In occasione del centenario della nascita del maestro Francesco Molinari Pradelli (1911-1996), direttore d’orchestra di fama internazionale e collezionista di pittura italiana del Seicento e Settecento, la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, la Museo della Città SrL e la Soprintendenza per il patrimonio storico, artistico ed etnoantropologico di Bologna, organizzano nella sua città natale una mostra di dipinti barocchi.
La raccolta Molinari Pradelli è infatti la più significativa nell’area bolognese, non solo per la consistenza di opere e per la loro qualità ben selezionata, ma per l’impronta che il gusto raffinato del maestro ha saputo imprimerle, mettendo a frutto le fortunate occasioni nei numerosi viaggi e nelle relazioni internazionali che il successo della sua professione gli offriva.
Angelo Mazza, curatore della mostra e del catalogo, ha selezionato circa 90 dipinti che esprimono la peculiarità della raccolta, e saranno esposti suddivisi in 4 sezioni:
Nature morte, Pittura emiliana, Pittura veneta, Pittura napoletana
Sezione nature morte: si compone di 27 dipinti fra i quali spiccano, fra le altre, opere di Jacopo Chimenti detto l’Empoli, Luca Forte, Giuseppe Recco, Giuseppe Ruoppolo, etc.
Pittura emiliana: 33 dipinti tra i quali opere dello Scarsellino, del Mastelletta, di Guido Cagnacci, di Marcantonio Franceschini, di Giovan Gioseffo dal Sole, di Vittorio Bigari etc.
Pittura veneta: 11 dipinti fra i quali Palma il Giovane, Sebastiano Ricci, Giovanni Battista Pittoni etc.
Pittura napoletana: 16 dipinti da Agostino Beltrano a Micco Spadaro a Giovanni Battista Rossi etc.
A Palazzo Fava il nucleo centrale della natura morta sarà esposto nel grande salone sotto il fregio dei giovani Carracci datato 1584, che svolge il tema della conquista del vello d’oro da parte di Giasone con l’aiuto determinante di Medea. I gruppi dei dipinti emiliani, veneti e napoletani saranno distribuiti nelle altre sale del nobile palazzo sotto i fregi di Ludovico Carracci, di Bartolomeo Cesi e di Francesco Albani e infine nella saletta affrescata dagli allievi di Ludovico Carracci.
L’esposizione da un lato offrirà l’opportunità al vasto pubblico di apprezzare una serie di capolavori da lungo tempo nascosti, dall’altro si propone di celebrare la figura del noto direttore d’orchestra ricordandone la passione collezionistica, nel tentativo di ricostruire le dinamiche delle sue relazioni con gli storici dell’arte nei decenni del dopoguerra.
Comitato scientifico: Fabio Roversi-Monaco (Presidente), Andrea Emiliani, Luigi Ficacci, Sergio Marinelli, Angelo Mazza, Wolfgang Prohaska, Eugenio Riccòmini, Erich Schleier, Nicola Spinosa, Claudio Strinati.
Apertura al pubblico dal 21 giugno al 7 ottobre 2012, dal martedì alla domenica
dalle ore 10 alle 19
Per ulteriori informazioni: telefono 051 19936305
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