La galleria Robilant+Voena è lieta di presentare nella sua sede milanese una mostra dedicata al confronto tra la pittura Seicentesca delle città di Milano e Genova.
Curata da Camillo Manzitti e Alessandro Morandotti, l’esposizione vuole mettere a fuoco i rapporti artistici tra le città di Milano e Genova nei primi decenni del Seicento. La mostra si apre con un capolavoro di Bernardo Strozzi, il Martirio di Sant’Orsola, una grande tela ispirata all’omonimo dipinto di Caravaggio arrivato a Genova nel 1610 per Marcantonio Doria, il grande collezionista committente dello Strozzi stesso oltre che mecenate e protettore di Giulio Cesare Procaccini..
Il dipinto presenta una rilettura altamente originale del modello caravaggesco dove alla studiata scansione di spazi e luci subentra una spettacolare e già quasi barocca teatralità dei movimenti e del colore. Strozzi è presente anche con il Ritratto di Niccolò Raggi, parte del ciclo dedicato agli uomini illustri di casa Raggi e con un’inedita Madonna con il Bambino in cui l’artista rielabora un modello già utilizzato in un dipinto dieci anni prima, oggi conservato al Museo Poldi Pezzoli.
Con Strozzi dialoga in un proficuo rapporto di influenze il milanese Giulio Cesare Procaccini, che lavora su committenza Doria dal 1611 e soggiorna a Genova nel 1618 contribuendo all’arrivo dello stile e della cultura genovese a Milano.
Oltre all’Autoritratto giovanile, la galleria ha ottenuto il prestito della Resurrezione, di proprietà dei Musei Civici di Varese, opera giovanile dell’artista.
Per Giovanni Battista Castiglione la galleria presenta due importanti riscoperte: una delle più belle versioni della Circe che ricompare in pubblico per la prima volta dopo la mostra del 1938 e un ciclo di capricci architettonici condotti in collaborazione con Filippo Gagliardi.
Le due tele di Gioacchino Assereto, l’ Ecce Homo e il Caino e Abele, dialogano con dipinti lombardi dello stesso momento come il Sacrificio di Isacco di Giuseppe Vermiglio, in cui è evidente una ripresa del modello della tela di Caravaggio degli Uffizi e dello stile di Leonardo, o il David placa l’ira di Re Saul, uno dei capolavori della breve carriera di Daniele Crespi in cui è possibile notare le novità portate a Milano dagli ambienti genovesi. In occasione della mostra sarà pubblicato un volume riccamente illustrato dedicato ai rapporti tra Milano e Genova nel Seicento a cura di Camillo Manzitti e Alessandro Morandotti.
Milano, 23 ottobre – 7 dicembre