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Le aste di ottobre da Investphila a Lugano

Senza dubbio Investphila di Lugano rimane una casa d’aste leader nel mercato filatelico internazionale, e in particolare è il n° 1 nelle aree del Sud e Centro America e in Russia, rimanendo comunque un riferimento essenziale per i collezionisti italiani e svizzeri. Da settembre 2011 è entrata a far parte del Gruppo Spink per meglio gestire i servizi offerti alla propria clientela mondiale. È stata fondata ormai trent’anni fa da Guido Craveri che nel 1997 è stato nominato “Chairman del Council of Philatelists” del National Postal Museum dello Smithsonian Institution di Washington, il più grande museo postale nel mondo, e dal 2004 “Emeritus Chairman” dello stesso. Attraverso Investphila sono passati francobolli e lettere, tra le più pregiate al mondo.

Qualche esempio: nel 1991 è stata venduta per 3,4 milioni di franchi svizzeri l’unica busta al mondo affrancata col primo francobollo al mondo, il Penny Black, annullato il 2 maggio 1840, ovvero 4 giorni prima della data ufficiale d’emissione (6 maggio); il 1993 è stata venduta per 345 mila franchi svizzeri la splendida lettera spedita il 12 dicembre 1851 da Nizza (a suo tempo nel Regno di Sardegna) a Palma in Spagna e affrancata con la serie completa della prima emissione di Sardegna, con l’effigie di Vittorio Emanuele II, ovvero da una coppia orizzontale del 5 cent. nero, un esemplare del 20 cent. blu e un esemplare del 40 cent. rosa (le buste affrancate con la serie completa dei grandi classici mondiali sono le più ambite nel mercato internazionale); una busta affrancata con una bellissima coppia del 4 rappen del Cantone di Zurigo del 1843 venduta nel 2007 per 432 mila franchi svizzeri; una coppia verticale del 180 c. verde del 1858 dell’Uruguay venduta nel 2009 per 432 mila franchi svizzeri.

Il 23 e 24 ottobre scorso Investphila ha organizzato a Lugano un’altra tornata di vendite di America Latina e del mondo in genere, compresi Antichi Stati italiani e Italia, che lo stesso Guido Craveri vuole così commentare, fornendo così un panorama aggiornato del mercato internazionale: “la vendita di francobolli dell’area latino-americana è stata soddisfacente. Una delle più importanti rarità dell’Argentina, la coppia del tête-bêche dell’emissione Escuditos del 1862, la migliore in termini qualitativi delle tre coppie esistenti, con base d’asta 150 mila dollari USA, ne ha realizzati 216 mila, commissioni incluse.

Coppia Argentina tête-bêche dell’emissione Escuditos del 1862

L’area dell’Uruguay è andata anche bene, soprattutto le importanti rarità, con pochi invenduti. Lo straordinario insieme del Venezuela, che comprendeva la maggior parte delle grandi rarità classiche di questo paese, è stato praticamente tutto venduto, ed ha goduto anche dell’entrata di qualche nuovo collezionista, anche per le voci più rare. Il Brasile, potenza economica finanziariamente emergente, ha goduto un grande successo e diversi pezzi dell’emissione “Dom Pedro”, la più tardiva del periodo classico (anni 1860-1870), hanno raggiunto dei prezzi che superano risultati precedenti. La collezione di annullamenti del Cile di Álvaro Pacheco ha realizzato degli ottimi risultati, moltiplicando i prezzi di partenza per anti lotti, con pochissimi invenduti.

La sezione di Europa ed Oltremare ha presentato buoni, ma anche meno buoni, realizzi. L’area italiana ha visto pure risultati interessanti come la lettera di Sicilia del 1859 con il 50 grana isolato che ha realizzato 48 mila euro e la lettera di Sicilia del 1859 con ben tre esemplari del 50 grana (unica esistente), un 20 grana grigio ardesia ed 1 grana verde oliva venduta per 90 mila euro, commissioni incluse, sebbene i risultati su altri pezzi degli Antichi Stati italiani hanno confermato un calo dei collezionisti di questo settore, a causa della crisi finanziaria nell’area italiana, soprattutto per il classico. La Francia non vive un buon momento e sebbene i prezzi raggiunti non sono stati alti, sono stati superiori a quelli che normalmente si raggiungono nell’attuale condizione di mercato. Il settore delle occupazioni britanniche non ha raggiunto livelli soddisfacenti e parecchi lotti sono rimasti invenduti. Sorprendentemente questo settore ha sofferto un calo notevole di richiesta negli ultimi due anni, e neppure la presenza di una prestigiosa collezione in vendita, sicuramente la più importante mai apparsa sul mercato, ha potuto attirare vecchi e nuovi collezionisti”.

Lettera di Sicilia del 1859

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