Una finestra sul mondo è una grande mostra tematica che offre uno sguardo d’insieme, dal Rinascimento a oggi, su uno dei soggetti più affascinanti e significativi della storia dell’arte: la finestra. L’esposizione, che apre il 16 settembre a Lugano, raccoglie 200 opere chiave provenienti da musei internazionali e importanti collezioni private. Allestito negli spazi del Museo d’Arte e del Museo Cantonale d’Arte, il percorso espositivo illustra il fondamentale ruolo che la finestra, intesa sia come strumento sia come soggetto, ha svolto nell’elaborazione e nel mutamento dei linguaggi artistici attraverso lo sguardo dei 114 artisti esposti e tramite forme espressive che spaziano dal disegno alla videoinstallazione. Il risultato è una lettura della storia dell’arte appassionante tanto per gli esperti del tema, quanto per chi cerca un modo per avvicinarsi al mondo dell’arte. La mostra anticipa le potenzialità del nuovo centro culturale LAC – Lugano Arte e Cultura – prevista per l’autunno 2014. Ancora prima di essere un edificio, LAC è un progetto che crea sinergie tra le strutture culturali della città.
Da sempre la finestra affascina gli artisti, che ne hanno fatto uno dei soggetti più ricorrenti nell’arte occidentale, di volta in volta metafora o strumento per raccontare il mondo. Dall’Umanesimo in poi la finestra ha avuto un ruolo importante per la descrizione del processo artistico e infine per indicare la posizione dell’artista e di rimando quella dell’osservatore (come si vede e da dove si vede). Una posizione reale che specialmente nell’arte moderna e contemporanea assume una funzione determinante.
Organizzata per nuclei tematici, l’esposizione si apre al Museo d’Arte, dove il percorso spazia dal Quattrocento alle avanguardie storiche, e prosegue al Museo Cantonale d’Arte con opere che giungono fino alla contemporaneità. Se per gli artisti del Rinascimento e oltre, presenti in mostra – da Leon Battista Alberti a Albrecht Dürer, da Lorenzo di Credi a Pieter de Hooch – la finestra è il punto di partenza per l’organizzazione del paesaggio in base a una precisa prospettiva in grado di misurare precisamente lo spazio, per i romantici dell’Ottocento essa diventa una soglia alla quale si affacciano personaggi che guardano a un mondo esterno di volta in volta agognato o temuto. Queste figure in realtà indicano il modo attraverso il quale l’artista si relaziona con il mondo esprimendone il punto di vista.
Nell’impressionismo, e soprattutto nel post-impressionismo, la finestra è un soggetto ricorrente. Artisti quali Claude Monet, Pierre Bonnard, Édouard Vuillard, Henri Matisse introducono nuove tensioni compositive, dalla rappresentazione frontale della finestra passano ad una visione obliqua che tende a confondere i vari piani: ante-specchi-vetri-tende si mescolano nei loro dipinti senza soluzione di continuità, rendendo di fatto ambiguo il confine fra interno ed esterno. In un sottile dialogo fra lo spazio della pittura e lo spazio reale, la figura alla finestra si fa trait d’union tra lo spazio interno al quadro e lo spazio della fruizione, quasi ad azzerare la distanza fra arte e realtà.
Nel corso del Novecento la finestra assume tanti significati e ruoli quanti sono i mutamenti intervenuti nei linguaggi dell’arte del XX secolo. La mostra esplora uno dei capitoli più marcanti nel rapporto fra la finestra e l’arte nel XX secolo, ossia quello della griglia modernista. Attraverso le immagini geometriche di artisti quali Josef Albers e Piet Mondrian, si evidenzia la relazione fra la finestra e la possibilità di ricondurre ad un ordine ortogonale la visione. Le loro opere pur muovendo da una osservazione “dalla finestra” si presentano semplificate fino a divenire campiture cromatiche e tessiture di linee ortogonali.
Sorprendentemente è proprio con questi reticoli che si ritrova la modalità originaria del discorso della quadrettatura delle prime teorizzazioni prospettiche. La finestra nell’arte pare aver esaurito le sue funzioni di apertura su un mondo reale o spirituale, affrancandosi definitivamente da temi letterari o religiosi, da valenze simboliche che hanno giustificato la sua lunga permanenza nell’arte occidentale. La finestra trova oggi la sua metafora più potente nel monitor, in Windows – un sistema operativo che non a caso allude a una finestra virtuale – e in Google, che invertendo il flusso tradizionale della finestra non guarda più verso il mondo, ma lo porta direttamente nelle abitazioni e nei luoghi di lavoro.
La mostra è curata da Giovanni Iovane, professore di Storia dell’arte contemporanea all’Accademia di Brera, Marco Franciolli, direttore del Museo Cantonale d’Arte e del Museo d’Arte di Lugano, Sylvie Wuhrmann, direttrice della Fondation de l’Hermitage di Losanna – istituzione che ha collaborato alla realizzazione del progetto espositivo e sede della seconda tappa della mostra dal 25 gennaio al 20 maggio 2013 – in collaborazione con Francesca Bernasconi, collaboratrice scientifica del Museo d’Arte di Lugano.
Attività educative e iniziative collaterali
Oltre ad una ricca offerta di attività educative per giovani e adulti, gruppi e scuole, una serie di importanti eventi collaterali completa le visioni proposte da Una finestra sul mondo: l’Università della Svizzera italiana e la Società Ticinese di Belle Arti in collaborazione con i musei presentano un ciclo di conferenze che prendono spunto dalla mostra; mentre il cine-club Lugano Cinema 93 propone una rassegna cinematografica dedicata al tema della finestra.
Catalogo
Il catalogo della mostra edito da Skira contiene le riproduzioni di tutte le opere in mostra e i contributi critici di: Angelika Affentranger, Francesca Bernasconi, Brenda Danilowitz, Daniela Ferrari, Nicholas Fox Weber, Marco Franciolli, Elio Grazioli, Giovanni Iovane, Angelica Jawlensky, Rosalind Krauss, Alberto Pezzotta, Bruno Reichlin e Victor Stoichita.
www.finestrasulmondo.ch