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Scala, 75 mila euro di tagli a Lissner

L’accordo arriva intorno alle 11.30. Unanimità, volti rasserenati e via con i tagli: oltre alla riduzione del 10 per cento dello stipendio fisso di Stéphane Lissner, il cda della Scala ha approvato per il 2012 una riduzione degli incentivi del sovrintendente, da 150 mila euro a 120 mila. Spending review al Piermarini. Come si era impegnato a ottenere Giuliano Pisapia. E come ha chiesto con forza (molta) Roberto Formigoni. Il commento del governatore arriva via Twitter: «Siamo all’inizio della strada giusta». Due ore di discussione. La richiesta di sobrietà da parte dei consiglieri di amministrazione e del sindaco, la votazione. E il risultato sono i settantacinquemila euro di tagli al superstipendio di Lissner (un milione di euro di costi complessivi, e cioè 880 mila euro annui cui va aggiunto il premio di fine mandato di 300 mila euro). Entrando nel dettaglio: circa quarantacinque mila euro saranno sforbiciati dalla parte fissa, trenta da quella variabile. E per ricevere l’incentivo c’è una condizione: il pareggio di bilancio (c’era anche gli altri anni, ma al momento mancano 4,5 milioni di euro nelle casse del teatro). In più, tra i nuovi parametri («più stringenti») richiesti per ricevere i bonus, c’è il superamento di alcuni obiettivi che vanno dall’internazionalizzazione del teatro all’aumento dei ricavi della biglietteria. Quanto al premio di risultato (300 mila euro), Lissner lo otterrà in una tranche a fine contratto, nel 2017.
Il comunicato ufficiale del Piermarini: «Il sovrintendente ha confermato al cda l’autoriduzione del 20 per cento della parte variabile della retribuzione. Il consiglio ha poi preso atto della decisione del Sovrintendente di ridurre del 10 per cento la parte fissa della retribuzione». Sembra finire così (per ora) la dura battaglia durata quasi un mese sul supercompenso del sovrintendente francese. Con le nuove cifre decurtate. Con la conferma del taglio del dieci per cento sui compensi di altri undici dirigenti così come del cachet del direttore musicale Daniel Barenboim. Con il sindaco Giuliano Pisapia, presidente della Fondazione, che non esclude di riferire sull’intera vicenda in commissione Cultura a Palazzo Marino nei prossimi giorni.
Le reazioni non si fanno attendere. Se Roberto Formigoni plaude via Twitter all’accordo raggiunto (dopo i cinguettii di fuoco degli ultimi giorni, tra cui quello in cui minacciava di chiedere alla giunta regionale di tagliare i contributi alla Scala se non si fosse adeguato lo stipendio di Lissner a quello degli altri sovrintendenti europei), anche Giancarlo Albori della Cgil avverte: «La direzione è giusta ma la velocità rischia di non farci arrivare mai. Credo che a settembre occorra una grande discussione sul governo e sul futuro del teatro. Rifiutiamo la logica dei ricatti di Formigoni che finora non ha mai sollevato obiezioni e condanniamo la privatizzazione del teatro. Ci auguriamo, piuttosto, che la settimana prossima si arrivi ad avere il contratto collettivo nazionale». Resta polemico il tono dell’ex vicesindaco Riccardo De Corato: «È certamente un fatto positivo essere riusciti a ridurre gli incentivi di Lissner, ma francamente non è chiaro per quale motivo Pisapia polemizzi con chi gli chiede un’operazione trasparenza sugli stipendi del personale della Scala. Non si capisce perché non pubblicarli con il contratto integrativo interno. Così i milanesi potranno sapere se vi sono privilegi e di che natura». (Fonte: Corriere della sera)

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