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Addio anni Settanta

Un tuffo nel fermento degli anni ’70. Un addio al passato per guardare finalmente al futuro. Si spera. Gli anni d’oro sono ormai finiti da un pezzo. Anni in cui ogni forma d’arte si intrecciava l’una con l’altra, dove aveva ancora un senso pensare in maniera creativa con l’intenzione però di costruire qualcosa di concreto, in cerca di risposte per cambiare e migliorare il mondo, non per impossessarsene, semplicemente per trasformarlo. Si combatteva il sistema in un contesto stimolante, con l’arte, e con quel fare politica che voleva dire solo fare politica. Fare terrorismo era un’altra cosa. Un decennio non più figlio dell’utopia e ormai privo del moralismo dei sessantottini. Fu un passaggio significativo per l’Italia e per Milano. E non è vero che dilagava solo sangue per le strade, anzi, fu proprio la fame di conoscenza, di sperimentazione, di libertà di espressione ad avere la meglio. Vero è che in certe zone, se per esempio si indossavano dei rayban, c’era davvero da avere paura. Il rischio? Prendere una marea di botte dai “rossi”, se andava bene. Quando iniziarono ad arrivare gli spari fu davvero la fine di ogni speranza e di una sana idea di rivoluzione.

A Palazzo Reale è in corso una mostra per celebrare e per non dimenticare quel decennio. Un evento anche con la funzione di monito per evitare di compiere gli stessi errori. “Addio anni ’70. Arte a Milano 1969 – 1980” questo il titolo, a cura di Francesco Bonami e Paola Nicolin. Oltre 2500 mq espositivi visitabili fino al 2 Settembre 2012 e a ingresso gratuito. “Un decennio irregolare” come lo ha definito la stessa Nicolin e difficile da affrontare, per l’Italia, ma soprattutto per Milano.
Un addio necessario. Una mostra per prendere atto degli anni che furono, anche per esorcizzarli. Senza ipocrisie. Un decennio ricco di musica, di arte ma non incantevole come il precedente. L’annata del “peace and love” durò ben poco. Era il 1968. Dopodiché il punk e il suo nichilismo. Un decennio molto politicizzato quello italiano, dove prendere la parola aveva ancora un senso e una grande rilevanza, anche se ciò poteva avvenire soltanto ad un’assemblea studentesca. Perché le parole sono importanti, anche se oggi sembrano dettare legge solo le chiacchiere da salotto televisivo.

E non deve essere stato semplice, per un artista, confrontarsi con un contesto così particolare, duro e contraddittorio. Ma in fondo si sa, spesso è proprio il disagio e la voglia di rinnovamento a spingere l’uomo a creare qualcosa di nuovo e di valore. Proprio come fecero tutti questi artisti presenti in mostra, 70 per l’esattezza, tutti ottimi rappresentanti di quel periodo, tra cui Ugo Mulas e le sue splendide fotografie come “Funerali di P.zza Fontana, 1969”, “Nouveau Réalisme, 1970” e tante altre. Le opere di Gianni Berengo Gardin, Gabriele Basilico, Luciano Fabro, Luise Nevelson, Arnaldo Pomodoro e la sua “Segmento, 1970-71”, Christo con “Wrapped Monument to Vittorio Emanuele (project for Milano, Piazza Duomo)”, Alighiero Boetti. E poi Nanni Balestrini, Arturo Schwarz, la sala-ristorante di Daniel Spoerri con la sua Eat Art. Gino Di Maggio, Emilio Isgrò e le sue divertentissime “Dichiaro di non essere Emilio Isgrò, 1972” e “L’avventurosa vita di Emilio Isgrò nelle testimonianze di uomini di Stato, artisti, scrittori, parlamentari, attori, parenti, familiari, anonimi cittadini” del ’72. Impossibile non fermarsi a leggere ogni dichiarazione scritta a macchina e firmata dal personaggio di turno. Vincenzo Agnetti e il geniale “Progetto per un Amleto Politico” del ’73, dove il monologo dell’eroe shakespeariano viene riletto convertendo le parole in una sequenza di numeri pronunciate su un nastro registrato con la stessa intonazione. Il monologo perde ogni significato o può prenderne infiniti altri. Un comizio che può essere trasmesso a tutti, ridicolizzando le tante parole al vento usate dalla politica e non solo. E ancora. Dadamaino e “I fatti della vita, 1977-80”, numerose foto di Carla Cerati tra cui “Nudi” del 1974 e “Parma” del ’68, Fausto Melotti con “La danza, 1972” e “Tema e variazioni II, (1969) 1971”. Claudio Costa con l’interessante “Antropologia riseppellita, ’76-77”, quattro stampe fotografiche in bianco e nero della performance di Laurie Anderson alla Galleria Salvatore Ala in via Mameli 3, a Milano, il 30 maggio del ’77. Enrico Castellani (oggi al vertice del mercato) con le sue “Superficie blu, ’77” e “Superficie bianca” del ’70, oltre a “Troika” del ’71. Mimmo Rotella, Giovanni Testori, gli alienanti gasometri e le torri d’acqua fotografate dai coniugi Bernd e Hilla Becher. Gli spassosi acquari di Tetsumi Kudo, dove galleggiano falli e pesci colorati, all’esterno dei quali si trovano mani e visi di individui inquietanti.

Un percorso contemporaneo che inizia nelle sfarzose sale di Palazzo Reale, decisamente in contrasto con le opere esposte. Forse anche troppo, tanto da non riuscire a valorizzarle pienamente. Alla fine dell’esibizione una reading room, progettata grazie alla collaborazione di Artek e Domus e realizzata con tavoli e sedie di Enzo Mari, legate all’esperienza dell’Autoprogettazione che egli presentò per la prima volta alla Galleria Milano nel 1974. Visibili anche le interviste a critici e protagonisti del decennio realizzate appositamente per la mostra insieme alla documentazione editoriale d’epoca.
Una mostra bellissima e ricca di arte a 360°, in tutte le sue forme e sfaccettature. Dalla pittura alla scultura, dalla fotografia ai video e film d’artista. Installazioni, documentazione video. La nascita della performance. E poi happening, concerti, spettacoli teatrali e di danza, che hanno reso Milano una sorta di New York del Bel Paese. Una città seria, che se oggi potesse dire la sua, probabilmente avrebbe davvero molto da rimpiangere se si pensa al suo triste epilogo. Con la moda, la volgare ostentazione e gli aperitivi a regnare imperanti.
Perché se la nostalgia di quegli anni è ancora così vivida nei cuori di molti -di chi c’era e di chi non c’era- dei motivi validi ci dovranno pur essere stati. Addio agli anni Settanta. Peccato.

Scheda tecnica:

ADDIO ANNI 70
ARTE A MILANO 1969 – 1980
Milano, Palazzo Reale
31 Maggio – 2 Settembre 2012

www.comune.milano.it/palazzoreale

Ingresso gratuito

Orari
lunedì: 14.30_ 19.30
martedì, mercoledì, venerdì, domenica: 9.30-19.30
giovedì e sabato: 9.30_ 22.30
(ultimo ingresso un’ora prima della chiusura)

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