Architetture del Sé, mostra/performance di Francesca Cesaroni a cura di Achille Bonito Oliva, ha come fondamenta la ricerca sull’Uomo in generale, sul suo vissuto profondo, sull’esperienza di sé e della complessità del mondo esterno.
La prospettiva è quella di una visione interna dell’esperienza umana, come procedendo in discesa in un percorso iniziatico, attraversando letteralmente l’oscurità del mondo psichico individuale, ed incontrando una sequenza di immagini che ne tratteggiano le fisionomie interne, le ossessioni, le fragilità, le miserie, le attese. Ognuna chiusa nel proprio destino psicologico, ma offerta allo sguardo dello spettatore, svelata, privata del proprio sistema difensivo, delle sovrastrutture che celano le realtà interne di ognuno.
In questo senso nel ciclo di opere, che ha come linea guida l’identificazione di stati mentali complessi, si mette a nudo l’uomo anche letteralmente, rivelando la sua intimità sempre attraverso l’esposizione integrale del suo corpo nudo, espressione di verità ed innocenza della propria natura ultima, della propria nudità psicologica.
Il corpo esposto diventa veicolo di contenuti strutturali della mente, nelle collocazioni visionarie delle immagini, testimoni di nature narcisistiche, di ossessioni sensuali, di fantasmi masochistici, di spazi depressivi, di trappole materiche, di ambienti claustrofobici, di fughe senza fine.
Il titolo della mostra, Architetture del Sé, evoca edifici mentali perché il Sé è struttura portante della persona e diventa argomento relazionale profondo, con le sue conseguenze. Le immagini seguono un itinerario sommerso, fatto di impalcature sistemiche disfunzionali, di schemi costitutivi del Sé inabitabili.
L’estetica delle immagini è costruita su una forte tridimensionalità, dovuta al lavoro potente della luce, e su una cruda componente materica: la fusione di questi caratteri offre una sintesi rilevante fra l’antico e il contemporaneo.
La performance è preludio alla visione delle immagini ed è coerente con esse, mostrando un tableau vivant, una figura viva che identifica una dimensione esistenziale struggente in un disseccato equilibrio fra inizio e fine, all’interno di un processo idealmente mobile, liquido, chiamato vita.
Il buio protratto nell’imponente musica di J. S. Bach, con il suo miracoloso equilibrio, costruito all’interno di una complessità armonica straordinaria, offrono una collocazione percettiva di speranza, oltreché una spinta iniziatica ad entrare in un clima di difficile accesso, nelle segrete dell’esperienza dell’Uomo in generale.
Performer Igor Petrotto
Francesca Cesaroni è nata a Roma, dove vive e lavora.
Psicologa, psicoanalista junghiana, formata in ambienti psichiatrico fenomenologici, ha svolto attività clinica privatamente e prevalentemente in contesti universitari – Policlinico Università La Sapienza di Roma; ha insegnato Psicopedagogia dal 1995 al 1999 alla facoltà di Psichiatria del Policlinico Universitario di Napoli.
Nel 2006 lascia l’esercizio professionale e la ricerca teorico-clinica per la ricerca artistica, attuando un cambiamento radicale nell’esteriorità dei modi e degli strumenti espressivi, scegliendo la scultura e l’immagine fotografica come mediatori preferenziali, ma mantenendo la stessa centralità dell’ attenzione sull’Uomo e sul suo mondo interno, sulle dinamiche relazioni con l’altro da sé, sulle tematiche del Narcisismo, fil rouge di tutta la sua ricerca intellettuale.
Nel 2008 ha realizzato una personale di sculture e lavori fotografici a Roma, in v. Giuseppe Montanelli 11, all’interno di spazi di sua progettazione architettonica, dal titolo Luoghi per Narciso, curata da Ludovico Pratesi.
(Rass. Stampa: “La Repubblica” 12-1-08 di Cecilia Cirinei ; “AD Architectural Digest”apr. 2008)
Ha esposto in alcune collettive italiane (gall.Enzo Mazzarella- Roma 2009 per “Nessuno tocchi Caino”; Palazzo dei principi di Carpegna – Carpegna – ediz. 2007-2008)
La mostra potrà essere visitata su appuntamento.
Il videocatalogo è a disposizione su richiesta
info e prenotazioni al numero + 39 3479314864