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IL FUTURO DELL’INFORMAZIONE D’ARTE IN ITALIA E LE POLEMICHE IN CORSO SU EXIBART

La guerra in Exibart ha innescato un filone di dibattito assai interessante sullo stato e le prospettive future dell’informazione d’arte in Italia. Ma nel contempo sono state rilasciate anche alcune dichiarazioni deliranti. Molte delle cose che afferma Massimiliano Tonelli nell’intervista pubblicata da Luca Rossi sul suo blog sono condivisibili. Altre lasciano di stucco. In una prima versione dell’intervista Tonelli (o chi per lui ha trascritto -speriamo male- le sue parole) sono state pubblicate frasi molto gravi. Poi subito cambiate con le seguenti: “Tutto quello che affermo, dalla prima all’ultima parola, è riscontrabile non solo interpellando le altre persone protagoniste di questa storiaccia mortificante, ma banalmente rileggendo i surreali scambi di e-mail che gelosamente conservo e che testimoniano cosa è capitato. Un giorno bisognerebbe utilizzarli per la sceneggiatura di una sit-com surreale. Sembra che si sentano “invincibili e immortali” per motivi che è meglio non approfondire in questa sede”. Che significa “invincibili e immortali”? Per quale motivo sarebbe meglio non approfondire?

Noi di ArsLife -ovviamente- abbiamo registrato anche la prima versione (poi modificata) nella quale vi è un esplicito riferimento alle cause di questa presunta “invincibilità” citata da Massimiliano. Il nostro augurio è che tutto si fermi qui. Ma certamente potrebbe esserci un seguito gravissimo. Che il dibattito sul successo di Exibart e sul suo annunciato sgretolamento finisca in sud-America è assurdo e oltraggioso per tutti. Ma certamente è assai curioso il fatto che di fronte a una situazione surreale i fuoriusciti/licenziati di Exibart invece che parlar chiaro si limitino a fare pubblicità alla loro imminente e prossima avventura editoriale. Insomma ancora una volta il business prima di tutto. Che è successo? Perché non è possibile sapere la verità?

Fatta questa doverosa precisazione proseguiamo con la parte nobile di questa storia. Ossia lo stimolo a discutere e analizzare lo stato dell’informazione sull’arte in Italia. Ora Tonelli con il suo progetto Artribune avrà l’onere e il compito di dimostrare sul campo la grande esperienza maturata e le sue innegabili capacità. L’editoria on line ha degli spazi e delle illuminazioni grandiose rispetto a quella cartacea. Ma anche specifiche difficoltà. Se andate a spulciare le origini di molti progetti di editoria d’arte sul web (non solo Exibart…) scoprirete che le fonti sono quasi sempre due: o quelle bancarie o quelle informatiche. Per farla breve, chi si è occupato con successo in Italia d’arte su internet lo ha fatto o perché aveva delle sovvenzioni o perché aveva delle competenze in qualità di programmatore. Insomma all’inizio pochi tra loro erano in grado di distinguere non solo un Rubens da un van Dyck, ma nemmeno un Matisse da uno sgorbio. Ovviamente la rituale frequentazione e l’obbligo (per business) d’occuparsi del settore ha poi fatto la sua parte. Le persone più intelligenti hanno col tempo raffinato i loro spiriti, giungendo persino a capire il peso di qualche pennellata, il valore delle ombre leonardesche e finanche il surrealistico e devastante senso delle mega sculture koonsiane. Tant’è. La bolla speculativa di internet degli anni Novanta spiega l’intervento della finanza su molti progetti. E la necessità di piattaforme “algoritmicamente adeguate” nasconde l’incursione dei programmatori in ogni dove.

Nel passato, con la stampa cartacea, non era così. Il re assoluto, ancora oggi in trono, può raccontarlo meglio di chiunque altro. Giancarlo Politi (amato od odiato che sia) ha non solo inventato ma portato la stampa italiana sull’arte contemporanea in tutto il mondo. Il difficile (come per tutte le cose: dall’amore ad abitare una casa) non è creare un progetto ma mantenerlo! E voi credete che “Flash Art” sarebbe ancora qui tra noi senza lo straordinario “intuito percettivo” del suo fondatore? Non credo proprio. I capitali di quattro filiali bancarie o la potenza matematica di 30 esperti sull’internet Protocol non sarebbero state sufficienti. Voglio dire: cerchiamo di mettere un punto fisso. La gente ora può litigare. Tonelli e Sighele prendersela con la EMMI edizioni. Quegli altri con questi. E via di seguito. Ma la potenza di fuoco che il nostro Paese ha sull’arte e dunque sull’informazione intorno all’arte non ha bisogno di guerre tra poveri, ex-bancari o informatici. Specie in un periodo come questo in cui persino i guelfi e i ghibellini stanno risorgendo dalle tombe per certificare che sono stufi di un’Italia lacerata. Oggi è venuto il tempo di fare sistema di “fare l’Italia”. Tanti auguri a Massimiliano & company per il loro nuovo sito in arrivo. ArsLife non solo lo seguirà con attenzione ma gli darà tutto lo spazio che si merita. Che nascano ancora cento e mille nuovi siti. Evviva l’arte. Evviva la cultura. Evviva l’Italia. Abbasso i delinquenti.

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