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MAXXI. Melandri confermata a 90 mila euro l’anno

Maxxi: Ornaghi conferma la Melandri, «Me ne assumo ogni responsabilità». «Percepirò 90 mila euro l’anno»Dal centro-destra partono esposti e mozioni, prossimo appuntamento l’aula del Senato

Ornaghi come Tarantino e la Melandri come la Thurman. Il film? Ma ovviamente “Kill bill”. Se dovesse descriversi con il linguaggio cinematografico, la vicenda del museo Maxxi potrebbe tranquillamente essere riassunta con l’opera appena citata.

Era il 12 ottobre, quando, con una mossa a sorpresa, il ministro dei Beni e delle attività culturali, Lorenzo Ornaghi, nominava Giovanna Melandri – deputata del Partito democratico, ex ministro, e politico di casa dalemiana – alla guida della fondazione del museo capitolino d’arte contemporanea. Dopo mesi di commissariamento, un bilancio approvato con un risicatissimo attivo (appena 1.400 euro), il museo Maxxi chiedeva un nuovo presidente, dopo la parentesi tecnica di Antonia Pasqua Recchia. E così da via del Collegio romano arrivava la “pasionaria” di sinistra.

Oggi è arrivata la conferma, in barba alle polemiche, alle alzate di voce, alle decine di “no”, che in questi giorni sono volati da ogni parte, anche da quelle più impensate. La politica, senza distinzioni di sorta – con l’unica eccezione di Nicola Zingaretti presidente della Provincia di Roma – ha detto e fatto di tutto per bloccare l’avanzata della Melandri a via Guido Reni. Persino un esposto alla magistratura da parte del senatore Achille Totaro (Pdl). Bisogna capire, si legge nell’esposto «le modalità della scelta, la presenza dei requisiti e il traffico di influenze che può aver condizionato la vicenda». Ma niente da fare. Il ministro Ornaghi – nonostante un lungo colloquio con il presidente del consiglio Mario Monti avvenuto ieri sera – oggi ha riconfermato la Melandri al vertice del museo. Conferenza stampa breve, rinviata dalla mattina al primo pomeriggio, destando le ire dei cronisti e aumentando le voci su un possibile passo indietro della Melandri, voci che sono circolate solo per qualche ora. Lei ha continuato a tirar dritto per la sua strada, e dopo le dimissioni dalla Camera dei Deputati, la rinuncia (bisognerà vedere se duratura) allo stipendio previsto per il nuovo incarico da presidente del Maxxi, e la promessa di rendere il museo, progettato da Zaha Hadid, in soli tre anni la Tate modern d’Italia, la “pasionaria” di sinistra ha trovato una spalla solida in Ornaghi. «La Melandri resta, me ne assumo la piena responsabilità».

«Non mi sembrava giusto rendermi indisponibile a una chiamata istituzionale come quella che mi ha fatto gentilmente il ministro Ornaghi». Così la Melandri ha iniziato il suo discorso in conferenza stampa al Mibac. «Mi dimetto da parlamentare – ha aggiunto seduta a fianco del ministro – ma tengo a precisare che queste dimissioni non sono dovute per legge. E non sono nemmeno dovute a un clima un po’ impazzito che abbiamo in questo momento nel nostro Paese. Si tratta di una scelta che faccio in coerenza con la mia coscienza. Chi deve fare il parlamentare lo deve fare pienamente». Quale, a questo punto, il piano che l’ex deputata intenderà seguire? «Il Maxxi è come una Ferrari con il freno a mano tirato. Credo che debba essere maggiormente integrato non soltanto a livello internazionale ma anche a livello locale e nel sistema museale italiano. Voglio aprire una fase molto partecipata nel museo – ha spiegato la Melandri – che, credo abbia bisogno di un reshaping internazionale. Per questo voglio costruire un comitato e il nuovo statuto prevede l’introduzione per una posizione che integri tutte le funzioni del museo. Posizione per la quale ci sarà una chiamata pubblica e per la quale voglio un percorso aperto e trasparente».

Qui si chiude la faccenda, ma solo per il momento, però. Il Pdl ha annunciato, tramite Maurizio Gasparri, battaglia. «Si prepareranno mozioni su queste tematiche», ha tuonato il capogruppo di palazzo Madama. Il prossimo possibile passo, dunque, sarà l’aula del Senato e chissà, se fino ad allora, qualcuno riuscirà a digerire questa nomina ormai certa.

Ecco il video di corriere.it sulla conferenza stampa

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