Il Palazzo del Bargello di Gubbio apre le porte ad una mostra antologica postuma su Stefano Ruta, raffinato artista italiano che ha saputo dare molto all’Umbria, terra che lo accolto negli ultimi anni della sua esistenza fino alla scomparsa nel 2009, a Todi. La mostra sarà inaugurata sabato 01 settembre 2012 alle ore 17.30 e sarà visitabile fino al 30 settembre.
Ruta era nato in Romania da genitori di origini pugliesi e si stabilì definitivamente a Roma dal 1947 dopo diversi viaggi in Italia ed in vari paesi europei, anni in cui partecipò anche a notevoli mostre collettive quali la Quadriennale d’Arte di Roma e la Rassegna d’Arte di Roma e del Lazio nel 1964.
“Annunciamo con orgoglio questa mostra che rappresenta un’operazione di grande rilievo culturale – dichiara il direttore del Palazzo del Bargello, Catia Monacelli – poiché porta a Gubbio, una delle più rappresentative città dell’identità umbra, le opere di un artista eclettico e polivalente, che è stato anche illustratore di alcuni scrittori, bozzettista e scenografo teatrale, e che proprio nella nostra Regione, dove si era trasferito negli anni ’80, aveva trovato lo spazio e il tempo adeguati per quella personale ricerca di autonomia artistica che lo ha reso inconfondibile”.
La produzione artistica di Ruta va dalla pittura, caratterizzata da un astrattismo informale, dai colori molto vivaci prevedendo anche l’impiego del collage su estese superfici modulari monocromatiche, alle composizioni con acrilici, alle guaches dei collages-decollages, fino ai legni e alle materie del ferro combinando attitudini diverse che si impiegano però in un progetto ben distinto, rivelando un particolare modo di sentire. Egli è stato definito un artista che ha sempre sentito l’istinto di rinnovarsi al di là di ogni regola e di ogni principio, muovendosi con disinvoltura attraverso queste varie tecniche fino all’ultima fase della sua attività quando si orienta nell’indagine sulle materie metalliche sia in uso nell’opera artigiana del passato che nell’odierna tecnologia alla ricerca di intrinseche valenze e qualità. “E’ molto interessante l’intento poetico che Ruta esprime attraverso questa operazione – sottolinea Elisa Polidori che ha curato con Massimiliano Ruta l’allestimento– ovvero l’idea che dalle funzioni si può andare all’estetica ed è con questo significato che fonda i lavori con le serrature di tutte le dimensioni e di tutti i tipi, smontandole e ricomponendole per ricavarne pezzi di arredo purissimo nel rispetto per le materie che hanno già le loro proprie equilibrature interne. In questo modo un oggetto estetico nasce dalla costruzione di oggetti banali, vecchi e arrugginiti”. Il motivo della serratura è infatti, una delle principali attrazioni per questo eclettico artista che sa appropriarsene e decomporre lasciando come impronta dominante una vite o un catenaccio intorno alla quale articola un equilibrio compositivo: oggetti con una forte carica simbolica collegata all’ambiguità dell’apertura, della forzatura, dello sguardo furtivo. “Mio padre era molto affezionato alla Città dei Ceri – dichiara Massimiliano Ruta, figlio del compianto artista – dove portò già una mostra al Palazzo dei Consoli nel 1987. Questa mostra antologica postuma su di lui rappresenta quindi quasi una prosecuzione del cammino che lui aveva intrapreso attraverso l’Umbria, un ritorno a Gubbio che lui avrebbe certamente gradito molto”.
La mostra “Omaggio a Stefano Ruta” sarà visitabile nei giorni dal Martedì alla Domenica nei seguenti orari: dalle ore 10.30 alle ore 13.00 e dalle 15.00 alle 18.00. Per informazioni è possibile rivolgersi allo 075 9220339 oppure al 348-2437723 o scrivere a info@emigrazione .it