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Milano – Prima mostra in Italia di Jane McAdam Freud

Nella sua prima mostra personale in Italia, Jane McAdam Freud propone un corpus di opere provenienti da recenti serie di sculture, fotografie e lavori su carta con i quali l’artista inglese ha costruito in questi ultimi anni una riflessione sul rapporto con le proprie radici culturali e parentali. In special modo con il padre e il bisnonno. Essendo questi due personaggi storici di rilievo mondiale, già da bambina Jane ha sviluppato nei loro confronti una relazione di vicinanza ambigua, che si frantuma inaspettatamente all’età di otto anni a causa della brusca separazione dei suoi genitori, Katherine McADam e Lucian Freud. Per 23 anni, Jane non vede il padre (che si va affermando come massimo pittore inglese), mentre il bisnonno Sigmund Freud (padre della psicanalisi) le viene “precluso” dalla ferma volontà della madre di elidere il cognome Freud dai nomi dei suoi quattro figli, rimuovendo così la presenza di una identità (quella del ramo paterno) che Jane riscoprirà dopo essersi affermata come artista, e precisamente a partire dal premio che riceve dalla città di Londra.

La mostra espone alcuni disegni dedicati alla collezione di reperti d’arte antichissimi che l padre della psicoanalisi ha raccolto nell asua vita di collezionista e che provengono da tutte le civiltà più antiche: dagli Etruschi ai Maya, dalle civiltà africane ai greci, dai Romani agli imperi orientali. Si tratta di statuette, maschere e sculture che ritraggono divinità, simboli di fertilità e potenze occulte. Jane trova questa collezione nella casa museo di Sigmund, la sua ultima abitazione, durante un lungo residence d’artista che le offre l’occasione di riconnettersi con le proprie radici. Il disegno è il mezzo con il quale Jane approccia il lato rimosso, ma vivo e influente, del ramo Freud. Scultrice di successo, Jane dimostra con questa esposizione come sia proprio il disegno il modo per lei più immediato di elaborare questo rapporto con gli avi e con la psicoanalisi. L’immagine, più delle parole, può svelare il desiderio, la mancanza, la rimozione, e l’impulsività della nostra vita cosciente ed inconscia. Disegnare e scolpire diventano per Jane McAdam Freud il linguaggio primario, ma anche la meta specifica di un lavoro che “mette in opera” quei meccanismi e quel modus operandi della psiche, che Sigmund Freud ha analizzato attraverso il potere della parola.

Dopo gli studi appassionati al Saint Martin College e alla Royale Academy di Londra, Jane ritrova le sue radici dal nuovo incontro con il padre. Da qui nasce una relazione intensa e profonda, ma senza compiacimenti o patetismo. Si tratta di un incontro tra due artisti fatti e finiti, anche se appartenenti a generazioni diverse. L’affetto, che è stato rimosso, può tornare ad agire e ad esprimersi nel linguaggio dell’arte. Lucian ammira il lavoro della figlia e le chiede di insegnargli a scolpire. Jane ama quel padre schivo e intenso che ha perduto a otto anni e gli chiede, come massimo gesto d’amore, di poterlo ritrarre. Il disegno diventa il modo per tornare ad appropriarsi del volto paterno. Lucian glielo consentirà verso la fine della sua vita poco prima che si spenga a fine luglio 2011. Jane lo ritrae dormiente e sveglio, non per caso. Il sogno e la veglia sono due mondi separati che sottostanno a leggi psichiche divergenti, mettendo in atto energie e poteri diversi. Jane ne è consapevole e da questi disegni trarrà una grande scultura di terracotta che, come un Giano bifronte, presenta, sui due lati opposti della scultura, il padre che dorme e che veglia.

whitelabs milano
è lieta di presentare

Jane McAdam Freud: Three generations
a cura di Nicola Davide Angerame

opening mercoledì 20 giugno 2012 ore 18 | 22

ore 21 Incontro con Jane McAdam Freud a cura della Dott.ssa Monica Vacca
Psicoanalista della Scuola Lacaniana di Psicoanalisi (SLP)
e Associazione mondiale di Psicoanalisi (AMP)

fino al 31 luglio 2012

whitelabs
via G. Tiraboschi 2/76 – Milano
orari d’apertura: martedì | sabato 11-13 e 14-19

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