I colori acidi, brillanti, le tonalità contrastanti, potrebbero essere la causa di un presunto daltonismo del pittore Vincent van Gogh? Oppure solo puro gusto estetico? Un saggio di Kazunori Asada, uno scienziato giapponese medico e poeta, ha recentemente attirato l’attenzione dei blog scientifici che hanno elaborato la sua tesi secondo cui, il famoso pittore, non era un vero artista rivoluzionario ma molto più semplicemente daltonico. La ricerca è stata effettuata a Hokkaido, Giappone con la “Vision Camera a colori Experience”, un simulatore che permette di percepire il colore nel modo in cui le persone con diversi tipi di daltonismo potrebbe vedere. Quando Asada ha visto le repliche delle tele dell’artista ha avuto una rivelazione.
Asada scrive “L’incongruenza del colore e la rugosità della linea è scomparsa. Ogni quadro era cambiato con brillantezza e linee molto delicate e sfumate.” Asada ha continuato a sperimentare con un pezzo di software che simula ulteriormente diverse varianti di daltonismo. Gli occhi di Van Gogh avevano anche una mancanza moderata di recettori per il colore rosso.