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Falsifica opere d’arte: rinviato a giudizio

Associazione a delinquere finalizzata all’esportazione di opere d’arte, falso e ricettazione. Sono queste le accuse con le quali il gup del tribunale penale di Roma ha rinviato a giudizio il critico d’arte Edoardo Testori insieme ad altre undici persone. Secondo l’accusa l’uomo avrebbe favorito il trasferimento all’estero di diverse opere d’arte che non avrebbero potuto lasciare l’Italia – quadri del Guardi, di Lorenzo Monaco, del Volterrano e del Baciccia – falsificandone i documenti in modo da passare con più facilità i controlli dell’ufficio esportazioni. Una volta all’estero i dipinti sarebbero stati poi piazzati sul mercato delle opere d’arte ad un prezzo superiore rispetto all’acquisto

Il meccanismo utilizzato per passare i controlli non era sempre lo stesso: in alcuni casi il documento allegato all’opera d’arte veniva modificato attestando un valore inferiore rispetto a quello reale, in altri veniva alterata la resa pittorica del dipinto in modo da offuscarne le caratteristiche e renderla, ad un occhio meno esperto, un quadro non d’autore. Talvolta, invece, i quadri riuscivano a passare la frontiera perché erano accompagnati da false fatture attestanti la temporanea importazione dell’opera. Una modalità questa, che avrebbe indotto in errore l’ufficio esportazioni, adibito a rilasciare i certificati di libera circolazione.

Diversi le opere interessate. “L’andata del Bucintoro” e “Il ritorno del Bucintoro” di Francesco Guardi, risalenti a fine del 1700, “Vergine con bambino e quattro

santi” di Lorenzo Monaco del 1400, la “Testa di vecchio” una tela del 1600 di Giovanni Battista Gaulli, detto il Baciccia, “Sant’Agnese con agnello in braccio” di Baldessarre Franceschini, detto il Volterrano, sempre del 1600 e “Salomone che ha la visione della distruzione del tempio” di Luca Giordano.

Tra i finanziatori delle opere ci sarebbero, secondo l’accusa, Vittorio Pignatti Morano e Ruggero Magnoni, due persone appartenenti al mondo delle banche, con trascorsi in Lehman Brothers. Testori invece avrebbe avuto il ruolo di procacciatore ed esportatore dei quadri. Stralciata la posizione dell’intermediario che si occupava di vendere le opere all’estero.

 “Magnoni e Pignatti sono meri acquirenti dei quadri tramite la società Taggia, costituitasi un anno prima per il trading di opere d’arte  –  ha detto il difensore di parte civile della società Cataldo Intrieri -. La società, della quale i due sono azionisti, ha acquistato due quadri per 6 milioni di euro ed è stata danneggiata. Si sono interessati in buona fede all’acquisto dei dipinti sulla base delle assicurazioni del Testori”. (Fonte: Repubblica.it)

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