SINFONIA NATURALE
Giuseppe Arcimboldo (1526 – 1593)
11 febbraio – 22 maggio 2011, Palazzo Reale – Milano
Divampan le fiamme come capelli dal Fuoco, grovigli di pesci e crostacei (son più di 60!) fan l’Acqua, sboccia la Primavera in un puzzle botanico (80 pezzi tra piante e fiori!), l’Estate raccoglie e celebra i suoi frutti, il ceppo nodoso crea la testa d’Inverno dove le labbra son fungo e la pelle corteccia, si erige l’imperatore Rodolfo II in veste di Vertunno (qui sopra) coronato da tralci di vite, primizie della terra e spighe di grano, domina la scena con la severa fronte a zucca e ghirlande di fiori a mantello: “Elementi e Stagioni“, le favolose “teste composte” di Giuseppe Arcimboldo.
Ritratti come trionfi di natura: potenza e poetica della natura naturans cara al genio leonardesco che combina fantasia e mostruosità a coerenza anatomica, plastica e proporzionale. Quel sentimento di armonia tra uomo e natura al giorno d’oggi irrimediabilmente smarrito.
Tutto, o quasi, il genio dell’Arcimboldo ritorna a Milano di nuovo (nel 1587 rimpatria dopo 25 anni di servizio presso gli Asburgo), a 450 anni dalla sua partenza per le terre asburgiche, prima a Vienna poi a Praga, chiamato come artista di corte e onorato col prestigioso riconoscimento di Conte Palatino. “(…) Acquistossi gran lode, di maniera, che il grido della sua fama volò sino all’Alemagna, nella corte Imperiale, et pervenne nell’orecchie di Massimiliano d’Austria (…)” come ricorda il Morigia nel 1592.
Artista poliedrico ed eclettico, dai raffinatissimi capricci e bizzarrie, fu archiviato per molto tempo nei depositi dei musei, etichettato come “Scuola di Leonardo” e riscoperto solo nel 1936 dal direttore del Moma di New York che inserì alcune sue opere nella mostra “Fantastic Art, Dada, Surrealism“.
Ricerca maniacale del dettaglio in una “vertigine metamorfica”. Il genio dell’Arcimboldo supera l’artificiosità manierista dell’epoca e diventa fonte d’ispirazione per la pittura moderna da Caravaggio in poi – come dimostrato dalla mostra “Effetto Arcimboldo” del 1987 a Venezia – amato e prediletto in seguito da dadaisti e surrealisti.
Ora, finalmente, dall’11 febbraio al 22 maggio 2011 a Palazzo Reale, Milano celebra uno dei suoi più eccezionali talenti con un’antologica di grande qualità: Arcimboldo – Artista milanese tra Leonardo e Caravaggio. Saranno esposte per la prima volta le Quattro Stagioni di Monaco, testimonianza rilevante della pittura del primo periodo milanese.
Precisiamo comunque che la mostra è la rielaborazione dell’esposizione conclusasi il 9 gennaio scorso alla National Gallery di Washington “Arcimboldo, 1526–1593: Nature and Fantasy” (clicca qui per vedere la brochure della mostra americana) con rispettiva riproposizione della scultura a tutto tondo di oltre 3 metri di Philip Haas “Winter (After Arcimboldo)” posta in Piazzetta Reale.
La mostra si prefigge di definire la figura della vicenda artistica dell’Arcimboldo a partire dall’influenza del genio universale di Leonardo nel fervido ambiente culturale milanese cinquecentesco, fino a giungere a delineare il ruolo dell’artista nello sviluppo della “natura morta” tanto cara a Caravaggio che ne compì qualche anno più tardi espressione sublime nella “Canestra di frutta” dell’Ambrosiana.
Trecento opere suddivise in nove sezioni: le celebri grottesche di Leonardo accanto ai disegni e ai dipinti di seguaci come Francesco Melzi, De Predis e il Lomazzo (meravigliosa la Salomè con la testa del Battista del Luini proveniente da Vienna). La scuola leonardesca al completo che influenzerà non poco la produzione artistica di Arcimboldo: la rappresentazione degli aspetti fisiognomico caricaturali, l’illustrazione naturalistica e gli studi di flora e fauna: una minuziosa indagine del mondo naturale, fondamento allo stesso tempo di arte e scienza.
Una parentesi dedicata alle arti suntuarie di cui Milano fu tra i più rinomati centri dell’epoca per poi entrare nel cuore dell’opera arcimboldesca: i lavori giovanili come le vetrate per il Duomo di Milano e l’arazzo del Duomo di Como, fino al culmine espositivo delle spettacolari “teste composte“: tripudio di frutta e verdura, fiori, animali, oggetti. Elementi e Stagioni in reciproca relazione in tutta la complessa raccolta iconografica colma e carica di segni e di simboli.
Seguono straordinarie invenzioni come “Il bibliotecario” e “Il giurista“, il celeberrimo “Vertunno” e il bellissimo “Autoritratto cartaceo“. Infine, per concludere in grandezza, “L’ortolano“, la “Testa reversibile con canestro di frutta” che diviene viso pacioso con le gote a pesca e mela e il nasone a pera e la “Testa delle quattro stagioni dell’anno” che riassume in un quadro tutto il suo estro e il suo ingegno.
“Così procede Arcimboldo, dal gioco alla grande retorica, dalla retorica alla magia, dalla magia alla sapienza” (Roland Barthes, 1985)
(Da non perdere nella sezione Pitture ridicole il Piatto con testa composta di falli di Francesco Urbini in prestito nientemeno che da Oxford…)
INFORMAZIONI UTILI
Palazzo Reale, piazza Duomo 12
dal 10 febbraio al 22 maggio 2011
ORARI
Tutti i giorni 9.30-19.30
Lunedì 14.30-19.30
Giovedì e Sabato 9.30-22.30
La biglietteria chiude un’ora prima
BIGLIETTI
Intero € 9,00
Ridotto € 7,50
INFORMAZIONI
Infoline: 02.92800375
Catalogo: Skira (Arcimboldo. Artista milanese tra Leonardo e Caravaggio)