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Firenze – Dopo 27 anni di restauro, la Porta del Paradiso lascia l’Opificio

Nella notte tra martedì 26 e mercoledì 27 giugno 2012, dopo 27 anni di restauro, la Porta del Paradiso del Ghiberti lascerà l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze per essere trasferita al Museo di Santa Maria del Fiore. 

Avrà così inizio il viaggio di ritorno di quello che può essere considerato uno dei grandi capolavori del Rinascimento, la Porta del Paradiso del Battistero di Firenze, per essere esposta al pubblico l’8 settembre 2012. 

Il trasporto inizierà alle ore 21.00 e terminerà presumibilmente alle 3.00 del giorno dopo. Saranno necessari due viaggi, uno per ogni anta, dalla sede dell’Opificio, in via Alfani, al Museo in Piazza Duomo. Alle 4 tonnellate di ogni anta si sommerà il peso delle “gabbie” metalliche progettate per sostenerla e proteggerla durante il trasporto, per un totale di circa 7 tonnellate a viaggio. Si tratta di un’operazione molto delicata, eseguita dalla ditta Arteria con il coordinamento dell’ufficio tecnico dell’Opera di Santa Maria del Fiore.

Come è noto, la Porta non tornerà al Battistero – sostituita dal 1990 con una copia donata dal mecenate Choichiro Motoyama e fusa a Firenze da Aldo Marinelli della Galleria Frilli – ma sarà esposta al Museo di Santa Maria del Fiore dentro una teca che si è resa necessaria per poterla conservare in condizioni di bassa e costante umidità, in modo che non si formino i fenomeni di degrado che causano la distruzione dell’oro di cui è realizzata la Porta insieme al bronzo.

La Porta del Paradiso – alta cinque metri e venti, larga 3 metri e dieci –  sarà collocata durante il mese successivo all’interno di una grande teca progettata appositamente dalla ditta Goppion, nel cortile coperto all’ingresso del Museo dell’Opera, in attesa di essere definitivamente esposta nel nuovo museo in via di realizzazione.  

Dall’8 settembre 2012, la Porta del Paradiso del Battistero di Firenze tornerà visibile nel Museo dell’Opera del Duomo, dopo un restauro iniziato nel 1979 che non ha eguali per complessità e durata.  Diretto ed eseguito dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, su incarico dell’Opera di Santa Maria del Fiore, il restauro è stato possibile grazie ai finanziamenti del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e al contributo dell’Associazione Friends of Florence.

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