Della serie: nulla è perduto. In questi giorni a Madrid si svolge la prima edizione di Eyephoneography, raduno di aficionados dello smartphone Apple. Quattro artisti internazionali mostrano al pubblico le migliori prove della loro creatività ottenute sfruttando le ultime frontiere della sofisticata tecnologia abbinata ai cellulari. Gli organizzatori (o si deve dire curatori?) affermano che questo è solo l’inizio di un fulgido avvenire per l’arte “telefonata”.
Non dubito intorno agli sviluppi (che si deve fare per vendere in tempi di crisi, signora mia!) e, per la verità, anch’io apprezzo gli estremismi di certe correnti artistiche che utilizzano scienza e tecnologia per proporre nuove piattaforme culturali. Ma perché usare qui il termine “arte”? Non è più appropriato dire “souvenir mobile ben riuscito”?