In occasione della nuova importante asta Bolaffi di numismatica, ormai diventato il più importante appuntamento italiano nel settore che si svolge semestralmente a Torino, l’esperto nell’azienda, Gabriele Tonello, così si è espresso: “Il mercato continua a vivere un buon momento soprattutto per quanto riguarda le coniazioni auree e gli esemplari di alta qualità. Il Regno d’Italia è sempre sugli scudi, ma ottimi riscontri continuano a darli anche le zecche italiane in generale”.
Prima di esaminare il contenuto di questa eccezionale vendita, Artslife ha chiesto anche al noto antiquario torinese Eupremio Montenegro, curatore di un importante catalogo di monete italiane, a cui lo stesso catalogo d’asta Bolaffi fa riferimento per e quotazioni, il suo parere sul mercato internazionale della numismatica. “Tutta la monetazione in oro del mondo gode ottima salute”, dichiara Montenegro,. “Con l’aumento delle materie prime, oro, argento e platino, le monete sono state letteralmente trascinate in un vortice che per il momento non riesce a fermarsi. Fatta eccezione delle monete comuni, quelle rare in buona e ottima qualità hanno subito delle rivalutazioni impensate, sopratutto le cinesi, cresciute fino al 500%, per esempio le once cinesi con il drago e il panda, che costavano quanto il prezzo del metallo contenuto, ed emesse dal 1982 ad oggi, in pochi anni si sono rivalutate anche del 700%, passando da 600 euro nel 2005 a oltre 5000 euro attuali. Le monete Russe hanno subito un aumento ancora superiore di quelle cinesi, per esempio una moneta in oro da 37 rubli e 50 kopeki di Nicola II 1894 -1917, agli inizi degli anni 2000 era valutato circa 12 milioni di lire, oggi e’ stimato secondo lo stato di conservazione da un minimo di 120 mila fino a 200 mila euro. Tutte le monete della zona asiatica e dell’Europa dell’est hanno subito rivalutazioni molto alte”.
Montenegro indica anche quali sono i settori ancora sottovalutati: tutta la monetazione papale, la monetazione aurea di tutta la zona dell’America centrale e America latina. “Se volessi dare un consiglio a fini d’investimento: le monete ottocentesche di tutta l’area mondiale possibilmente in oro, tra cui quelle del regno d’Italia, e del regno di Sardegna. Ai collezionisti direi di affidarsi alla monetazione romana oggi in sofferenza, di grande fascino e contenuto storico, oltre che alle monetazioni locali che oggi sono tutte rivalutate”.
Veniamo ora a consultare la vendita Bolaffi che si terrà nella sede torinese dell’azienda il 6 e 7 dicembre, e attirerà non solo collezionisti e commercianti italiani, ma senz’altro stranieri, in particolare russi, attirati da una prestigiosa raccolta di banconote del XIX e XX secolo.
Il catalogo Bolaffi di monete si apre con ricche offerte di antiche monete greche, romane repubblicane e romane imperiali. Gli aurei partono da una base minima di 2.500 euro, come l’aureo con il titolo di Cesare databile al periodo 50-54 d.C. con al diritto il busto drappeggiato di Nerone giovane, che avrebbe poi imperato dal 54 al 68 d.C. Di particolare interesse un collezione di bronzi siciliani del Periodo Bizantino (600-800 d.C.), caratterizzata da monetazione di forma molto irregolare e di conseguenza di qualità difficilmente valutabile, che parte da basi di 50 / 100 a poche centinaia di euro. Ben rappresentate le repubbliche medievali come un Ducato del Ducato di Ferrara coniato sotto Ercole I d’Este (1471-1505) con base 3 mila euro e le monete dei secoli XVI – XVIII come una rarissima Osella veneziana d’oro da 4 zecchini coniata il I anno (1722) sotto il Doge Alvise III Mocenigo (1722-1732) e con diverse monete papali (di particolare importanza un rarissimo 10 Zecchini d’oro coniato a Bologna il 1787 durante il pontificato di Pio VI con base 4 mila euro). Nell’ambito settore degli Antichi Stati italiani, segnaliamo un 30 Ducati oro del 1826 di Francesco I di Borbone, re delle Due Sicilia (1825-1830) con base 3 mila euro e nel settore Casa Savoia un rarissimo Carlino d’oro da 5 Doppie del 1786, Zecca di Torino, con effigie del re Vittorio Amedeo III (1773-1796) di qualità SPL con base 12 mila euro.
Nel settore del Regno d’Italia, altrettanto richiesto dai collezionisti, un 100 lire oro del 1880, Zecca di Roma, con effigie a sinistra del re Vittorio Emanuele II di estrema rarità (coniati solo 145 esemplari) con base 15 mila euro.
Non poteva mancare, nel settore contemporaneo della Repubblica italiana, un 500 lire Caravelle argento con l’errore “Bandiere rovesciate” del 1957, Zecca di Roma, con scritta PROVA lungo il bordo, con base 7.500 euro. Una moneta che per popolarità è equivalente al Gronchi rosa per la filatelia.
Sicuramente grande attenzione, soprattutto da parte dei collezionisti russi, godrà la vendita Bolaffi del 7 dicembre di una storica collezione di banconote russe, di unico proprietario, a partire dagli inizi del XIX secolo fino ai primi decenni del XX secolo, con basi contenute da poche centinaia a poche migliaia di euro, ma a che all’atto delle vendita potranno destare non poche sorprese.