installazione alla materialità della scultura, alla fotografia su tappeto. Un flusso creativo che da “La Selleria” fino alla “Stanza del camino” si rivela come un’intima riflessione sull’identità alla ricerca di un profondo rapporto tra opera e spettatore dove l’arte è l’unico mezzo capace di mettere in relazione la dimensione spirituale e materiale, oltre a far emergere le contraddizioni e le convenzioni che soggiogano il sistema dell’arte.
“L’arte – ci racconta l’artista – può affermarsi con la violenza ma è solo quando crea un dialogo più profondo che dura in eterno“.
Un viaggio alla scoperta dell’identità attraverso il coraggio della performer di mettere in scena la propria vita violando la propria dimensione di privacy e indagando a fondo la realtà (Warning labels, Please don’t use me I’m an artist).
La forte presa di coscienza dell’ identità femminile espressa in ogni atto della creazione artistica e la prepotenza del proprio ego vissuto tra emozione, riflessione e autobiografia. Una serie di oggetti di uso comune trasformati in simboli carichi di significati affettivi (To do list). Un universo simbolico autenticato dai sigilli in ceralacca rossa garanzia di unicità e verità che rimandano ad un rapporto personale e interiore col passato.
“Con le mie opere – spiega l’artista – non cerco di trasformare le persone o imporre la mia visione del mondo, bensì far nascere delle domande, mettere in discussione gli apparenti assoluti dell’esistenza. Lo spettatore si trova al centro di una messa in scena e lo spettacolo dell’arte gli cresce intorno, proprio come la vita, stimolando la riflessione”.