Un piccolissimo 5% separa il mercato dell’arte contemporanea di questa primavera 2012 al vertiginoso picco del 2008. Quel maggio, che si pensava irripetibile, Sotheby’s, Christie’s e Phillips de Pury avevano totalizzato 954 milioni di dollari. Questo maggio ha sfiorato quella cifra, raggiungendo $893 milioni, il 37% in più rispetto a maggio 2011 e il 14% in più rispetto a novembre 2011.
Se poi andiamo ad osservare le singole performance delle opere proposte nei cataloghi, è ancora più evidente l’esuberanza che pervade il mercato dell’arte contemporanea in questo momento. I collezionisti infatti sono affamati di icone e opere di grande qualità di quei 10-20 artisti che in questo momento stanno guidando il mercato, e le case d’asta rispondono offrendo cataloghi di lotti selezionatissimi.
Christie’s l’8 maggio ha registrato la sua miglior performance di sempre nel segmento Post-War and Contemporary, totalizzando $343 milioni per 56 lotti, con 12 record d’artista tra cui quello per il grandissimo Mark Rothko. Sotheby’s il giorno seguente non ha mancato a replicare. Sono stati segnati 5 record d’artista e sette opere hanno superato i $10 milioni, tra cui il Lichtenstein e il Bacon, passate sotto al martelletto a $44 milioni a suon di $500 mila alla volta. Negli $86 milioni di Phillips de Pury, 15 opere hanno superato il milione, di cui sei oltre i $5 milioni e tre sopra i $10 milioni, con il clamoroso record per Jean-Michel Basquiat. Anche Phillips de Pury si è fatta ammaliare da artisti largamente affermati. Solitamente infatti, la auction house anglo-americana si distingue per le giovani proposte in catalogo, sostituite invece da nomi più classici e “sicuri”.
Sulla scia del successo che sta avendo l’Espressionismo Astratto in questo momento, Gerhard Richter è sicuramente il principale artista che sta trainando il comparto. Un “Abstraktes Bild” nella variante in rosso, verde e giallo del 1992 è stata battuta a $16milioni da Sotheby’s, e un altro del 1993 aggiudicato alla cifra record di $21.8 milioni da Christie’s. A sorpresa un invenduto: da Phillips de Pury un esemplare di più piccole dimensioni, “Abstraktes Bild (638-4)” del 1987, non ha trovato un compratore. Pare fosse in cattive condizioni di conservazione. I collezionisti son sì voraci di grandi nomi, ma sempre vigili sulla qualità.
Ma questo trend al rialzo si era manifestato anche a Londra lo scorso febbraio. Christie’s aveva raggiunto il suo totale più alto di Londra, con 19 opere al di sopra del milione di sterline. Record per Christopher Wool, De Bruyckere e Thomas Houseago. Top lot un ritratto di Henrietta Moraes di Francis Bacon, venduto a £21.3 milioni, la seconda opera più costosa venduta dal dipartimento di Postwar & Contemporary di Christie’s London. Anche da Sotheby’s grandi numeri: una percentuale di vendita altissima pari al 90.5% e del 94.6% per il valore. In più, il 63% dei lotti venduti ha superato le stime pre-vendita.
Un’altra questione salta all’occhio: sia Christie’s che Sotheby’s hanno puntato sulle collezioni private. Da Christie’s quella del filantropo di Philadelphia David Pincus, da Sotheby’s del finanziere texano Theodore Forstmann, con opere mai viste in asta per decenni. Anche la bellissima Sleeping Girl da record di Lichtenstein è rimasta racchiusa in una collezione privata fin dalla sua prima esposizione alla Ferus Gallery di Los Angeles nel 1964, quella di Beatrice e Phillip Gersh.
Dall’inizio della crisi nel 2008 molti investitori sono scappati dal mercato finanziario, riversando la propria liquidità sul mercato dell’arte contemporanea. E non si tratta di un fenomeno strettamente occidentale. Anzi, un crescente numero di miliardari provenienti dai paesi emergenti, Asia, Medio Oriente e Sud America, si sta affacciando sul mercato dell’arte alla ricerca di grandi nomi da esibire come trofei. Da allora, non si ricordava una primavera così scoppiettante come quella che stiamo vivendo in questo momento. Con la differenza che il mercato dell’arte contemporanea odierno, ma soprattutto i collezionisti, si sono fatti più maturi grazie alla minaccia della crisi globale che hanno vissuto negli ultimi cinque anni, diventando molto selettivi, attenti alla qualità e informati.