Sabato 21 gennaio. Casa d’Aste Meeting Art, Vercelli. Settima sessione asta n. 735 di arte moderna e contemporanea. Al lotto 734 un piccolo gioiello del nostro miglior Novecento: la tela2392 punti del fiorentino Franco Bemporad (1926-1989) di buone dimensioni e annata doc (1975) ha stima 5/6.000 euro, ma la base d’asta è di appena 3.000, cifra a cui, nel pomeriggio, il sagace acquirente sfila per sé la traccia notevole di uno dei più acuti e raffinati esponenti del Movimento Nucleare in uno dei suoi capolavori del periodo “milanese”.
Di questi tempi è l’abbuffata di pois di Damien Hirst presso la grande “catena” Gagosian. Incomparabilmente diverso e superiore lo sforzo del portafoglio per acquisire un’opera puntinata dell’ex YBA. Incomparabilmente diverso e inferiore il portato culturale dei pois di Hirst rispetto alla ricerca di Bemporad che sviluppa, secondo Argan, “il tema già proposto da Capogrossi della ripetibilità e della variazione ugualmente infinita del segno”, la cui novità consiste nella sua oggettività, in quanto il segno “privato d’ogni implicazione simbolica”.
Per Bemporad il segno non costituiva simbolo, ma per noi – oggi – sì. Eccome.