È la più bella camera del mondo. L’infinito terremoto valpadano, con le sue botte da orbi e le continue sollecitazioni, tasta la tenuta del capolavoro di Andrea Mantegna da dodici giorni. Che tiene duro. Anzi, elastico, grazie alla torre del Castello di San Giorgio, alle sabbie, all’acqua sotterranea, Ma un primo segno di cedimento la Camera Picta ha cominciato a darlo. È stanca.
Abbiamo approfondito, cercato, la notizia data ieri, che così oggi evolve, purtroppo: il sisma ha “riacceso” una vecchia microfenditura che corre verticale e poi obliqua nella scena della Corte, parete del camino. Il “segno” nasce tra i piedi di Marsilio Andreasi o Raimondo de’ Lupi di Soragna, (personaggio ancora non identificato) che bisbiglia all’orecchio del marchese Ludovico II, e oltre a riattivarsi raggiunge il culmine della lunetta. Questo lungo “capello” vicino a un festone ha staccato una porzione di intonaco dipinto, a piombo un metro sopra la testa della marchesa Barbara di Brandeburgo. Si tratta – assicura la sovrintendente ai beni artistici e storici – dello scollamento di un restauro moderno. Il fondo del risarcimento (il rattoppo scientifico) è infatti bianco.
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Giovanna Paolozzi Strozzi mette il bollino giallo alla situazione, facilmente e rapidamente recuperabile. Ma il bollino rosso può già essere applicato se si considerano due cose. La prima, che è un punto fermo: la fragilità e l’importanza della Camera Picta, capolavoro assoluto, tesoro mondiale. La seconda, che è una situazione mobile: il protrarsi delle scosse grandi, piccole ed anche impercettibili che stressano costantemente la pellicola pittorica, gli intonaci di preparazione, addirittura il laterizio in una porzione molto sensibile della stanza, quella dove corre la canna fumaria o probabilmente c’è la tamponatura dell’originaria finestra gotica centrale alla parete (Mantegna trasferì l’apertura a sinistra, verso la scena dell’Incontro).
In sintesi: la Camera Picta potrebbe cominciare a debilitarsi, a non sopportare più il tremolìo che si riverbera dalle fondamenta. Una tortura. E se è vera la teoria che i primi pezzi a cascare sono i restauri, ecco il segnale. L’allarme è mondiale. Già nel pomeriggio di ieri i restauratori hanno approntato le strutture per il primo intervento. Quello della Camera Picta è soltanto uno dei punti critici della corte gonzaghesca.
L’intera struttura della cupola del campanile di Santa Barbara potrebbe collassare in caso di altre scosse. Il crollo della lanterna alle 13 di martedì ha lesionato tutta la parte inferiore e il delicato equilibrio delle colonne binate della serliana, che non potrà reggere a lungo. In caso di cedimento – ci ha spiegato ieri mattina l’architetto Giovanni Mori che ha firmato tutti i restauri della basilica – i detriti potrebbero cadere direttamente sulla Galleria della Mostra. La prospettiva è devastante.
Renata Casarin, funzionaria della sovrintendenza alla quale è stato attribuito il compito di monitorare tutti i punti di crisi, informa che tutto il quartiere di Corte Nuova, che va dall’Appartamento Grande di Castello fino appunto alla Galleria della Mostra resterà chiuso per mesi. La situazione si è aggravata con le scosse del 29 che hanno compromesso l’assetto strutturale. La sovrintendenza ha fatto puntellare il controsoffitto del Corridoio di Santa Barbara che collega Cortenuova a Cortevecchia. Ieri sono stati controllati tutti i grandi comignoli di piazza Castello.
La riapertura anche parziale della galleria museo nazionale di Palazzo Ducale si allontana. Oggi un eventuale accesso consentirebbe un percorso fra impalcature, transenne, reti di protezione, cartelli di divieto. Una situazione insostenibile, che però è necessario far conoscere, perché il Ducale oggi più che mai è la città, Mantova in forma di palazzo. Su invito della sovrintendente ieri pomeriggio il sindaco Sodano ha visitato la reggia e non ha potuto far altro che sommare gli estesi danni e icogniti mali della reggia con quelli delle zone monumentali esterne. Non è improbabile che nelle prossime ore vengano coinvolti nella questione il ministero dei beni culturali in via diretta e, parallelamente, l’Unesco (Mantova con Sabbioneta sono siti patrimonio mondiale dell’umanità). Nella sua totalità la condizione del patrimonio d’architettonico è drammatica. (Fonte: Gazzetta di Mantova)