Questa rubrica nasce per dare opinioni e dire cose. Entrambe azioni che, nel mondo dell’arte, e nella fattispecie nel mondo dei magazine che di arte si occupano, vengono spesso nascoste tra una parola e l’altra. Si parla in critichese e chi s’è visto s’è visto. Fine.
Vorrei cercare di tradurre in materia concreta la lezione di un geniale redattore di Frieze con cui ho viaggiato poco tempo fa (non vi dico il nome perché il ragazzo è molto discreto, o molto british che dir si voglia). Bene, lui è andato a visitare il Quatar (esatto, l’emirato…), invitato dal Ministero, per scoprire e recensire sulla prestigiosa testata le primizie del paese: musei, gallerie, etc… Gli è stato offerto il viaggio e riservato un trattamento VIP, alberghi e ristoranti di lusso e così via. Insomma, gli emiri avevano preparato un servizio completo. Una settimana intera per fargli una bella lisciatina, che consentisse loro una pubblicità più pervasiva e autorevole della solita quarta di copertina, che comunque costa dei quattrini.
Il ragazzo che fa? Torna nella city piovosa e massacra il museo nella sua recensione. Perché a dir suo (io non l’ho visitato, per ora non vi saprei dire) è scadente. Ora, questo redattore ha semplicemente fatto il suo mestiere mi direte. Non proprio. Ha dato un’opinione, ha detto qualcosa. Ha fatto il giornalista. Questa è una cosa talmente ovvia (e sacrosanta) che in Italia abbiamo deciso di smettere di praticare. Tutto in virtù di un vortice di interessi che costringono questa categoria ad un modus operandi che farebbe impallidire la vecchia democrazia cristiana.
Leggo decine di recensioni ogni mese e ogni volta che arrivo alla fine, spesso, devo ricominciare. Succede lo stesso quando si legge Heidegger. Peccato che lui qualcosa lo dica. In questo caso il problema non è suo, ma di chi legge. Vuoi dire che il mondo dell’arte sia pieno di hedeggerini? Bontà loro. Non credo proprio.
Chiosando: proveremo a fare un po’ di casino. Venite a trovarci, ci sarà da divertirsi.
2 Commenti
curiosa di leggerti, intanto ringrazio per lo spirito con cui affronti il tuo mestiere. Spero che anche fra chi invita e sostiene il lavoro dei giornalisti con ospitalità e accuratezza possiate trovare chi non pensa solo a “dare una lisciatina” ma si aspetta l’opinione di un esperto (possibilmente non coinvolto nella curatela di un evento o un’istituzione concorrente…..!)
Insomma belle le opinioni soprattutto quando arrivano da critici intelligenti, colti, un po’ frschi e preparati..
grazie Gabriella. soprattutto perché queste parole arrivano da una professionista. vera. 🙂