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MACAO IS BACK

Macao is back

Era un Macello. Ora è Macao

Macao is back (Foto: Luca Zuccala © ArtsLife)

Crediti foto: Luca Zuccala © ArtsLife & L.Z. –

“NON LUOGO CON L’INTERVENTO ARTISTICO
SI TRASFORMA IN LUOGO ANTROPOLOGICO”

(Marc Augè)

Timbro Macao (Foto: Luca Zuccala © ArtsLife)

MACAO STORY

5 – 15 maggio 2012: Occupazione Torre Galfa (Occupy Galfa)

15 maggio 2012: Sgombero Torre Galfa (Sgombery Galfa)

15 – 18 maggio 2012: Piazza Macao

19 – 22 maggio 2012: Occupazione Palazzo Citterio (Occupy/Sgombery Citterio)

22 maggio 2012: Sgombero Palazzo Citterio

16 giugno 2012 – … : Alla conquista del Macello

L’ex Macello occupato visto dall’esterno (Foto: Luca Zuccala © ArtsLife)

Macao atto terzo. Dopo settimane di torpore produttivo il flusso creativo dell’acronimo artistico si è incamminato per le vie di Milano e ha ripreso a liberare la città dalla negligenza pubblico-privata. Ora tocca a l’ex mattatoio in Viale Molise 68 di fianco al deposito ATM, fermata Porta Vittoria del Passante Ferroviario. Un compendio di archeologia industriale del secolo scorso abbandonato da anni al suo tribolato destino, la solita incuria della vergogna, degrado d’Italia.

Così sabato scorso, 16 giugno 2012, dopo due blitz mattutini agli spazi fantasma dell’ex vivaio in Via Eginardo di fronte a CityLife e il teatro Derby in Via Monte Rosa i “camminatori dell’arte” si son dedicati al recupero della Borsa dell’ex Macello. Qui un tempo entravano le bestie e uscivano bistecche. Adesso potrebbe diventare un centro della cultura e delle arti. Era un Macello, ora è Macao.

Interno del Macello (1) (Foto: Luca Zuccala © ArtsLife)
Interno del Macello (2) (Foto: Luca Zuccala © ArtsLife)

Sarà quello che sarà, Macao o no, di sicuro è un gran bel macello: la palazzina occupata fa parte di una serie di stabili liberty costruiti nel 1929, architettonicamente notevoli quanto degradati, che compongono un enorme rettangolo archeologico di 341.400 m² tra eleganti palazzine art noveau che guardano coi loro finestroni il viale e maestose cattedrali industriali che le coprono le spalle. A Berlino ne avrebbero fatto chissà che centro culturale, a Milano è un cimitero di rifiuti.

Portico interno (1) (Foto: Luca Zuccala © ArtsLife)
Portico interno (2) (Foto: Luca Zuccala © ArtsLife)
Particolare dell’illuminazione interna (Foto: Luca Zuccala © ArtsLife)

Questa volta almeno l'”occupato” è in buone condizioni. Niente cavi elettrici o soffitti pericolanti, c’è da pulire, mettere a posto, riordinare: formalità al confronto della famigerata torre ligrestina. Il posto è magnifico: due piani con tetto fruibile vista desolante sul villaggio industriale abbandonato e una miriade di stanze e spazi possibili futuri “contenitori di cultura”.

Nel cuore dello stabile si apre un elegante porticato decorato a stucco coperto da una vetrata fatiscente che però permette ancora di illuminare gli spazi interni.

Vetrata sul portico interno (Foto: Luca Zuccala © ArtsLife)

Tanti progetti e buone intenzioni come sempre: spazio bambini, biblioteca aperta giorno e notte, concerti, serate di musica e poesia, orto urbano.

Terrazzo su Viale Molise (Foto: Luca Zuccala © ArtsLife)

E la città come risponde? La gente c’è, i residenti approvano, il Comune si tira fuori spiegando che non è affar suo intervenire bensì della So.ge.Mi, società che gestisce i mercati agroalimentari all’ingrosso di Milano. Prova a rispondere ai “macachi” con il giro dell’OCA (Officine Creative dell’Ansaldo). Un ottimo progetto a cui Macao ha partecipato che però ingabbierebbe la spinta riqualificante di recupero capillare degli spazi milanesi che vuole perseguire il collettivo artistico nonchè la stessa città intera.

Il progetto di Macao, infatti, è quello di far luce sul pasticcio di scempi urbanistici in salsa meneghina che macchia la città. Ridar vita a tutti quegli edifici abbandonati e volutamente lasciati morire da gestioni private speculatorie che non perseguono l’interesse collettivo. Ovvero, il danno sociale costituito da edifici vuoti. “Vuoti a perdere” come li ha definiti Luca Beltrami Gadola su Arcipelago Milano.

L’ex Macello all’esterno (1) (Foto: Luca Zuccala © ArtsLife)
L’ex Macello all’esterno (2) (Foto: Luca Zuccala © ArtsLife)

Che ne dicano gli amministratori della So.ge.Mi lo spazio dell’ex Macello è diventato da anni un’immensa discarica a cielo aperto. La società – che ha prontamente sporto denuncia agli occupatori abusivi – sembra non rendersi conto che l’unica realtà che occupa brutalmente lo spazio sono lavatrici, carcasse di motorini, divani, auto sequestrate dai vigili urbani e materassi, comodo rifugio per i clochard. Una distesa di immondizia che nessuno vuole bonificare.

E qui sorge la solita domanda: “Come si può lasciare un vero e proprio patrimonio storico e culturale, esempio dello sviluppo industriale della città, in un simile stato?” Noi, cittadini che abitiamo in questa zona e ogni giorno constatiamo il degrado di questo complesso, ce lo chiediamo da anni, da anni rispondono con grandi progetti, da anni non si fa nulla.

Vista sugli spazi del Macello (1) (Foto: Luca Zuccala © ArtsLife)
Vista sugli spazi del Macello (2) (Foto: Luca Zuccala © ArtsLife)

Ci avevano raccontato la fiaba della Città del Gusto e della Salute, presentata dalla Moratti in giro per il mondo nel 2008, progetto coerente con il tema Expo che comprenderebbe un polo scientifico agroalimetare, un centro di formazione enogastronomica, ristoranti e aree verdi mentre le palazzine liberty sarebbero dovute essere messe a posto “da qualche stilista”. Parola di Predeval nel 2010 in cui era già presidente di So.ge.Mi. Qui, però, non c’è ancora nulla.

L’ex Macello: deposito auto dei vigili urbani (Foto: Luca Zuccala © ArtsLife)

Il Comune per il momento sta individuando le aree inutilizzate sul territorio cercando di capire investimenti, possibili destinazione d’uso funzionale, stato di manutenzione e probabili riqualificazioni. Speriamo non ci vogliano anni.

Intanto si aspetta lo sgombero che ricondurrà il macello ad una lenta putrefazione.

EXIT Macao (Foto: Luca Zuccala © ArtsLife)
Panoramica dell’area dell’ex Macello

 Foto e testo: Luca Zuccala © ArtsLife

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3 Commenti

  • quando hanno chiuso il macello ho gioito ..
    ma si sperava fosse utilizzato per DARE VITA !!!!
    Invece , è rimasto un LIMBO !
    La discarica formatasi nel tempo è una vergogna del gesto inqualificabile di cittadini ..gli stessi che non si occupano ne della nostra madre terra, ne dei nostri compagni di vita: GLI ANIMALI ai quali apparteniamo !
    L’Arte, quale spugna di disagi .. che trasforma l’Ordinario in Straordinario ! Forza ARTE !!!! Forza noi !
    Io ci sono !

  • L’iniziativa è indovinata perché è non violenta e perché fa leva sulla comunicazione. Tuttavia, se non si stabilisce un dialogo istituzionale essa non potrà che restare episodica. A Milano si è già visto varie volte. Il passaggio dal movimento al progetto concreto è più difficile, ma è il solo che possa produrre risultati.

  • Un’aggraziata vena polemica. Quando il privato trascura il proprio diritto alla proprietà diventa complice del degrado urbano e del disagio pubblico. Si coprono dietro questo inalienabile e assoluto diritto approfittandosene.
    Ogni spazio non può essere ridotto a discarica.

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