Che il web, la rete, sia uno straordinario strumento del “sapere” è una verità incontestabile, ma altrettanto inconfutabile è che sia una sorta di Giano Bifronte nel quale entra informazione e cultura (non sempre) e dal quale esce anche un flatus vocis talvolta maramaldo e mistificante, carico di una “verità” conferitagli dal media stesso.
Tutto questo per introdurvi al piccolo incidente di rete nel quale è inciampato Giancarlo Politi, editore e direttore del noto magazine Flash Art, che, dopo aver “lanciato” il messaggio di ricerca di stagisti, si è la lanciato in uno spericolato quanto improvvido scambio di mail con una sedicente candidata (potete trovarlo pubblicato sul sito letteraviola.it).
Che ingenuità direttore! come non accorgersi che la Signorina Caterina, laureatissima, quattro lingue, esperta di web, esperienza all’estero (ma quanti anni ha Caterina, 51 come Bracardi?), altro non cercava se non dimostrare che Lei è uno sporco capitalista, sfruttatore della fanciulla e pure della sua famiglia che tanto si è sacrificata per farla studiare? Come non accorgersi che il tutto era funzionale a questi giorni di protesta dei “gggiovani” contro la crisi, le banche, la finanziarizzazione che gli hanno rubato il futuro? ma domandarsi da dove e a spese di chi venisse tutto quella ricchezza di cui hanno goduto e tuttora godono, mai! vero?
Quanto poi al sostantivo mignotta, evidentemente non rivolto alla Signorina, esso è stato da Lei manifestamente usato per sostenere che le qualità vantate dalla sedicente candidata erano necessarie anche per esercitare altri nobili mestieri in un complesso, sofisticato e globalizzato evo come il nostro, nel quale avere uso di mondo e di lingue -senza sottintesi of course- è quantomai utile.
Ad ogni buon conto, se invece di smanettare tutto il giorno su I-pad, I-phone, twittare, ciattare, taggare, dedicassero un poco di tempo anche ai classici come “Splendori e miserie delle cortigiane” di Honorè de Balzac, mio padre letterario, questi “gggiovani” saprebbero di quali abissi ma anche di quali grandezze e qualità è costituita l’essenza di quelle Signore, le mignotte, la cui esistenza non è certamente meno inutile di tanti fatuamente impegnati.
E al fin della licenza, un piccolo consiglio: una parola è poco, ma due sono troppe, come dice nonno Libero, specialmente sul web.
PS: mentre scrivo le mie povere amenità La Rete, i blog, i Social Network mi inondano di immagini, con sottofondo rap, di devastazioni a Roma. Complimentos, Amigos…