Kengiro Azuma 1961
Museo del Novecento, Milano
Sala focus 30 settembre 2011 – 15 gennaio 2012
È dedicato alle opere di Kengiro Azuma la prossima mostra nella Sala Focus del Museo del Novecento, in programma dal 30 settembre 2011. L’approfondimento pone al centro la scultura in gesso Mu realizzata dall’artista giapponese nel 1961. Questa data segna un momento fondamentale nel percorso artistico di Azuma, e precisamente il passaggio da una pratica figurativa, atta a emulare la scultura di Marino Marini, suo maestro a Brera, a una espressione più autonoma, astratta.
In questi anni Azuma, incoraggiato anche dallo stesso maestro, è alla ricerca di nuove forme e l’ispirazione arriva casualmente, come racconta nei suoi aneddoti l’artista, osservando una catasta di cassette di legno per la frutta in cui riesce a cogliere una cadenza ritmica tra “pieni” e vuoti, che da quel momento caratterizzeranno la sua produzione, per l’appunto intitolata “Mu” che in giapponese rimanda al concetto di “vuoto”.
Da quel momento Azuma inizia a creare veri propri assemblaggi con l’accostamento di listelli di legno delle stesse cassette da cui, a volte, trae delle sculture in gesso su cui poi interviene con piccoli segni o fori.
La scultura Mu è affiancata da un olio, Mu 0.6 e da un’altra serie di opere, sempre del 1961, alcune delle quali di proprietà dell’artista, altre di proprietà delle civiche raccolte del Comune di Milano.
Le opere di Azuma sono entrate nelle collezioni civiche grazie alle donazioni Boschi-Di Stefano del 1974 e 1980. Gli acquisti delle opere, risalenti al 1963, dimostrano come Antonio e Marieda Boschi Di Stefano fossero molto attenti alla produzione artistica dei giovani artisti attivi a Milano.
Il focus è curato da Danka Giacon. Grazie alla preziosa collaborazione dell’artista, è stata realizzata da Giulio Cattaneo e Viola Mazza una video intervista che verrà riprodotta durante l’esposizione. L’allestimento dello spazio focus è a cura di Fabio Fornasari.
Kengiro Azuma , nato a Yamagata in Giappone da una famiglia di fonditori e scultori, dopo aver prestato servizio nell’aviazione durante la seconda guerra mondiale, lavora come scultore e docente presso l’Università d’Arte di Tokyo. Giunge in Italia nel 1955, grazie a una borsa di studio che gli permette di frequentare l’Accademia di Brera e, nonostante le molte difficoltà, soprattutto linguistiche, decide di restare a Milano. Si avvicina a Marino Marini, suo maestro in accademia, fino a diventare, anche dopo il diploma in scultura, suo assistente privato. Negli anni sessanta Azuma inizia a esporre in modo autonomo nelle gallerie private milanesi continuando comunque l’attività di assistente presso lo studio di Marino Marini.
La Sala Focus del Museo del Novecento è uno spazio dedicato ad approfondimenti temporanei che hanno come principale oggetto ricerche sul patrimonio delle raccolte museali.
Ideati come strumento di valorizzazione delle collezioni civiche, i focus permettono anzitutto la rotazione delle opere conservate presso i depositi del museo che al momento non compaiono nel percorso espositivo.
Presupposto comune è l’alto contenuto scientifico, che si concretizza in una accurata ricerca storico-critica e filologica, condotta di volta in volta da storici dell’arte, ricercatori e studiosi.
Il profilo scientifico dei focus permette l’avanzamento dello stato degli studi rispetto al patrimonio attraverso una proficua collaborazione con le università e gli istituti di ricerca, così da offrire letture e chiavi interpretative inedite delle opere, dei protagonisti e delle tematiche che hanno animato il Novecento italiano e milanese.
Dada – Futurismo
dalle collezioni milanesi
Museo del Novecento, Milano
Sala focus 30 settembre 2011 – 15 gennaio 2012
Il Museo del Novecento presenta la mostra Dada D Futurismo. Dalle collezioni milanesi a cura di Italo Rota e Vicente Todolì, che propone una lettura degli scambi tra Dadaismo e Futurismo attraverso le opere di collezioni milanesi, a cui si sono aggiunti preziosi documenti conservati al centro APICE dell’Università degli Studi di Milano.
Sviluppatisi a pochi anni di distanza, rispettivamente prima e dopo la Grande Guerra, Dada e Futurismo sostennero con lo stesso tono esaltato un nuovo modo di concepire l’estetica e il ruolo dell’artista. Il debito di Dada nei confronti del Futurismo è evidente: “Avevamo inghiottito il Futurismo con tutte le sue radici, che, però, nel corso della digestione, avevamo risputato completamente” dichiarò Hans Richter. Come le “serate futuriste” anche le manifestazioni Dada mescolavano letture, musica, presentazione di oggetti artistici per scandalizzare il pubblico. Il manifesto di Tristan Tzara rifiutò le pratiche artistiche tradizionali non meno di quanto avevano fatto i manifesti tecnici del Futurismo. Affinità vi era anche nella composizione grafica di manifesti e poster e nello stile delle “parole in libertà” e dei poemi dada.
CONVERSATIONS
Fotografie della Bank of America Merrill Lynch Collection
Museo del Novecento, Milano
30 settembre 2011 – 15 gennaio 2012
Il Museo del Novecento prosegue la sua attività espositiva presso lo Spazio Mostre al piano terra con una mostra dedicata alla fotografia dal titolo Conversations.
Come racconta Marina Pugliese, direttore del Museo del Novecento “la mostra, pensata per Milano in virtù della collaborazione tra Bank of America Merrill Lynch e il Museo, porta in città una straordinaria collezione di fotografia che annovera le opere di grandi autori integrando idealmente e a livello internazionale il percorso espositivo del museo”.
Per la prima volta saranno a Milano 80 fotografie provenienti da una delle più prestigiose collezioni bancarie al mondo, laBank of America Merryll Lynch Collection, nell’ambito del programma Art in our Communities®, un progetto di mostre itineranti lanciato nel 2009 attraverso cui le opere d’arte della collezione sono state prestate ai musei di tutto il mondo ed esposte in oltre 50 esposizioni internazionali.
Conversations , che è stata inaugurata al pubblico per la prima volta al Museum of Fine Arts di Boston e sarà all’Irish Museum of Modern Art di Dublino a febbraio 2012, viene presentata al Museo del Novecento nell’edizione italiana a cura diSilvia Paoli, conservatore del Civico Archivio Fotografico ai Musei del Castello Sforzesco di Milano.
Il percorso espositivo, a partire dalle linee indicate nella edizione americana, valorizzaalcuni dei capolavori della collezione ponendoli in “conversazione” tra loro, attraverso accostamenti tematici (nelle sezioni: Ritratto, Paesaggio, Uno sguardo sull’arte, Astrazione/Sperimentazione, Viaggi/Monumenti, Società/Testimonianze, Astrazione/Paesaggio industriale, Surrealismo, Astrazione/Natura morta), ma anche storici e formali, ripercorrendo in modo diacronico la storia del medium fotografico.
Nello stesso spazio espositivo, immagini del XIX secolo dialogano con scatti del XX secolo, primi piani con foto panoramiche, ritratti con foto documentarie, still life con opere astratte, in un gioco dialettico che coinvolge lo spettatore.
Le immagini urbane ad esempio (di Robert Frank, Harry Callahan, Helen Levitt o William Klein) che costituiscono un cospicuo nucleo della collezione, sono specchio della formazione della complessa società americana. Un tema che, in mostra, viene amplificato e ulteriormente articolato proprio nelle ricercate giustapposizioni delle fotografie, realizzate spesso con soluzioni formali molto diverse o in momenti storici distanti.
Similmente il ritratto (Edward Weston, Man Ray, Jeanne Dunning) e la natura morta (Irving Penn, William Eggleston, Lee Friedlander) che con la sperimentazione del mezzo si caricano di connotazioni psicologiche e di valori simbolici – fino alle provocazioni ironiche di Cindy Sherman – vengono presentati in mostra in eloquenti contrappunti visivi: a volte affiancati a scatti di paesaggio, in un dialogo di intensità emotiva, a volte tra di loro in un confronto metalinguistico (uso della prospettiva, dei colori, astrazione…) che ne enfatizza il messaggio.
Tra i molti artisti rappresentati compaiono i nomi di alcuni dei maestri indiscussi della fotografia internazionale: Gustave Le Gray, Julia Margaret Cameron, Eugène Atget, Alfred Stieglitz, Paul Strand, László Moholy-Nagy, Man Ray, Walker Evans, Robert Frank, Lee Friedlander, Cindy Sherman, Bernd e Hilla Becher, Thomas Struth, solo per citarne alcuni.
Commentando la nuova mostra, Rena De Sisto, Global Arts and Culture Executive di Bank of America Merrill Lynch, ha affermato: “Siamo orgogliosi di sponsorizzare il Museo del Novecento. Questo museo rappresenta una destinazione d’elezione per gli amanti dell’arte italiani e stranieri. Nata per celebrare l’arte contemporanea, questa istituzione è il luogo ideale per ospitare delle fotografie, quintessenza dell’arte del XX secolo. Operiamo a Milano da oltre 50 anni e siamo consapevoli che, nel clima economico attuale, il nostro ruolo di sostenitori all’industria dell’arte è più importante che mai. Siamo onorati di aver potuto dimostrare, attraverso questa mostra molto speciale, il nostro impegno e la nostra vicinanza all’Italia.”
Orari | Lunedì 14.30 – 19.30
Martedì, Mercoledì, venerdì e domenica 9.30 – 19.30
Giovedì e sabato: 9.30 – 22.30
Ingresso | Ingresso intero 5 euro
Ingresso ridotto 3 euro (studenti universitari, over 65, dipendenti comunali)
Info | 02.884.44061 – 02.0202
www.museodelnovecento.org
Visite guidate | Info e prenotazioni 02.43353522
museodelnovecento@civita.it