Lorenzo Buccellati, dirige, insieme alla sorella Benedetta, la maison di gioielli di famiglia Federico Buccellati, fondata dal nonno Mario nel 1919 a Milano (dopo aver rilevato la gioielleria degli orefici Beltrami e Besnati) e oggi presente in Italia e nel mondo con i marchi distinti “Federico” e “Mario” Buccellati. Ha seguito più di vent’anni fa l’apertura del primo negozio a Tokyo ed è quasi sempre in giro per il mondo per motivi di lavoro.
Pensa di essere all’altezza di portare il nome Buccellati?
Assolutamente sì! Tutti coloro che portano questo cognome e fanno gli orafi ne sono all’altezza.
Almeno sa disegnare un gioiello?
Io sono un globe-trotter, per fortuna c’è mia sorella Benedetta
Scarsino allora come orafo. C’è mai stato un momento in cui ha pensato: “mio nonno Mario, il fondatore, si rivolterebbe nella tomba, vedendo quello che faccio”?
No, mai. Nemmeno quando, diversi decenni fa, ho intessuto i primi contatti che avrebbero portato all’apertura del negozio di Tokyo e di conseguenza del mercato asiatico con tutte le incognite di una mentalità tanto lontana dalla nostra. Sono sicuro che mio nonno per primo, ambasciatore delle stile italiano già nei lontani anni ’50, avrebbe fortemente appoggiato questa scelta.
Un tempo i clienti di Buccellati erano Gabriele D’Annunzio e i membri della famiglia reale. Oggi chi sono? Fabrizio Corona, Emilio Fede e l’ex premier?
Preziosi sono gli oggetti creati da Buccellati così come, da sempre, la privacy di chi li ha acquistati.
In questi tempi di crisi non converrebbe cambiare mestiere? Chi compra ancora gioielli?
Proprio in questi tempi di crisi e di forte incertezza per il futuro il prodotto di vera qualità è un sicuro “bene rifugio”, non soltanto da un punto di vista economico, ma anche come prezioso punto di riferimento per ricordarci che cosa di bello ha la vita da offrirci. Non scordiamo mai quello che affermava Coco Chanel e che vale soprattutto ai giorni nostri: “il lusso non è il contrario di povertà ma di volgarità”.
Lei ha mai regalato gioielli?
Mi pare evidente.
Quindi non posso darle del tirchio …Ama l’arte e colleziona?
Amo l’arte in molte sue forme: in particolare colleziono antiche stampe di velieri che mi fanno apprezzare la passione che ho da sempre per la vela.
Dopo Gucci e Valentino, per fare gli ultimi esempi, anche Buccellati finirà in mani straniere?
Assolutamente no, rimaniamo saldi nel nostro baluardo famigliare.
E meno male! Finalmente una notizia positiva per il Made in Italy.
Pezzi straordinari!
Presentati in un sito internet molto bello, elegante, raffinato, fruibile.
Complimenti
PM